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Putin e le infrastrutture nel mirino. «È questo il nuovo fronte»: crescono le rappresaglie su gasdotti, centrali elettriche e ferrovie

Ancora bombe su obiettivi civili: sette morti in un mercato nel Donetsk

Putin e le infrastrutture nel mirino. «È questo il nuovo fronte»: crescono le rappresaglie su gasdotti, centrali elettriche e ferrovie
Putin e le infrastrutture nel mirino. «È questo il nuovo fronte»: crescono le rappresaglie su gasdotti, centrali elettriche e ferrovie
di Mauro Evangelisti
Articolo riservato agli abbonati
Giovedì 13 Ottobre 2022, 06:37 - Ultimo agg. : 09:01
4 Minuti di Lettura

L'ultimo allarme è scattato ieri in un remoto villaggio del centro della Polonia, a un'ora di macchina da Plock. È stata rilevata una perdita nell'oleodotto Druzhba (significa amicizia) che porta petrolio dalla Russia fino alle Germania. Il pensiero è andato subito al doppio danneggiamento del Nord Stream 1 e del Nord Stream 2, i gasdotti nel mar Baltico, per il quale ancora non si sa chi sia l'autore del sabotaggio. La Germania ieri ha spiegato che, nonostante la falla, il petrolio dal Druzba continua ad arrivare.
INDAGINE
Varsavia inizialmente non ha escluso nessuna pista, ma in serata un portavoce del ministero delle Finanze tedesco ha dichiarato che «le prime informazioni fornite dalle autorità polacche indicano che si tratterebbe di un danno accidentale». Le indagini proseguono, ma è evidente che questo conflitto che ormai si trascina da quasi otto mesi e che purtroppo conta migliaia di vittime, sta diventando anche una guerra delle infrastrutture. E negli ultimi giorni i russi hanno intensificato i bombardamenti contro questi obiettivi. Ieri un alto funzionario Nato ha ribadito alla Reuters: qualsiasi uso di armi nucleari della Russia avrebbe «conseguenze senza precedenti, ci sarebbe una risposta fisica».

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Ma al di là degli scenari futuri, ciò che ormai si osserva è che Mosca punta a paralizzare l'Ucraina. Il 30 per cento delle infrastrutture energetiche del Paese è stato distrutto o reso inutilizzabile dai droni e dai missili. Il governo di Kiev ha lanciato un appello a tutti i cittadini: riducete del 25 per cento i consumi di elettricità. Di conseguenza l'Ucraina ha bloccato le forniture ad altri Paesi europei. In sintesi: la scelta scientifica dei russi di colpire le centrali e in generale tutti gli impianti che producono e distribuiscono energia in Ucraina punta a un doppio risultato. Da una parte vuole lasciare senza corrente, ma anche senza riscaldamento, i cittadini, per scoraggiarli ed alimentare il dissenso nei confronti di Zelensky. Dall'altra, se l'Ucraina blocca le forniture alla Ue, si aggrava anche la crisi per i paesi europei. Dall'inizio di questa guerra, dal 24 febbraio, la strategia dei russi non ha risparmiato la distruzione di obiettivi civili, a partire da condomini e case. Ieri una nuova tragedia: missili sul mercato di Avdivka, nel Donetsk, 7 morti e 9 feriti. In più occasioni i missili hanno distrutto stazioni ferroviarie, binari, strade, porti. Si vuole inibire a Kiev la possibilità di inviare rinforzi, munizioni, armi e viveri alla prima linea.

Ora su gas ed energia si gioca il tentativo russo di diversificare gli attacchi. Ieri anche la Nato ha confermato l'urgenza di inviare nuovi sistemi di difesa aerea. Il segretario generale Jens Stoltenberg: «Nelle ultime settimane abbiamo visto l'escalation più seria. I ministri della Difesa della Nato stanno discutendo su come aumentare il sostegno all'Ucraina. La priorità assoluta sarà fornire più difesa aerea a Kiev». D'altra parte anche l'Ucraina ha risposto, per difendersi. In questo senso va il clamoroso colpo al ponte di Kerch, per il quale i russi accusano gli ucraini. Ma anche le varie esplosioni nel territorio della Federazione: ad esempio il deposito di carburante di Belgorod. Anche ieri sono stati segnalati lanci di missili in quell'area. C'è l'ipotesi, tutta da confermare, che fossero tra quelli forniti dagli Usa.

 


TRENI IN GERMANIA
Sabato mattina in Germania è andato in tilt il sistema ferroviario. S'indaga per capire se sia stato un sabotaggio organizzato dai russi. Il vicecancelliere tedesco, Robert Habeck, rispondendo a una domanda su Nord Stream, ha detto: «Gli attacchi alle infrastrutture critiche sono sempre più alte in agenda». Ma in questa drammatica partita a scacchi, c'è un altro fronte delicatissimo legato al mare, in particolare a Nord, nel Baltico, tra Russia, Polonia e Scandinavia. Qui passano i cavi sottomarini per le comunicazioni, per i collegamenti delle reti internet. Un'azione di sabotaggio avrebbe conseguenze disastrose ad esempio per le transizioni finanziarie. Il sistema è ridondante, non dipende solo da un unico cavo, ma tutti gli esperti avvertono: è vitale aumentare i sistemi di difesa.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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