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Putin, i segreti della ritirata russa in un edificio abbandonato di Balakliya: ecco i documenti dell'esercito dello Zar

L’inchiesta di Reuters che ha permesso di ricostruire le condizioni dell’esercito di Mosca nelle settimane precedenti alla controffensiva ucraina che ha poi liberato Balakliya.

I segreti della ritirata russa in un edificio abbandonato di Balakliya: ecco i documenti dell'esercito di Putin
I segreti della ritirata russa in un edificio abbandonato di Balakliya: ecco i documenti dell'esercito di Putin
di Giorgia Crolace
Articolo riservato agli abbonati
Venerdì 28 Ottobre 2022, 13:51 - Ultimo agg. : 29 Ottobre, 10:46
4 Minuti di Lettura

Carri armati distrutti, custodie di munizioni sparse ovunque e veicoli ormai inutilizzabili abbandonati: era questo lo scenario che si presentava agli occhi di chi ha percorso le strade di Balakliya dopo la ritirata russa del mese scorso. Situata a circa 90 chilometri da Kharkiv e non distante da Izyum, la piccola città ucraina è stata una delle sedi delle milizie russe prima di essere riconquistata dalle truppe di Kiev.

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L’inchiesta di Reuters

Al momento della fuga, i russi non hanno lasciato dietro di sé solo i rottami ma anche documenti importanti che descrivono nel dettaglio le condizioni delle truppe russe nella regione di Kharkiv nelle settimane precedenti alla controffensiva ucraina che ha poi liberato Balakliya. Una quantità enorme di carte dalle quali è possibile ricostruire il funzionamento interno della macchina da guerra russa. È quanto hanno trovato i giornalisti di Reuters in un edificio abbandonato alla periferia di Balakliia che i russi utilizzavano come base militare. Qui, nel seminterrato, dietro una porta d’acciaio con l’indicazione “Gruppo di comando”, c’è un bunker con una fornace in cui venivano distrutti i documenti che non dovevano fuoriuscire da quel posto. Alcuni però, a causa della fuga alquanto frettolosa, sono rimasti sparsi sul pavimento.

 

Il taccuino dell’ufficiale russo

Come racconta l’inchiesta di Reuters, tra i documenti ritrovati c’è un taccuino appartenuto ad un ufficiale di cui non è noto il nome. Sulle sue pagine, il militare ha disegnato l’immagine di un soldato e ha appuntato i suoi pensieri su un agognato ritorno a casa e informazioni pratiche tra cui le coordinate delle unità di intelligence russe, il numero di uomini persi in battaglia e di equipaggiamenti distrutti. Il 19 luglio, mentre i russi fronteggiavano gli ucraini, l’ufficiale scriveva sul suo taccuino: «Le munizioni stanno finendo». Ma ci sono anche i resoconti sul morale dei soldati al fronte.

Tantissimi documenti che permettono di spiegare gli eventi che hanno portato a una delle disfatte più pesanti per Vladimir Putin, quella nel nord-est dell’Ucraina dello scorso mese di settembre.

Le difficoltà dell’esercito russo

Scavando a fondo nella base di Balakliya, Reuters ha scoperto che nelle settimane precedenti alla ritirata, le forze russe, mentre provavano a fronteggiare i pesanti bombardamenti ucraini portati avanti con i lanciarazzi Himars forniti dagli Stati Uniti, dovevano badare anche un esercito non addestrato in maniera adeguata, con alcuni reparti al minimo della forza effettiva a causa dell’assenza di soldati caduti in battaglia, feriti o malati. E a cui si aggiungeva anche una certa quota di disertori. Una situazione che peggiora sempre di più fino a quando, alla fine del mese di agosto, come riporta il taccuino dell’ufficiale, un reparto dell’esercito arriva addirittura a contare appena 49 soldati rispetto ai 240 che avrebbero dovuto comporre la squadra. Inoltre, mancano i droni con i quali disturbare anche il lancio dei missili ucraini e quelli inviati dalla Russia, in diversi casi non funzionano. I documenti ritrovati nel bunker nominano il colonnello Ivan Popov come comandante della forza militare russa che opera da Balakliya.

La sala di comando e i prigionieri ucraini

In quella che era la sala di comando vi sono delle scrivanie. Ogni postazione espone una targa con l’indicazione di una sezione militare: coordinamento del combattimento, guerra elettronica, intelligence, equipaggiamento aereo senza pilota. È qui che, ogni giorno, i comandanti dei diversi reparti si ritrovavano per prendere decisioni. Reuters ha identificato almeno 11 ufficiali che hanno preso parte a questi incontri. Cinque tra i militari, compreso il colonnello Popov, non hanno risposto alle richieste di commento da parte dell’agenzia giornalistica. Gli altri non sono stati raggiunti.

Nella base venivano rinchiusi anche i soldati ucraini catturati dai russi. Uno di loro ha dichiarato a Reuters di essere stato incappucciato, picchiato e segregato in una cantina per giorni insieme ad altri prigionieri.

Il racconto di un ufficiale russo

Un ufficiale russo che ha prestato servizio nelle forze di Balakliya per tre mesi e che ha chiesto a Reuters di essere identificato con il suo nominativo militare “Plakat Junior 888”, ha raccontato ai reporter il senso di minaccia che incombeva sugli occupanti russi specificando che quello che stavano portando avanti fosse «un gioco di roulette». Plakat Junior 888 ha descritto a Reuters anche il tentativo di respingere gli attacchi ucraini nel mese di agosto senza rifornimenti adeguati. Il 27 agosto il giorno peggiore, quello in cui la sua posizione è stata attaccata pesantemente dalle truppe di Kiev e uno dei suoi compagni è morto tra le sue braccia. «Non c'erano forniture di munizioni o droni», ha detto Plakat Junior 888, aggiungendo che l’equipaggiamento militare russo non era stato in grado di rispondere alla controffensiva ucraina.

La caotica ritirata russa da Balakliya

Una coppia di anziani che vive a meno di 300 metri dal bunker ha raccontato a Reuters che, negli ultimi giorni, prima della ritirata, i russi venivano costantemente attaccati dagli ucraini. Ai raid seguì il «caos» come ha spiegato un altro residente di Balakliya: i russi, molti dei quali erano feriti, scapparono abbandonando armi e veicoli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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