Giorno della memoria, Russia fuori da Auschwitz. «È un Paese aggressore»

È la prima volta che succede: nel 1945 fu l’Armata Rossa a liberare il campo

Giornata della memoria, Russia fuori da Auschwitz. «È un Paese aggressore»
Giornata della memoria, Russia fuori da Auschwitz. «È un Paese aggressore»
di Cristiana Mangani
Venerdì 27 Gennaio 2023, 00:22 - Ultimo agg. 11:40
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A dare la notizia è stato direttamente il sito museale di Auschwitz: i rappresentanti russi non sono stati invitati alle commemorazioni del 78esimo anniversario della liberazione da parte dell’Armata Rossa del campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau. E la ragione è evidente: l’invasione dell’Ucraina. «Data l’aggressione contro l’Ucraina libera e indipendente - ha sottolineato Piotr Sawicki, portavoce del museo -, i rappresentanti della Federazione Russa non sono stati invitati a partecipare alla commemorazione di quest’anno dell’anniversario della liberazione di Auschwitz», che avrà luogo nella giornata di oggi.

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LA PRIMA VOLTA

La decisione non è da poco, perché è la prima volta che Mosca non parteciperà all’evento che celebra la liberazione del campo di concentramento nazista proprio da parte dell’Armata Rossa, nel 1945. «Era ovvio che non potessi firmare alcuna lettera all’ambasciatore russo con un tono invitante, dato il contesto attuale - ha aggiunto Sawicki -.

Spero che cambierà in futuro, ma abbiamo ancora molta strada da fare». Ci vorrà poi del tempo, secondo il portavoce del museo, affinché la Russia «faccia un autoesame molto profondo dopo questo conflitto per tornare ai raduni del mondo civilizzato». Per il museo, infatti, l’invasione in Ucraina è un «atto barbarico».

Auschwitz-Birkenau è diventato un simbolo del genocidio della Germania nazista. E il 27 gennaio si celebra la Giornata della memoria, per le vittime dell’Olocausto. Impossibile, dunque, immaginare di condividere un evento così simbolico e forte con chi, ormai da un anno, sta devastando un Paese e uccidendo la popolazione. La decisione di lasciare fuori la Russia è un gesto molto forte da parte della Polonia, che ha scatenato parecchie polemiche. Fino a oggi, infatti, Mosca era sempre stata invitata, proprio perché il campo di sterminio nazista, operativo dal 14 giugno 1940, è stato liberato il 27 gennaio 1945 dalle truppe sovietiche. Ma quando sta accadendo in Ucraina ha spinto a una netta presa di posizione.

I RISCHI 

In questi giorni, poi, la senatrice a vita Liliana Segre ha lanciato un nuovo allarme: «Nessuno ha più voglia di sentire parlare dell’Olocausto e degli ebrei». E ieri il presidente israeliano Isaac Herzog, nel suo discorso ufficiale all’Eurocamera, ha fatto dichiarazioni che sono in linea: «Sulla rete corre un antisemitismo virale che rende la differenza tra un video e un’aggressione fisica quasi inesistente», ha sottolineato. Herzog si è soffermato più volte su un passaggio cruciale: «Desidero sottolineare la linea sottile tra la critica allo stato di Israele e la negazione dell’esistenza dello stato di Israele. Ovviamente va bene criticarci e va bene non essere d’accordo con noi. Mettere però in dubbio il diritto all’esistenza del popolo ebraico e del suo stato non è diplomazia legittima ma antisemitismo».

Questa mattina, poi, si svolgerà la celebrazione della Giornata della memoria al Quirinale, dove sarà presente anche l’ex soldato ed ex deportato Giovanni Paolone. Mentre ieri il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato la nomina del prefetto Giuseppe Pecoraro a Coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo. Il premier ha ringraziato la professoressa Milena Santerini «per il prezioso lavoro svolto in questi anni» a Palazzo Chigi.

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