Fuga dalla Russia. Le multinazionali stanno scappando dalla nazione di Putin, dopo l'attacco all'Ucraina. Nessuno vuole legare il suo nome a quello di Mosca. È una questione di immagine, ma anche etica. Le testimonianze che arrivano ogni giorno dal fronte di guerra stanno spingendo i Ceo delle aziende più grandi al mondo a chiudere bottega in tutto il Paese. Con un conseguente danno economico che si ripercuote su tutta la Russia, a cominciare dai cittadini che perdono il lavoro e che si sentono sempre più isolati dal mondo.
Ikea, AirBnb, Nike e le altre: la lista
L'ultima grande azienda ad aver annunciato la chiusura in Russia è stata la svedese Ikea.
Hanno detto addio i colossi americani Google, Netflix e Apple. La casa californiana fondata da Steve Jobs ha anche bloccato i suoi servizi Apple Pay e Apple Maps. La Disney e altre major di Hollywood come Universal Picture o Paramount, hanno fermato la distribuzione dei film di loro produzione nei cinema russi. E ancora, nella lunga lista, ci sono Coca-Cola, Danone, i circuiti di pagamento PayPal, Visa e Mastercard, la Sony, Spotify, Nintendo, Nestlé e Lego. Ha bloccato le sue piattaforme anche AirBnb e ora l'azienda è al lavoro con i suoi host per ospitare i rifugiati.
The war in Ukraine has both a huge human impact and is resulting in serious disruptions to supply chain and trading conditions, which is why the company groups have decided to temporarily pause IKEA operations in Russia. Read our statement here: https://t.co/0ss6WrAHIM pic.twitter.com/ixJyyAifFX
— IKEA (@IKEA) March 3, 2022
La rivolta del mercato automobilistico
Compatto anche il boicottamento del mercato delle automobili. Sono tantissime le case che hanno bloccato le vendite dei propri mezzi. Ci sono le tedesche Audi, Mercedes e Volkswagen, c'è la Chevrolet, la Jaguar, ma anche i colossi orientale Toyota, Honda e Mazda, la General Motors e la Harley Davidson a rappresentare il mondo delle motociclette.