Shoigu, il ministro russo riappare in una call con Putin. Ma le immagini non convincono: «È un video in loop»

Nei giorni scorsi si erano diffuse voci su una presunta rottura fra il presidente e il ministro, che per circa due settimane non ha fatto nessuna apparizione pubblica

Shoigu, il ministro russo riappare in una call con Putin. Ma le immagini non convincono: «È un video in loop»
Shoigu, il ministro russo riappare in una call con Putin. Ma le immagini non convincono: «È un video in loop»
Alessio Espositodi Alessio Esposito
Giovedì 24 Marzo 2022, 19:45 - Ultimo agg. 25 Marzo, 16:52
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Sergei Shoigu riappare in pubblico. Il ministro della Difesa russo, fedelissimo di Vladimir Putin, torna a farsi vedere in una videochiamata dello "zar" con i membri del consiglio di Sicurezza. Nelle immagini diffuse dall'agenzia di stato Ria Novosti, si vede il presidente russo seduto a una scrivania e, di fronte a lui, uno schermo con diverse persone collegate. Shoigu, nello specifico, appare nel riquadro in alto a sinistra. Nei giorni scorsi si erano diffuse voci su una presunta rottura fra Putin e il ministro, che per circa due settimane non ha fatto nessuna apparizione pubblica. 

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Shoigu riappare in una call con Putin, ma le immagini non convincono

In risposta a queste voci, forse, il Cremlino ha diffuso le immagini di questa riunione virtuale.

Ma in molti restano sospettosi. Il riquadro di Shoigu - a detta di numerosi osservatori occidentali - appare diverso dagli altri: le immagini sembrano meno fluide (rispetto agli altri riquadri) e a un certo punto l'inquadratura sembra sposarsi in maniera innaturale. Altri sostengono addirittura che Shoigu non fosse realmente collegato con quella riunione e che le immagini appartengano a un video registrato e poi ritrasmesso in "loop". A prescindere dalla veridicità di queste affermazioni, è innegabile che un'assenza così prolungata dagli schermi del ministro della Difesa, con il paese in guerra, risulti quantomeno insolita.

L'entourage di Shoigu, nel motivare le poche apparizioni pubbliche del ministro, in precedenza aveva parlato di generici «problemi cardiaci». Il Cremlino, in altre dichiarazioni, ha spiegato che il ministro era troppo impegnato nel seguire le operazioni in Ucraina per andare in tv. Eppure la sua presenza al fianco di Putin, prima di questo periodo di stop, non era mai venuta a mancare. Oggi il ritorno, con tutti i (legittimi) sospetti di chi guarda da fuori.

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Chi è Sergei Shoigu

La figura di Shoigu era cresciuta di peso in questi anni, sull'onda dei successi militari di Mosca in Crimea e in Siria. E perlomeno fino a poco dopo il 24 febbraio, poteva contare, malgrado il suo curriculum anomalo, di grande ascolto al Cremlino. Ministro della Difesa dal 2012, Shoigu, 66 anni, era stato in precedenza, sin dagli anni Novanta, ministro per le Situazioni di emergenza, una carica con cui si è costruito una fama di risolutore di problemi, decisionista e sempre presente, con una presenza ben pubblicizzata da un esercito di persone. Originario di Tuva, la piccola repubblica della Federazione ai confini con la Mongolia, è laureato in ingegneria e non ha mai prestato servizio come militare. Ma oltre a indossare una divisa sin da quando era ministro delle Situazioni di emergenza, passato alla Difesa, ha imposto agli ufficiali dello stato maggiore di indossarne una e ha reintrodotto l'uniforme sovietica del 1945, nota come l'uniforme della vittoria.

Ha promosso la rivoluzione hi tech della difesa, istituendo il comando per le operazioni cyber, riunendo aeronautica e forze dello spazio, nelle forze aerospaziali. I successi militari negli anni Dieci del Duemila hanno consolidato la strada a stanziamenti sempre più elevati. E le sanzioni hanno avvicinato gli oligarchi alla difesa, nello sforzo per la ricostruzione un nuovo complesso militar industriale. Ai miliardari che perdevano capitali con le misure occidentali, in questi anni sono stati offerti lucrosi contratti nel settore. Shoigu, capolista insieme al ministro degli Ester Sergei Lavrov del partito Russia unita alle elezioni legislative dello scorso settembre, spesso a caccia insieme a Putin in remote località del Paese, ha saputo sfruttare lo spazio che si è aperto a causa dei numerosi flop dei servizi di intelligence, che si sono fatti smascherare nelle operazioni per l'avvelenamento di Sergei Skripal a Salisbury e contro Navalny in Siberia, insuccessi che hanno completamente cambiato gli equilibri di potere a Mosca.

«Sin dall'inizio, questa campagna è stata definita come una proiezione di potenza militare vecchia maniera». Assegnando ai militari un tale ruolo decisivo, «Putin ha consolidato un clamoroso cambiamento avvenuto nella gerarchia di sicurezza nell'ultimo anno: se all'inizio della sua leadership, l'esercito non era coinvolto nella definizione delle politiche ed era subordinato ai servizi, negli anni recenti, le Forze armate hanno assunto rinnovata importanza non solo nelle relazioni con i Paesi vicini ma anche nella definizione stessa delle politiche», hanno scritto di recente su Foreign Affairs i due analisti russi, specializzati nei serzidi di intelligence, Andrei Soldatov e Irina Borodan denunciando la mancanza di addestramento militare appropriato di Shoigu.

Le ultime notizie del ministro, prima della breve comparsa di oggi, risalgono allo scorso 11 marzo, quando, secondo il ministero della Difesa, ha parlato al telefono con la controparte turca, Hulusi Akar, e poi si è recato all'ospedale militare centrale Mandryka di Mosca per conferire onorificenze ai soldati che «si sono distinti nell'operazione militare speciale». Il 18 avrebbe poi preso parte, secondo il sito del Cremlino, a un incontro del Consiglio di sicurezza presieduto da Putin di cui non è stata diffusa alcuna immagine. Quella sera, Pervyi Kanal ha diffuso le immagini della consegna delle onorificenze ai soldati, sottolineando che l'evento era di quel giorno stesso ma le immagini sono identiche a quelle dell'11. Ai giornalisti di Angentstvo (ex Proekt) che ieri hanno chiesto al ministero della Difesa ragione di questa scomparsa, è stato risposto che il ministro non sta bene e che ha «problemi di cuore».

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