Siria, attacco aereo degli Stati Uniti contro milizie filo-iraniane, è la prima missione militare di Biden

Siria, attacco aereo degli Stati Uniti contro milizie filo-iraniane, è la prima missione militare di Biden
di Anna Guaita
Venerdì 26 Febbraio 2021, 02:13 - Ultimo agg. 04:03
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NEW YORK Prima missione militare dell’Amministrazione Biden. Il Pentagono ha effettuato un attacco aereo contro milizie filo-iraniane in Siria. L’incursione è venuta dopo che a Bagdad ci sono stati nell’arco di dieci giorni tre attacchi contro le forze americane, che hanno ucciso un civile e ferito vari militari. Sebbene la Casa Bianca non avesse precisamente puntato un dito contro i colpevoli dei tre attacchi in Iraq, aveva comunque fatto capire di reputare responsabili le stesse milizie che agiscono in Siria, che sono appoggiate, finanziate e armate dall’Iran.

L’Amministrazione degli Stati Uniti e il governo di Teheran hanno compiuto nei giorni scorsi alcuni primi cauti passi verso una riapertura del dialogo e possibilmente un rientro dgeli Stati Uniti nell’accordo multilaterale antinucleare con l’Iran. Ma è chiaro che con l’attacco Biden ha voluto chiarire che la riapertura diplomatica non significa una volontà di tollerare offensive contro i circa 2500 militari Usa ancora di stanza in Iraq.

Il bersaglio della missione aerea nella notte è stato una base usata per il contrabbando di armi iraniane.

Secondo le prime analisi, si tratterebbe di un attacco “chirurgico” e limitato, ideato in modo da non creare una escalation ma mandare un messaggio all’Iran in questo momento diplomaticamente delicato, affinchè tenga le milizie sotto controllo e non si ripetano più attacchi contro le forze americane in Iraq.

Il bilancio

Almeno 17 combattenti pro-Iran sono stati uccisi in seguito all'attacco americano in Siria. Lo rivela l'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo. «Gli attacchi hanno distrutto tre camion di munizioni (...) ci sono molti morti. Secondo un primo bilancio sono rimasti uccisi almeno 17 combattenti, tutti di Hachd al-Chaabi», ha detto il direttore dell'Osservatorio, Rami Abdel Rahmane.

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