I soldati russi in Ucraina: «Armi della seconda guerra mondiale, costretti a bere negli stagni e usati come bersagli»

Le testimonianze dei soldati a Reuters e i video dei prigionieri russi raccontano l'orrore della vita in trincea dei militari russi. Un quarto sono giovani di leva senza esperienza militare

Ucraina, l'incubo dei soldati russi: «Al fronte con armi della seconda guerra mondiale, senza cibo nè acqua»
Ucraina, l'incubo dei soldati russi: «Al fronte con armi della seconda guerra mondiale, senza cibo nè acqua»
Martedì 5 Aprile 2022, 18:48 - Ultimo agg. 6 Aprile, 08:29
5 Minuti di Lettura

Mandati al fronte senza esperienza, con armi della seconda guerra mondiale, costretti a bere in stagni pieni di rane morte per la carenza d'acqua e "usati" per attrarre il fuoco dei nemici. È questa la situazione delle giovani leve tra le fila dell'esercito russo in Ucraina secondo il racconto di alcuni testimoni che hanno parlato con l'agenzia giornalistica Reuters. 

Testimonianze che confermano la tesi delle difficoltà del Cremlino in Ucraina, a oltre un mese dall'invasione in cui Mosca avrebbe già perso tra i 7mila e 18mila uomini (l'ultima cifra è quella indicata da Kiev). Nel frattempo le forze di Putin si stanno ritirando dalle principali città occidentali dell'Ucraina per orientare i loro sforzi sul Donbass, con 60.000 riservisti russi che dovrebbero essere chiamati nei prossimi giorni per rafforzare l'offensiva di Mosca nelle province orientali di Donetsk e Luhansk. 

Il soldato «Ero uno studente, non voglio la guerra»

Tra i giovani soldati russi intervistati da Reuters c'è uno studente arruolato alla fine di febbraio e inviato nel sud-ovest del Donbass. «Non ci è stato insegnato nulla» ha scritto a ai giornalisti tramite messaggio «Finora avevo visto solo mortai nei film. Ovviamente, non sapevo come fare». Lo studente ha poi detto di essere riuscito a scappare a un attacco rimanendo ferito in una battaglia successiva ed ha aggiunto che lui e i compagni sono stati costretti a bere acqua da uno stagno pieno di rane morte a causa della mancanza di rifornimenti. «Odio la guerra. Non la voglio. Perché mi mandano in un mattatoio?» ha scritto per messaggio ai giornalisti dell'agenzia. 

Anche altre fonti intervistate da Reuters tra le fila dell'esercito russo - le cui identità sono state verificate, ma che hanno chiesto di rimanere anonimi per ragioni di sicurezza - hanno affermato di non avere ricevuto un precedente addestramento militare prima di essere inviati in battaglia.

Una notizia confermata anche dal racconto delle mogli: «Non ha mai prestato servizio nell'esercito», ha detto Olga, moglie di un uomo inviato al fronte che vive nella città di Makeevka. «Non sa nemmeno come impugnare un'arma automatica». 

 

Nel Donbass usati i fucili "Mosin" della seconda guerra mondiale

Diverse testimonianze orali e video sostengono l'ipotesi che Mosca abbia fornito alle truppe nel Donbass dei fucili Mosin, un'arma del XIX secolo uscita di produzione decenni fa. Inoltre, la scorsa settimana si è diffuso su Telegram e Twitter un video di un gruppo di giovani soldati russi in prima linea che attaccano duramente il Cremlino, ripreso anche dal Times: «Il Ministero della Difesa russo non ha idea di noi o di cosa stiamo facendo qui. I nostri fucili sono degli anni '40! Non fanno fuoco! Stanno mandando in guerra dei normali studenti" dicono i ragazzi. Uno di loro dice: «Ho 18 anni» alza la sua mitragliatrice AK-47 - rilasciata per la prima volta ai soldati sovietici nel 1947 - e si lamenta: «Ci sono stati dati fucili automatici per affrontare artiglieria, proiettili di mortaio. Vi chiediamo di diffondere questo». Il video sarebbe stato girato nel retro di un veicolo militare nei pressi di Sumy.   

Soldati costretti a diventare bersagli 

In un altro video un prigioniero di guerra russo ha raccontato che tra le missioni affidate a chi è in prima linea ci sarebbe anche quella di attrarre il fuoco nemico in modo che altre unità potessero identificare le posizioni ucraine e bombardarle. Sebbene il video sia di provenienza ucraina, il racconto sarebbe stato confermato a Reuters anche da Marina, moglie di un soldato russo al fronte, che ha appreso dai messaggi che al marito era stato ordinato di attrarre su di sè il fuoco nemico. 

Alle missioni pericolose, si aggiunge la carenza di cibo e acqua denunciata da tutti gli intervistati di Reuters. Né il Cremlino né le autorità separatiste hanno risposto alle domande di giornalisti su forniture e attrezzature per i reclutati dal Donbass.

Le donne russe protestano: «Ridateci i nostri mariti» 

Nel Donbass allo scoppio del conflitto molti uomini sono stati costretti ad arruolarsi. Per questo motivo già da febbraio un centinaio di mogli, madri e sorelle hanno organizzato una rarissima manifestazione contro la leadership separatista e hanno inviato anche una petizione al presidente russo Vladimir Putin al grido di "riportateci i nostri uomini". Dopo le proteste alcune donne hanno affermato che la situazione era migliorata, perchè alcune unità sono state ritirate dalla prima linea ed è stato permesso loro di dormire in case abbandonate, invece che in trincea.

Soldati di leva: chi sono i giovanissimi russi inviati al fronte

Hanno tra i 18 e i 27 anni e vengono per la maggiorparte da famiglie povere, che non sono in grado di ottenere certificati medici per l'esenzione dalla leva obbligatoria. Sono i soldati di leva, giovanisimi dell'esercito russo che secondo le promesse del presidente Putin non dovevano essere inviati in battaglia e che invece costituiscono circa un quarto dell'esercito. Molte giovani leve catturate dagli Ucraini hanno raccontato di essere state inviate in guerra con l'inganno, dicendo loro che si trattava di un'esercitazione militare. Alcuni di loro hanno anche raccontato che nell'esercito russo sono ampiamente diffusi fenomeni di nonnismo e che abusi fisici e psicologici ai danni degli ultimi arrivati sono quotidiani. Secondo il ministero della Difesa di Mosca solo nel 2019 sono stati registrati 51.000 casi di violazioni dei diritti umani tra i giovani coscritti russi e 9.890 aggressioni sessuali. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA