Sottomarino scomparso, le preghiere di Bali: ventuno navi da guerra alla sua ricerca

Sottomarino scomparso, le preghiere di Bali: ventuno navi da guerra alla sua ricerca
Sottomarino scomparso, le preghiere di Bali: ventuno navi da guerra alla sua ricerca
di Francesca Pierantozzi
Sabato 24 Aprile 2021, 06:48 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 01:47
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La Kri Rigel-933 e la sua apparecchiatura sonar è l'ultima speranza per i 53 marinai a bordo del sottomarino indonesiano Nanggala: questa sera finiranno le 72 ore di ossigeno su cui potevano contare da quando si sono inabissati a circa cento chilometri a nord di Bali. Sul posto sono ormai al lavoro 21 navi da guerra, un elicottero, quattro fregate della polizia, altre tre imbarcazioni di soccorso.


I sofisticati sonar che equipaggiano la Kri Rigel-933 che gli indonesiani vantano come la nave più moderna di tutta l'Asia servono in genere per ricerche idro-oceanografiche. Da ieri scrutano le acque a nord dell'arcipelago in cerca di tracce del sottomarino da guerra scomparso mercoledì durante un'esercitazione. Un oggetto non identificato, «con un'alta forza magnetica» è stato individuato a cento metri di profondità. Ma il sottomarino potrebbe giacere a più di 500 metri: in questo caso, la pressione potrebbe aver schiantato lo scafo.

«Il sottomarino non si muove, solo un apparecchio sonar può individuarlo» ha detto ieri in una breve conferenza stampa alla base militare di Ngurah Rai, sull'isola di Bali, il portavoce delle forze armate indonesiane Achmad Riad.
Su quella stessa base si sono radunati i familiari dei marinai a bordo del Nanngala. Erano partiti per un'esercitazione di guerra che prevedeva anche il lancio di siluri. «Ci siamo videochiamati prima dell'inizio della missione - ha detto davanti alle telecamere la moglie di Guntur Ari Prasetyo, 39 anni, uno degli ufficiali a bordo, da dieci anni in servizio sul Kri Nanggala 402 Mi ha detto soltanto che il giorno dopo sarebbe partito in mare. Mi ha chiesto di pregare per lui, come sempre. Non posso fare altro: pregare affinché li ritrovino vivi».
L'ULTIMO SOS
C'è tempo fino a domani pomeriggio (l'alba in Indonesia): poi non ci sarà più aria nel Nanggala, sempre ammesso che la struttura abbia tenuto. Nell'area in cui il sottomarino dovrebbe essere affondato, ci sono abissi che sfiorano i 1500 metri, dicevano ieri alcuni esperti. «Finora non abbiamo trovato nessuna traccia, ma ora abbiamo le apparecchiature giuste» ha dichiarato il portavoce militare.

L'unica traccia in superficie è una chiazza di petrolio a 96 chilometri da Bali: potrebbe essere stato l'ultimo Sos dell'equipaggio, che secondo l'ipotesi più probabile, ha dovuto far fronte a un'improvvisa panne elettrica e per questo non è riuscito a lanciare nessun messaggio di emergenza.

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Per molti, la macchia di petrolio è invece un pessimo segno: «Se lo scafo si spacca, i serbatoi si aprono e il gasolio sale in superficie. Se quel carburante è davvero del sottomarino, il Nanggala ha poche speranze» ha detto ieri alla France Presse l'ex comandante francese di sottomarino nucleare Jean-Louis Vichot. Altro problema: il Kri Nanggala 402 prevede un equipaggio di non oltre 40 uomini. A bordo del sottomarino impegnato nell'esercitazione sono invece imbarcati in 53. «Tutto questo personale supplementare consuma naturalmente più ossigeno ha spiegato Vichot Quindi le riserve di ossigeno diminuiscono. Anche un'avaria nello scafo causa perdite di aria».
OLTRE 40 ANNI
Il Nanggala, di costruzione tedesca, ha più di 40 anni. Nonostante gli svariati interventi di manutenzione a ammodernamenti, presenta caratteristiche che rendono più difficile anche il recupero dei marinai a bordo in caso di localizzazione dello scafo. Era stato proprio il Kri Nanggala 402 a localizzare, lo scorso gennaio, i resti del Boeing 737-500 della Sriwijaya scomparso dai radar poco dopo il decollo dall'aeroporto di Jakarta con 62 persone a bordo. Era stato il sottomarino adesso scomparso a ritrovare le lamiere e i corpi dei passeggeri, nelle acque al largo dell'isola di Java.

 

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