Antonio Megalizzi, l'urlo della madre: «La cattiveria in persona me l'ha portato via»

Antonio Megalizzi, il dolore della madre: «La cattiveria in persona me l'ha portato via»
Antonio Megalizzi, il dolore della madre: «La cattiveria in persona me l'ha portato via»
di Italo Carmignani
Sabato 15 Dicembre 2018, 11:29 - Ultimo agg. 16 Dicembre, 09:48
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dall'inviato
STRASBURGO L'ultimo respiro è il bip di una macchina, poi più nulla. La voce di Antonio Megalizzi non arriverà più dai microfoni di Europhonica. La sua mamma Anna Maria e il papà Domenico non vedranno più il suo sorriso. E Luana, la sua fidanzata, ha perso un amore per sempre. Ventotto anni, cronista radiofonico, Antonio è la quarta vittima della strage di Strasburgo, quella messa a segno a sangue freddo da Cherif Chekatt, il killer di origini magrebine, un anno più di Antonio, ucciso l'altra sera dall'antiterrorismo francese nel quartiere di Neudorf, dopo una gigantesca caccia all'uomo.

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LE CURE
In una Strasburgo ancora attonita la morte di Antonio si muove lungo il filo del dolore che passa attraverso place Klebert, dove centinaia di francesi ricordano con le candele il massacro di martedì. Ieri, oltre al ministero dell'Interno francese, è arrivato a Strasburgo anche il primo ministro Macron per rendere omaggio alle vittime, tra cui il giovane cronista radiofonico. Le autorità francesi sono passate anche per l'ospedale Hautepierre dove sono ricoverati ancora i feriti e c'erano i genitori.
 



E qui, come tutte le mamme, anche quella di Antonio ha sperato nel miracolo, ma non è arrivato. E ora grida il suo dolore: «Me l'hanno portato via. La cattiveria in persona me l'ha portato via». Mentre la sua vita era appesa alle macchine, tanti medici si sono offerti per un consulto se si fosse affacciata la possibilità di un'operazione. Ma niente, non hanno fatto in tempo. Le reazioni alla morte si aprono presto sullo scenario del dolore.
 
 


LE REAZIONI
Su tutte, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito «una inaccettabile tragedia» la morte del giovane cronista esprimendo la sua «profonda tristezza». «Sono particolarmente vicino - ha aggiunto Mattarella - al dolore della famiglia, della fidanzata e degli amici del reporter italiano vittima dell'odio criminale e del fanatismo propugnato dal sedicente Stato islamico».

Dal canto suo, il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha sentito per telefono il padre di Antonio Megalizzi per porgergli personalmente il suo cordoglio ricordandolo così: «Un giovane con una grande passione per il giornalismo, per la radio, per le inchieste e per le istituzioni europee. Siamo uniti nel dolore».

LA PROPOSTA
Forse per questo motivo i giovani del Ppe hanno chiesto attraverso una lettera a Tajani di intitolare una sala del Parlamento europeo a Megalizzi. Tajani affida il messaggio a Twitter: «Una preghiera lo accompagni in questo viaggio verso il cielo. Ricorderò sempre quella cena a Mezzacorona dove mi parlò dei suoi sogni di giovane giornalista». Quando il giovane cronista non era ancora iscritto all'Ordine dei giornalisti, ma era in procinto di completare le pratiche per l'iscrizione nell'elenco dei pubblicisti.

Nei prossimi giorni il presidente dell'Odg del Trentino Alto Adige, Mauro Keller, consegnerà ai familiari di Antonio la tessera dell'Ordine. Dal presidente Oliveiro al sindaco di Reggio, il lutto angoscia anche la Calabria, dove il 28enne ha parenti e dove trascorreva spesso le vacanze estive. Il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà ha annunciato per i prossimi giorni la proclamazione del lutto cittadino. Quindi, l'ex ministro del Pd Graziano Del Rio: «C'è il nostro impegno per sconfiggere ogni forma di terrorismo e raccogliere il sogno di Antonio per un'Europa unita e solidale».

GLI AMICI
Chi gli era più vicino tra gli amici ha lasciato un messaggio sulla sua porta, che lui non vedrà mai. Comincia con una speranza: «Se potessi fermare il tempo lo farei per te amico mio perché i tuoi momenti più belli regalassero ai tuoi giorni una gioia sempre viva». Per chiudersi così: «Ma lasciando essere ciò che so essere di più, semplicemente un amico». Ciao Antonio.

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