Cina chiede stop vendita armi americane a Taiwan: ancora tensione sullo Stretto

Oggi cominciano le esercitazioni militari congiunte Vostok 2022 tra Russia, Cina, India, Bielorussia e Tagikistan nel sud della Russia

Cina chiede stop vendita armi americane a Taiwan: ancora tensione sullo Stretto
Cina chiede stop vendita armi americane a Taiwan: ancora tensione sullo Stretto
Martedì 30 Agosto 2022, 08:38 - Ultimo agg. 11:06
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Le tensioni tra Stati Uniti e Cina su Taiwan non si placano. Lo stretto si sta militarizzando sempre di più. Gli Stati Uniti vogliono vendere armi per 1 miliardo di dollari a Taiwan, Biden è pronto a formalizzare la proposta al Congresso americano. La Cina ha reagito molto male e stamattina c'è una dichiarazione ufficiale in cui si chiede agli Usa di fermarsi immediatamente. Gli Usa devono smettere di vendere armi a Taiwan poiché qualsiasi contatto militare con l'isola viola il principio di "una sola Cina": Così il portavoce della ambasciata cinese a Washington, Liu Pengyu, riporta la Tass. «Gli Stati Uniti devono interrompere immediatamente la vendita di armi a Taiwan e i contatti militari con Taiwan - ha detto Liu riferendosi ai piani di Washington di vendere armi per 1,1 miliardi di dollari a Taiwan - Devono smettere di creare fattori che potrebbero portare a tensioni nello Stretto di Taiwan, e dovrebbero dar seguito alla dichiarazione del governo Usa di non sostenere l' "indipendenza di Taiwan"».

L'amministrazione Biden vorrebbe vendere 60 missili antinave Agm-84L Harpoon Block II per 355 milioni e 100 missili aria-aria Aim-9X Block II Sidewinder per 85 milioni, oltre a 655,4 milioni per l'estensione di un contratto per la sorveglianza radar. La notizia arriva mentre la Cina continua a inviare quotidianamente navi e portaerei nello Stretto di Taiwan, poche settimane dopo la visita della speaker della Camera americana Nancy Pelosi.

Ieri due navi da guerra americane hanno attraversato lo Stretto di Taiwan e il passaggio non è stato indolore:  per il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian si tratta di una provocazione. La Marina militare Usa ha parlato di «una dimostrazione dell'impegno degli Stati Uniti per una regione indo-pacifica libera e aperta» in linea con “la politica di un’Unica Cina”.

Ma il governo cinese dice che «con il pretesto della libertà di navigazione, le navi da guerra americane mettono in mostra la loro forza: non si tratta di una promessa di ‘libertà e di apertura’, ma di una provocazione che cerca di scatenarsi sulla libertà e di un deliberato sabotaggio della pace e della stabilità regionale».

Oggi cominciano le esercitazioni militari congiunte Vostok 2022 tra Russia, Cina, India, Bielorussia e Tagikistan nel sud della Russia. 

Perché c'è tensione tra Cina e America su Taiwan

La tensione, sempre presente fra i due Paesi, ha subito un picco lo scorso 2 agosto quando c'è stata la visita di Nancy Pelosi a Taiwan. La tappa della speaker della Camera ha provocato un terremoto. Pelosi è stata anche insignita della più alta onorificenza civile di Taiwan. «La determinazione dell’America di preservare la democrazia, qui a Taiwan e ovunque nel mondo, resta a prova di bomba», aveva detto Pelosi durante la conferenza stampa facendo infuriare la Cina che professa il principio di "una sola Cina": in pratica considera Taiwan un proprio territorio. Il punto è che gli Stati Uniti riconoscono la Repubblica Popolare come unico legittimo stato cinese ma allo stesso tempo supportano militarmente Taiwan almeno dal 1979.

La risposta cinese a Pelosi è stata muscolare: da agosto ci sono state oltre 600 incursioni nello spazio aereo taiwanese.  

Pochi giorni fa, inoltre, si è conclusa la terza visita a Taipei di un esponente del Congresso americano. Perché non è volata a Taiwan solo Nancy Pelosi ma anche la senatrice repubblicana Marsha Blackburn e pure il senatore democratico Ed Markey.

Blackburn, repubblicana del Tennessee, è atterrata all'aeroporto Songshan di Taipei dove è stata accolta da Douglas Hsu, direttore generale del dipartimento per gli Affari nordamericani del ministero degli Esteri taiwanese. Oltre all'incontro con Tsai, la senatrice avrà una colazione di lavoro con il ministro degli Esteri Joseph Wu, prima della sua partenza fissata per domani 27 agosto. La visita di Blackburn è la terza a Taipei da parte di membri del Congresso Usa in questo mese allo scopo di «dimostrare il forte sostegno e impegno per Taiwan», ha precisato una nota del ministero degli Esteri diffusa ieri.

Blackburn è arrivata a Taipei dopo aver visitato la Papua Nuova Guinea e gli stati insulari del Pacifico delle Isole Salomone e delle Fiji, dove ha incontrato i massimi leader del governo, secondo il suo comunicato stampa. In un tweet di giovedì, la senatrice ha invitato il governo Usa ad «approfondire le relazioni con le Isole del Pacifico e a garantire la loro sicurezza operativa e fisica così come la nostra» man mano che l'influenza della Cina nella regione cresce.

«Sono appena atterrata a Taiwan per inviare un messaggio a Pechino: non saremo vittime di bullismo - aveva scritto su Twitter appena arrivata a Taipei -. Gli Stati Uniti rimangono fermi nel preservare la libertà in tutto il mondo e non tollereranno gli sforzi per minare la nostra nazione e i nostri alleati». La Cina rivendica l'isola come parte «inalienabile» del suo territorio da riunificare anche con l'uso della forza, se necessario.

Budget Difesa taiwanese mai così alto

Taiwan ha deciso di aumentare il budget per la Difesa del 13,9% nel 2023, al record di 586,3 miliardi di dollari taiwanesi (19,41 miliardi di dollari), includendo l'acquisto di nuovi caccia e altro materiale, in risposta alla crescente minaccia militare della Cina e delle sue attività intorno all'isola dopo la visita di Pelosi. Il pacchetto, su cui dovrà esprimersi il Parlamento, segna il sesto anno di fila di crescita dei fondi per la difesa dal 2017. Le spese militari, nel complesso, rappresentano il 14,6% del bilancio del governo per il 2023, di cui sono la quarta voce più grande. 

Taiwan aveva annunciato lo scorso anno un budget extra per la Difesa di 8,69 miliardi di dollari entro il 2026 (in aggiunta alle spese militari annuali, soprattutto per armi alla Marina, inclusi missili e navi), come misura studiata contro le continue pressioni militari cinesi sull'isola che Pechino considera una parte «inalienabile» del suo territorio.

Lo scorso marzo, nell'ambito del bilancio statale del 2022, la Cina ha annunciato un aumento del budget della Difesa del 7,1%, a 1.450 miliardi di yuan (circa 210 miliardi di dollari), attirando le tradizionali critiche sulla opacità delle spese ritenute essere ben superiori a quanto ufficialmente indicato. La presidente taiwanese Tsai Ing-wen, così come specularmente sostenuto dal presidente della Repubblica popolare Xi Jinping fin dalla sua salita al potere nel 2012, ha fatto della modernizzazione delle forze armate una priorità a tutela dello status quo delle relazioni attraverso lo Stretto di Taiwan. La Cina sta spendendo enormi risorse in attrezzature avanzate, inclusi jet invisibili e portaerei, mentre Taiwan sta cercando di opporre strategie di difesa «a porcospino», secondo l'approccio suggerito dal Pentagono, per scoraggiare una possibile invasione dell'isola (che è «una portaerei inaffondabile», secondo la definizione del generale Douglas MacArthur) dotandosi di armi come i missili che possono colpire lontano nel territorio cinese.

Taiwan rifiuta le pretese di sovranità di Pechino, affermando che la Repubblica popolare non ha mai governato l'isola e che solo il popolo di Taipei può decidere il proprio futuro. Tsai ha ribadito che la determinazione a proteggere sovranità, libertà e democrazia dell'isola non cambierà «a causa di pressioni o minacce». Allo stesso tempo, «Taiwan non provocherà incidenti né intensificherà i conflitti», ha aggiunto la presidente.

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