Terremoto Taiwan, così una maxi-sfera ha salvato il Taipei 101: progettata e costruita in Italia

Il sistema è stato realizzato dalla Fip Mec di Selvazzano e collaudato da Renato Vitaliani

Terremoto Taiwan, così una maxi-sfera ha salvato il Taipei 101: progettata e costruita in Italia
Terremoto Taiwan, così una maxi-sfera ha salvato il Taipei 101: progettata e costruita in Italia
Giovedì 4 Aprile 2024, 09:04 - Ultimo agg. 21:07
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Il grattacielo dei record, il Taipei 101, si è salvato dal terremoto di Taiwan grazie a una maxi-sfera posta tra l'87esimo e il 92esimo piano dell'edificio, frutto del lavoro di un'impresa di Selvazzano (Padova), la Fip Mec, e che è stata collaudata da Renato Vitaliani, ex docente di ingegneria civile edile e ambientale dell'Università di Padova, ora in pensione. Il "Tuned Mass Damper" è una sorta di maxi-pendolo - racconta Vitaliani all'Ansa - che bilancia le scosse, una sorta di assorbitore armonico che ha impedito che il grattacielo, l'undicesimo al mondo in ordine di grandezza, crollasse al suolo.

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Vitaliani collaudò l'opera - ricorda lui stesso - circa una decina di anni fa, "certificando" il funzionamento dell'enorme sfera d'acciaio di 660 tonnellate, in grado di bilanciare scosse sismiche e forti raffiche di vento, che venne collocata appunto sulla sommità del Taipei 101, a 508 metri di altezza su Taiwan. Il "Tuned Mass Damper" installato all'interno del grattacielo è il più grande al mondo, una sorta di assorbitore armonico che previene cedimenti strutturali in caso di scosse di elevata entità.

La maxi-sfera

«La Fip di Padova realizza dispositivi antisismici che sin dal 1974 rappresentano le tecniche più avanzate per la salvaguardia di ponti ed edifici - racconta -.

Per il Taipei 101 ha realizzato il dissipatore viscoso della sfera, e io l'ho collaudato». L'edificio si è inclinato ma ha resistito comunque all'incredibile onda d'urto della scossa tellurica. «Secondo me, da una prima analisi - spiega Vitaliani - si è inclinato per la liquefazione del terreno». Dopo le prime tecniche utilizzate negli anni '50 in Giappone «costipando il terreno e poi mettendo la ghiaia, e quindi il fabbricato vi 'scivolava' sopra, adesso ci sono degli isolatori - sottolinea il docente padovano - più performanti che vengono messi sotto i pilastri e posso essere in neoprene o il doppio pendolo che la Fip sperimentò per prima usandolo per il terremoto dell'Aquila».

 

Come funziona

Un pendolo, dunque, che come a Taipei agisce «in contrapposizione di fase rispetto alle oscillazioni indotte dalla torre e quindi le diminuisce notevolmente. Attorno vi sono dei dissipatori energetici, dei sistemi smorzanti - aggiunge Vitaliani - che bloccano il pendolo quando il sisma termina per evitare danni alla struttura». In altre parole la sfera del diametro di 5,5 metri formata da 41 dischi e sostenuta da otto pompe idrauliche controbilancia le oscillazioni, come già accaduto durante la sua costruzione, quando resistette ad una scossa di magnitudo 6.8.

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