Terza guerra mondiale, Medvedev: «Inevitabile se la Nato toccherà la Crimea, sarebbe un disastro totale»

L'oligarca Oleg Deripaska definisce l'invasione dell'Ucraina un «colossale errore»

Terza guerra mondiale, Medvedev: «Inevitabile se la Nato toccherà la Crimea»
Terza guerra mondiale, Medvedev: «Inevitabile se la Nato toccherà la Crimea»
Martedì 28 Giugno 2022, 19:14 - Ultimo agg. 29 Giugno, 07:46
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Medvedev fa ancora parlare di sé. Dopo le già super discusse uscite delle ultime settimane, l'ex presidente ha lanciato un ultimo attacco all'Occidente. Con un riferimento chiarissimo alla Nato. «Se cercasse di strappare la Crimea al controllo russo, farebbe scoppiare la Terza guerra mondiale». Come spesso accaduto dall'inizio della guerra in Ucraina, Medvedev fa la voce grossa per indicare le linee rosse del Cremlino. Ma ad alzare la voce, questa volta dissenziente, è anche uno dei maggiori oligarchi, Oleg Deripaska, che definisce l'invasione dell'Ucraina un «colossale errore». E nel frattempo Mosca estende le sanzioni contro esponenti americani, compresa la moglie e la figlia del presidente Joe Biden. «Qualsiasi tentativo di invadere la Crimea equivarrebbe a una dichiarazione di guerra contro la Russia. Se uno Stato membro della Nato facesse una tale mossa, porterebbe a un conflitto contro l'intera Alleanza, a un disastro totale», ha avvertito Medvedev, attuale vice segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale.

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Perché la Crimea per Mosca è così vitale

Un'indicazione chiara, se mai ce ne fosse stato bisogno, del fatto che Mosca considera di interesse vitale il controllo della strategica penisola - riannessa alla Russia nel 2014 dopo 60 anni di sovranità ucraina (prima e dopo il crollo dell'Urss) -, base della sua flotta sul Mar Nero. Fonti anonime della Casa Bianca, del resto, hanno confidato alla Cnn i loro dubbi sul fatto che l'Ucraina possa recuperare sul campo di battaglia non solo la Crimea e il territorio delle repubbliche secessioniste del Donbass, ma anche le regioni del Paese conquistate dalle truppe d'invasione a partire dal 24 febbraio. Per questo i consiglieri di Biden avrebbero cominciato a discutere sull'opportunità che Zelensky «moderi le sue aspettative». Interrogato in proposito durante la conferenza stampa seguita al vertice del G7 a Elmau, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha riconosciuto che il «costante progresso delle forze russe nelle ultime due settimane» nell'est dell'Ucraina crea «preoccupazione». «Ma ciò - ha sottolineato il premier - non significa che il nostro sostegno all'Ucraina non continui». «Più armi gli occidentali inviano in Ucraina, più durerà il conflitto e continuerà l'agonia del regime nazista», ha affermato da parte sua il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov da Ashgabad, capitale del Turkmenistan, dove il presidente Vladimir Putin è atteso domani per il vertice dei Paesi del Mar Caspio dopo una prima tappa in Tagikistan.

Si tratta del primo viaggio all'estero del capo del Cremlino dall'inizio della guerra.

Del tutto simboliche appaiono le nuove sanzioni annunciate da Mosca contro 25 americani, comprese la first lady Jill Biden e la figlia del presidente, Ashley. Più sorprendente la presa di posizione di Deripaska, fondatore del colosso dell'alluminio Rusal, già uomo più ricco della Russia e alleato di Putin. «È interesse della Russia distruggere l'Ucraina? Evidentemente no - ha affermato -. Sarebbe un errore colossale». Un'espressione che ha usato più volte, riconoscendo però che «non c'è il potenziale per un cambio di regime» in Russia. A confermare l'inasprimento della repressione delle voci dissidenti è arrivata oggi la condanna a 15 giorni di arresto per Ilya Yashin, uno dei principali oppositori russi, accusato di «disobbedienza alla polizia». Un'imputazione che Yashin ha respinto, dicendo di essere stato prelevato dagli agenti mentre conversava con una giornalista su una panchina di un parco di Mosca.

 

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