Tonga, i racconti dei sopravvissuti: «Trascinati in mare per chilometri»

Tonga, i racconti dei sopravvissuti: «Trascinati in mare per chilometri»
Tonga, i racconti dei sopravvissuti: «Trascinati in mare per chilometri»
di Anna Guaita
Venerdì 21 Gennaio 2022, 08:08 - Ultimo agg. 23 Gennaio, 09:15
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«Un paesaggio lunare» ha accolto ieri i primi soccorsi atterrati nell'isola principale dell'arcipelago di Tonga. Per cinque giorni i ragazzi delle scuole hanno lavorato senza sosta per pulire l'aeroporto dalla coltre di due centimetri di cenere che ha coperto le isole dopo l'eruzione del vulcano sottomarino. La giornalista Marianne Kupu, della Broadcom Broadcasting, che ha sede nella capitale Nuku'alofa, ha raccontato alla Bbc che lo sforzo dei ragazzini ha permesso agli aerei australiano e neozelandese di atterrare con il loro carico di emergenza. Le isole sono state spazzate da un violento tsunami causato dall'eruzione e sono state tutte ricoperte dalla cenere che il vulcano ha sputato nell'aria creando una colonna di fumo, cenere e gas alta 10 chilometri e larga 200. Le costruzioni costiere sono state spazzate via da onde alte fino a 15 metri, mentre le riserve di acqua sono state inquinate dall'acqua del mare e dalla pioggia di detriti. Gli aerei arrivati ieri portavano a bordo le riserve immediate, acqua, cibo, medicinali e tende, ma in seguito dovrebbero arrivare anche delle navi australiane e neozelandesi con impianti di desalinizzazione e ospedali da campo. La navigazione tuttavia procede a grande lentezza, perché nessuno può sapere se i percorsi navali tradizionali non siano stati travolti dal terremoto sotterraneo causato dall'eruzione.

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Da un'isola all'altra

Tutti parlano dell'avventura incredibile di Lisala Folau, un uomo di 57 anni che lo tsunami ha strappato all'isola di Atataa e ha spinto sulla spiaggia di Tongatapu, a una distanza di quasi 8 chilometri.

L'uomo è un falegname disabile che è sopravvissuto galleggiando tra le onde per 28 ore. «Ho gridato aiuto ma non c'era nessuno. Pensavo a mia nipote che era stata spazzata via, mentre io ero riuscito a sopravvivere», ha raccontato. Quando è riuscito ad arrivare sull'altra isola, si è trascinato barcollando sulla strada asfaltata ed è stato soccorso da un'auto.

Intanto, a bordo delle navi dei soccorsi ci sono anche squadre di subacquei specializzati nel tracciare la mappa del fondale proprio per accertarsi che si possa procedere senza incidenti. Non è ancora chiaro quanti morti la catastrofe abbia causato, e le comunicazioni rimangono difficili perché riparare l'unico cavo a fibre ottiche che unisce l'arcipelago al resto del mondo richiederà varie settimane. Solo i collegamenti satellitari possono avvenire, ma anch'essi disturbati dalla spessa polvere.
 

 
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