Trump, primo comizio del tycoon: via tour-vendetta ma trema per le accuse penali a New York

Trump, primo comizio del tycoon: via tour-vendetta ma trema per le accuse penali a New York
Trump, primo comizio del tycoon: via tour-vendetta ma trema per le accuse penali a New York
Sabato 26 Giugno 2021, 18:53
3 Minuti di Lettura

Donald Trump ritorna. Il tycoon vola in Ohio per il suo primo comizio dall'addio alla Casa Bianca e dal 6 gennaio, il giorno dell'assalto al Congresso. Un appuntamento con il quale apre l'atteso tour della vendetta contro quei repubblicani 'traditorì che non lo hanno difeso. Per l'ex presidente si tratta di una prova di forza contro il suo partito e di un test per le sue ambizioni politiche, visto che continua ad assaporare l'idea di una sua candidatura nel 2024. Un sogno che vacilla però sotto il peso delle varie inchieste aperte nei suoi confronti e in quelli della sua società. Proprio il procuratore di Manhattan potrebbe annunciare a giorni accuse penali nei confronti della Trump Organization e del suo direttore finanziario Allen Weisslberg per questioni fiscali.

Trump, le accuse

Nel provvedimento non ci sarebbe alcun riferimento all'ex presidente ma è evidente che le accuse potrebbero creare non pochi problemi al proseguire della carriera politica di Trump. A complicare ulteriormente il quadro per il tycoon è il susseguirsi di indiscrezioni che lo riguardano: dall'essere stato scaricato dalla figlia prediletta Ivanka per le continue lamentele sulle "elezioni rubate", alle sue presunte richieste di «spaccare la testa» ai manifestanti del Black Lives Matter durante l'estate delle proteste per la morte di George Floyd. Mesi convulsi quelli del 2020 durante i quali, secondo quando rivelato da un nuovo libro su Trump, l'ex presidente avrebbe valutato di ricorrere all'Insurrection Act per schierare l'esercito nelle strade. Incurante dei rumors e delle voci, il tycoon si presenta nella contea di Lorain, non lontano da Cleveland, ostentando la sicurezza di sempre, forte dell'appoggio della sua fedelissima base. Ai suoi sostenitori si rivolge per sponsorizzare la candidatura di Max Miller alla Camera al posto del repubblicano Anthony Gonzalez, ritenuto da Trump un 'traditorè. Gonzalez è stato infatti uno dei pochi deputati conservatori che ha votato a favore dell'impeachment di Trump dopo l'assalto al Congresso.

Insomma per l'ex presidente è un 'RINO', un 'Republican in Name Only' che non merita di essere in Congresso e che non rappresenta gli elettori. Il partito repubblicano, spaccato in una guerra che continua a essere fratricida, teme la discesa in campo di Trump in vista delle elezioni di medio termine del 2022, che decideranno la composizione del Congresso dove al momento i democratici hanno sottili maggioranze sia alla Camera sia al Senato.

Se da una parte Trump, con i suoi 75 milioni di voti incassati, è una potenza e una potenziale risorsa da sfruttare, dall'altra per molti non riflette i valori repubblicani e non può essere il volto del partito. Il tour della vendetta quindi agita l'establishment conservatore, impotente però di fronte all'appeal che l'ex presidente continua a esercitare e sul quale vuole continuare a far leva contando sull'appoggio di alcuni fedelissimi. Fra questi il governatore del Texas, Greg Abbott, che ha promesso di continuare sulla strada del tycoon: porterà avanti i lavori per la costruzione del muro al confine con il Messico, con l'obiettivo di realizzare la promessa fatta nel 2016 da Trump durante la campagna elettorale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA