Trump e la linea dura sul caso Floyd: «Alle elezioni potrebbe aiutarlo»

Trump e la linea dura sul caso Floyd: «Alle elezioni potrebbe aiutarlo»
Trump e la linea dura sul caso Floyd: «Alle elezioni potrebbe aiutarlo»
di Raffaele Alliegro
Mercoledì 3 Giugno 2020, 19:59 - Ultimo agg. 20:04
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I sondaggi danno favorito Biden, il suo rivale alle elezioni presidenziali di novembre. E questo sembra essere il momento più difficile della sua presidenza, stretto com'è tra le rivolte che incendiano gli Stati Uniti dopo la morte dell'afroamericano George Floyd e una pandemia che ha già provocato oltre 100mila morti, cioè più di tutti i soldati Usa uccisi sui campi di battaglia dalla Guerra di Corea in poi. Eppure, per Donald Trump, proprio questi potrebbero essere i giorni della ripresa: quelli in cui si comincia a intravedere la rielezione e a scongiurare l'incubo di passare alla storia come presidente di un solo mandato. Nelle sue speranze, è proprio la linea dura che ha assunto contro gli scontri e i saccheggi a potergli garantire la rielezione.

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Molto dipenderà dalla sua capacità di riconquistare quella “maggioranza silenziosa” che sembra avergli voltato le spalle nell'emergenza del coronavirus, lo incoraggia sulla strada della repressione dei saccheggi e tuttavia non sembra seguirlo quando fa sgombrare i manifestanti davanti alla Casa Bianca per raggiungere la St. John Church con una Bibbia in mano.

Nell'ultimo sondaggio Cbs News/Yougov, Biden è davanti a Trump di 4 punti a livello nazionale nella corsa per la Casa Bianca: 47% a 43%. L'ex vicepresidente è avanti da febbraio tra i 2 e i 6 punti percentuali. E nella media di RealClearPolitics l'ex vice di Obama ha un vantaggio di sei punti (48,6% a 42,6%). Nelle presidenziali degli Stati Uniti la vittoria non è determinata dal voto nazionale ma da quello in ogni singolo Stato. Tuttavia ora Biden, sempre secondo la media di RealClearPolitcs, risulta davanti anche in alcuni Stati in bilico, come il Wisconsin (+2,7%), la Pennsylvania (+6,5%) e la Florida (+3,5%). In North Carolina invece Trump ha un punto di vantaggio. Un sondaggio Reuters/Ipsos ha inoltre rivelato che il 64% degli americani è a favore dei manifestanti, il 27% è contrario e il 9% per cento non ha una posizione. Il 55% dice di disapprovare il comportamento di Trump e la sua popolarità è calata al 39%. Tuttavia essere a favore dei manifestanti non vuol dire sostenere tutti i tipi di protesta. Anzi, moltissimi americani vedono come il fumo negli occhi i saccheggi che distruggono strade e negozi, di solito di notte, da parte di bande organizzate. Ed è proprio da questo che il presidente Usa potrebbe far partire la sua controffensiva elettorale.

“Trump punta sulla maggioranza silenziosa”. Così Politico ha titolato un lungo articolo di David Siders in cui si sostiene che sono le periferie il luogo in cui “Trump ha trovato la maggior parte del suo sostegno nel 2016”. Eppure è stato proprio nelle periferie che i democratici hanno ottenuto i loro voti nelle ultime elezioni di due anni fa. Ora il presidente vuole riconquistare quelle aree e spera che gli elettori guardino alla Casa Bianca per ottenere la stabilità perduta con il caos e i saccheggi di questi giorni. “Ci sono milioni di potenziali elettori, persone che vivono in aree rurali ed extraurbane, ma anche in periferie abitate dalla classe operaia come la contea di Macomb, fuori Detroit. È a questo che i repubblicani si riferiscono quando parlano di una nuova maggioranza silenziosa: elettori disgustati dalla violenza della polizia che però non si stanno unendo alla protesta”.

Gideon Rachman, del Financial Times, ritiene che un elettorato spaventato dai disordini scoppiati dopo la morte di Floyd potrebbe aiutare Trump negli stati del Mid-West che sono stati cruciali per la sua vittoria nel 2016. E il politologo statunitense Edward Luttwak ha detto con estrema chiarezza che “Trump ha gestito la protesta di strada dell’ultima settimana con mano ferma, a differenza di quanto hanno fatto tanti degli amministratori locali che hanno lasciato la folla libera di distruggere la proprietà pubblica e privata. Gli elettori puniranno chi non ha saputo difenderli in questo frangente, e premieranno il presidente per la sua fermezza”.

Ma Trump dovrà guardarsi anche da Trump. Perché di fatto la cosiddetta maggioranza silenziosa è formata da quegli elettori moderati e indipendenti che rappresentano circa un terzo dell'elettorato e danno la vittoria ora all'uno ora all'altro candidato. Gli elettori che nel 2008 votarono per Obama, nel 2016 fecero vincere Trump e nel voto di metà mandato del 2018 hanno premiato i democratici. Ora questo pezzo di società americana, assieme ad alcuni senatori repubblicani, sembra non aver gradito, ad esempio, la decisione di sgomberare i manifestanti dall'area antistante la Casa Bianca per permettere al presidente di raggiungere la chiesa di fronte. Così come il Pentagono e i generali si stanno mettendo di traverso all'ipotesi di schierare l'esercito contro le violenze.

Il presidente Usa vorrebbe ricorrere all'Insurrection act, una legge del 1807 che gli dà il diritto di schierare in territorio nazionale l'esercito federale. Ma il capo del Pentagono, Mark Esper, ha detto di essere contrario all'uso di questa legge. E ha affermato di non sapere che avrebbe fatto parte di una “photo opportunity” con il presidente che teneva una Bibbia in mano davanti alla St. John Church, di fronte alla Casa Bianca. Il suo obiettivo, ha affermato, è quello di mantenere il dipartimento della Difesa «al di fuori della politica».

Probabilmente ogni cosa si deciderà, come sempre, nei due mesi precedenti le presidenziali. E il risultato dipenderà dalla situazione economica. È infatti il quadro economico quello che preoccupa di più la squadra del presidente, con un crollo del 5% del Pil nel primo trimestre dell'anno e altri 2,1 milioni di americani che negli ultimi giorni hanno fatto richiesta di un sussidio di disoccupazione facendo salire a oltre 40 milioni il numero dei disoccupati, in pratica un lavoratore su quattro. Su questo fronte si giocherà il risultato delle elezioni, oltre che su quello dell'ordine pubblico. Trump lo sa. E non vuole perdere.

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