Imprenditore italiano ucciso in Brasile davanti al suo bar, Fabio Campagnola aveva 50 anni. Omicidio dopo un battibecco per un carretto

Il delitto dopo una discussione avvenuta davanti alla gelateria che l'uomo aveva aperto in Brasile

Imprenditore italiano ucciso davanti al suo bar, Fabio Campagnola aveva 50 anni e lascia un bimbo di 7 anni
Imprenditore italiano ucciso davanti al suo bar, Fabio Campagnola aveva 50 anni e lascia un bimbo di 7 anni
Mercoledì 4 Gennaio 2023, 12:41 - Ultimo agg. 5 Gennaio, 08:25
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Omicidio in Brasile. L'imprenditore italiano Fabio Campagnola, di 50 anni, è stata ucciso ieri con colpi di pistola a Marechal Deodoro, nello Stato brasiliano dell'Alagoas. L'omicidio dopo una discussione davanti alla gelateria di proprietà dell'italiano. Lo riportano i media brasiliani. Campagnola era proprietario dal 2013 del locale Il Meneghino, a Praia do Francês, ed era anche socio da tre anni dello snack bar Pippos snack and meals, a Ponta Verde. Lascia un bambino di sette anni che aveva avuto dalla moglie di Alagoas.

«Fabio e questo signore, questo assassino, avevano avuto un battibecco per un carrettino che quell'uomo voleva mettere davanti alla sua gelateria. Gli ha spiegato, tranquillamente, che non poteva. A quel punto si è alterato e gli ha sparato due volte: prima alla gamba e, una volta a terra, il colpo finale. I soccorritori hanno provato a rianimarlo, inutilmente». È la ricostruzione di Cinzia Campagnola, sorella di Fabio, 52 anni.

Nonostante la grande distanza, erano uniti, spiega. «Ci sentivamo almeno tre volte la settimana in videochiamata, anche via whatsapp - fa sapere la donna, che abita a Casale Popolo (Casale Monferrato) -.

L'ultima, con l'altro mio fratello, il 31 dicembre per farci gli auguri di buon 2023». A Campagnola, il Brasile piaceva da sempre. «Ci era andato in vacanza una volta, poi era ritornato. A un certo punto, nonostante il lavoro in un negozio di abbigliamento per le organizzazioni di soccorso, ci ha confidato "Io sto bene là, vorrei aprire una gelateria, un bar, qualcosa"». Sul possibile rimpatrio della salma del 52enne, fratello e sorella fanno sapere di essere in partenza per il Sudamerica il più presto possibile: «Quando arriveremo là, con mia cognata e l'altro figlio decideremo insieme cosa fare». 

Campagnola era originario di Casale Monferrato (Alessandria) e, in particolare, di frazione Casale Popolo. Era padre di due figli: uno adulto, che non vivrebbe in Brasile, e uno di 7 anni, avuto dalla relazione con una donna dello Stato di Alagoas. «Il Comune - dice il sindaco Federico Riboldi - è a completa disposizione della famiglia per qualsiasi necessità. Ai suoi cari il cordoglio e la vicinanza della comunità casalese».

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L'avvocato Claudio Falletti, da Alessandria, vicepresidente dell'Organizzazione mondiale avvocati, ha contattato il sindaco e si è detto «a disposizione per eventuale necessari approfondimenti sul caso, grazie anche alla rete di colleghi in Brasile su cui posso contare, oltre naturalmente al collegamento con la Farnesina».

«È troppo - scrive sui social Fabio G., un casalese - il dolore che sto provando. Non ci sono parole, ma per te amico mio devo trovare la forza di farlo. Prima come avversari in campo, poi come compagni di squadra, poi come veri amici... quanti ricordi in campo e fuori, giornate intere passate insieme, serate indimenticabili, momenti importanti della nostra vita, indelebili nella mia mente. Anche qualche litigata ci siamo fatti, però poi il giorno dopo era tutto come prima. Anche in questi anni a km di distanza la tua videochiamata non mancava mai. Ti ho voluto bene come un fratello, nella vita dicono che i veri amici si contano sulla punta della dita di una mano. Tu eri e sarai per sempre parte di quella mano».

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