Ucraina, migliaia di bambini da salvare: «Per chi non ha mamma e papà il dramma è anche peggiore»

Tuttavia al momento le partenze per l'Ucraina da parte delle coppie italiane aspiranti genitori adottivi sono «sconsigliate»

Ucraina, migliaia di bambini da salvare: «Per chii non ha mamma e papà il dramma è anche peggiore»
Ucraina, migliaia di bambini da salvare: «Per chii non ha mamma e papà il dramma è anche peggiore»
Sabato 26 Febbraio 2022, 16:10
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Sono migliaia in Ucraina i bambini evacuati dagli orfanotrofi, portati in salvo per sfuggire ai bombardamenti della guerra. Gli enti italiani del circuito adozioni e di assistenza ai malati pediatrici oncologici lanciano un appello: «Subito un corridoio umanitari per portarli in salvo».

In Ucraina «per chi non ha nemmeno la mano di mamma e papà da stringere per sentirsi un pò più sicuro - racconta Masha, cooperante dell'organizzazione italiana di AiBi - il dramma è anche peggiore». Tuttavia la Cai (Commissione per le adozioni internazionali), difronte al pericolo del fuoco russo, sconsiglia i viaggi in Ucraina per le adozioni. 

Ucraina, «Impossibile fuggire dalla città»

«Le strade di Kiev sono piene di soldati russi armati. Impossibile fuggire dalla città dove ormai anche la benzina è finita». È la testimonianza di Masha, cooperante dell'organizzazione italiana di AiBi (Amici dei bambini), sulla situazione odierna nella capitale ucraina. «In una guerra non ci sono vincitori, ci sono solo quelli che perdono. Io sono sicura: non combatterò mai. Non lo farò nemmeno per difendermi, perché - ha aggiunto la cooperante esprimendo uno stato d'animo presente nella popolazione ucraina - non ha senso uccidere qualcuno per difendersi. E non fuggirò: se la guerra arriverà a colpire le case e le persone, ho già dato la mia disponibilità all'ospedale vicino casa per dare una mano in caso di bisogno».

Per AiBi (attiva nel paese dal 1999), Masha è impegnata a sostenere i minori dell' orfanotrofio Volodarka, dove in queste ore drammatiche, gli interventi si sono accentuati: «perché la guerra è sempre e comunque una tragedia, ma per chi non ha nemmeno la mano di mamma e papà da stringere per sentirsi un pò più sicuro, il dramma è anche peggiore». Insieme ai partner locali in Ucraina e in Moldova, AiBi, fra l'altro, si appresta ad accogliere i profughi in fuga e si è attivata per supporto psicologico specifico ai bambini e ai ragazzi, in attività ludiche, nella fornitura di alimenti, vestiti, materiale scolastico. È inoltre disponibile, in coordinamento con la rete di organizzazioni locali del settore, a contribuire alle spese di trasporto per permettere ai minori di lasciare le zone più critiche del conflitto. Per sostenere queste attività, AiBi ha lanciato una raccolta fondi #BAMBINIxLAPACE.

Cai: «Sconsigliamo le partenze per le adozioni»

Sono «sconsigliate» le partenze per l'Ucraina da parte delle coppie italiane aspiranti genitori adottivi. Un avviso in tal senso, agli enti che si occupano delle adozioni internazionali, è stato inviato questa mattina dalla Commissione per le adozioni internazionali (Cai). Analogo invito a posticipare le partenze è stato rivolto anche alle coppie dirette nella Federazione Russa. «In questa fase - ha detto vicepresidente della Cai, Vincenzo Starita - è sconsigliato andare in Ucraina. Questa mattina abbiamo diramato agli enti un'indicazione in tal senso. Non possiamo impedire alle persone di viaggiare, decisione che spetta al Ministero degli esteri, ma lo sconsigliamo». A scopo adottivo, al momento in Ucraina ci sono due coppie italiane, entrambe a Kiev. Una coppia, ha riferito Starita, ha completato l'iter adottivo e ieri la Cai ha autorizzato il rientro in Italia con il figlio; questa coppia è stata presa in carico dall'Ambasciata italiana «che si sta attivando per garantire il suo rientro».

 

L'altra coppia invece è ancora nel corso delle procedure e ha chiesto di poter avere l'udienza con il giudice in modalità online. Anche questa coppia «è stata segnalata ed è seguita dall'Ambasciata». A coloro che comunque vogliano partire lo stesso o non possono rinviare la partenza, Starita ha rivolto l'invito ad informare la Cai e ad iscriversi al portale della Farnesina italianinelmondo, «così da essere messi nelle condizioni di essere affiancati». Il vicepresidente della Cai ha inoltre reso noto di aver invitato gli enti che si occupano di adozioni nella Federazione Russa di rinviare le partenze; «anche in questo paese sono presenti due coppie italiane ed altre stanno per partire. Abbiamo invitato gli enti a posticipare queste partenze».

Ucraina, «Impossibile portare al sicuro i bimbi malati di tumore. Saremo presto a corto di farmaci»: l'appello dell'oncologo

Kiev, evacuati bimbi con tumore.
Dall'Oms 3,5 mln per materiale medico

Li hanno portati via nella notte con le loro famiglie perchè Kiev, ormai, è diventata una città «troppo pericolosa», soprattutto per loro. Sono 4 bambini malati di tumore, ma altri ne seguiranno, per i quali le cure erano diventate a rischio a causa dell'escalation di violenza nella capitale dell'Ucraina. Li hanno trasferiti nella città di Ternopil, ad ovest, dove c'è un ospedale che potrà accoglierli e proprio in questa città la Ong Soleterre sta allestendo un centro di accoglienza perchè si teme, a breve, l'arrivo di un'ondata di persone in fuga dalla capitale. E intanto, già si registrano le prime carenze di farmaci negli ospedali. A dare voce al dramma di questi piccoli pazienti oncologici è proprio la Ong Fondazione Soleterre, che lavora in Ucraina dal 2003 garantendo assistenza ai bambini malati di tumore e supportando una Casa di accoglienza a Kiev, la Dacha.

Dalla Dacha i primi 4 pazienti sono stati evacuati la scorsa notte, ma altri bimbi malati ed in condizioni più gravi sono rimasti bloccati a Kiev perchè non trasportabili: 25 all'Istituto per il cancro e 20 all'Istituto di neurochirurgia. La situazione, affermano da Soleterre, è grave ed è stato necessario trasferire 15 piccoli - le cui condizioni sono particolarmente delicate e che non possono assolutamente interrompere le cure - in un 'bunker' sotterraneo dell'Istituto per il cancro. La speranza è che lì posano essere maggiormente al sicuro. I bambini con patologie oncologiche, racconta Natalia Onipko, presidentessa della Fondazione Zaporouka, l'organizzazione gemella di Soleterre che gestisce la Dacha, «stanno affrontando due guerre: quella contro il cancro e contro l'invasione russa. Sono stremati, alcuni hanno già vissuto questi traumi nel 2014».

Kiev, afferma, «non è più sicura, i bombardamenti proseguono e la sicurezza dei nostri pazienti è a rischio. Il seminterrato della nostra Dacha, è troppo precario, i bambini sono impauriti e la nostra priorità è metterli in salvo e continuare le loro cure salvavita». Ed in vista di un peggioramento della situazione, Soleterre sta collaborando con l'ospedale di Ternopil per attrezzare una struttura di accoglienza: «Nelle prossime ore prevediamo infatti un esodo da Kiev verso Ovest e mancano già i medicinali. Abbiamo bisogno della solidarietà di tutti, non ci lasciate da soli», è l'appello di Natalia Onipko.

Soleterre è sul posto e sta già supportando garantendo forniture di beni essenziali. Ma il rischio che la carenza di farmaci si aggravi è concreto, e l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si è attivata con urgenza: «Continueremo a fornire assistenza sanitaria e a sostenere le persone in tutta l'Ucraina colpite da questa crisi» e a questo scopo sono stati sbloccati 3,5 milioni di dollari di fondi urgenti per l'invio di materiale medico nel Paese, ha annunciato il direttore generale dell'Oms Tedros Ghebreyesus, dicendosi «profondamente preoccupato per la salute del popolo ucraino nell'escalation della crisi» e chiedendo «un accesso duraturo e sicuro per garantire l'assistenza umanitaria».

L'ulteriore inasprirsi del conflitto, tuttavia, agli osservatori sul posto sembra a questo punto inevitabile. La Russia, denuncia Natalia Onipko, «sta bombardando tutta l'Ucraina, non c'è differenza con il Donbass, le zone strategiche non esistono più».

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