Ucraina, gli annunci trappola per le profughe: dopo la guerra l’incubo della tratta

Ucraina, gli annunci trappola per le profughe: dopo la guerra l’incubo della tratta
Ucraina, gli annunci trappola per le profughe: dopo la guerra l’incubo della tratta
di Franca Giansoldati
Domenica 20 Marzo 2022, 01:13
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Restare intrappolate nella ragnatela dei trafficanti è facile quando si è sole, sotto choc, disperate. Da giorni circolano martellanti avvertimenti rivolti alle donne ucraine che arrivano in Polonia. Consigliano di fare attenzione a sedicenti volontari che ai varchi delle frontiere o nei punti di smistamento promettono protezione, un passaggio su minivan o aiuto per sbrigare tutte le pratiche burocratiche. L’allerta rimbalza da un cellulare all’altro. Telegram, Facebook, Whatsapp. «Attenzione: non consegnate a nessuno e per nessuna ragione il vostro passaporto, fornite sempre i vostri spostamenti a qualcuno di fiducia, non accettate passaggi da persone sprovviste di riconoscimento, fate sempre controlli sugli annunci che promettono trasferimenti diretti in altri paesi».

I raggiri

A oggi sono stati già individuati e neutralizzati numerosi viaggi trabocchetto che promettevano alle ragazze ucraine di raggiungere l’Irlanda e la Germania in autobus.

E sono pure in crescita le segnalazioni di giovani donne di cui amici o parenti hanno perso traccia. Il forte sospetto è che possano essere finite nelle mani del racket. «Io sono stata contattata alcuni giorni fa dai parenti di una donna proveniente da un paesino vicino a Kiev. Ha varcato la frontiera ed è effettivamente sparita, si sono persi i contatti. Abbiamo diramato decine di messaggi e di conseguenza faremo denuncia alla polizia», racconta da Varsavia, Inna Polec, una volontaria che assieme ad altre mamme si è resa disponibile a dare assistenza alle ucraine che cercano un alloggio temporaneo. Il professor Zbigniew Lasocik del Centro sul traffico di esseri umani della facoltà di Scienze Politiche di Varsavia ha stimato un rischio altissimo di sfruttamento. Le donne profughe che arrivano sono vulnerabili, sfinite, sotto choc, in un posto che non conoscono. Praticamente il “bersaglio” ideale per i trafficanti pronti a intrappolarle nel business della prostituzione, magari in Germania o in Olanda. 

Gli annunci

L’impatto dell’ondata dei profughi ucraini in Polonia, per la maggior parte donne, anziani e bambini, ha messo a dura prova le strutture di accoglienza polacche, impreparate a dare accoglienza in un colpo solo a 2 milioni di persone, e così in parallelo si è attivata spontanea una volenterosa rete fatta di piccole realtà, enti benefici, centri parrocchiali, ma anche private cittadine – come nel caso di Inna Polec - che si sono fatte carico di smistare le ucraine in arrivo e garantire a tutte una prima accoglienza sicura, magari a casa propria, al riparo dagli sfruttatori. Boguslava Wroblewska di Kyelce, che vive a 40 chilometri da Cracovia, conferma che alle stazioni o anche sui social “appaiono continui annunci umanitari dove si mette a disposizione un transfert in Germania, in Olanda, in Irlanda. Il testo è sempre seguito dal nome di battesimo dell’autista, dal suo cellulare e nient’altro. Diversi annunci siamo riusciti a bloccarli. Anche io personalmente lo ho fatto». Spiega anche che stanno spuntando come funghi sulle pagine Facebook dedicate all’emergenza profughi annunci di uomini che offrono accoglienza a ragazze sole. «Chiedono persino la bella presenza e le misure del seno». In Germania, a Monaco di Baviera, sono in allarme le istituzioni. Su input del municipio bavarese è attiva Kolfa (www.kolfa.de) proprio per impedire alle ucraine che arrivano dal confine di non cadere nelle mani del racket della prostituzione. Inge Klein, la portavoce, ripete che con la scusa di aiutarle a sbrigare le pratiche necessarie ad iscriversi ai servizi viene tolgo il passaporto e inizia l’incubo. Lo stesso allarme è stato lanciato anche dal cardinale Michael Czerny, l’inviato del Papa tra i profughi ucraini alla frontiera. «Purtroppo esistono organizzazioni legate al traffico di esseri umani che sono già entrate in azione. Me lo hanno confermato diversi operatori impegnati in questi giorni».

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