Ucraina, Putin chiama Draghi: «Mosca garantirà il gas russo all’Italia»

Nel colloquio telefonico il premier chiede di attivare «una de-escalation in Ucraina»

Ucraina, Draghi sente Putin: «Impegno comune per soluzione durevole». Garantite le forniture di gas all’Italia
Ucraina, Draghi sente Putin: «Impegno comune per soluzione durevole». Garantite le forniture di gas all’Italia
di Roberta Amoruso e Alberto Gentili
Martedì 1 Febbraio 2022, 13:42 - Ultimo agg. 3 Febbraio, 08:15
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Mario Draghi chiede a Vladimir Putin di adoperarsi per una “de-escalation” nella crisi ucraina. E il presidente russo, dopo aver illustrato al premier italiano le richieste avanzate da Mosca agli Stati Uniti e alla Nato in materia di sicurezza nell’Est Europa, promette che continuerà «a garantire forniture stabili di gas all’Italia». È questa, in estrema sintesi, la sostanza del colloquio di ieri mattina tra Draghi e Putin. La nota di Palazzo Chigi è scarna: «Il presidente del Consiglio ha avuto stamattina una conversazione telefonica con il presidente della Federazione russa. Al centro del colloquio vi sono stati gli ultimi sviluppi della crisi ucraina e le relazioni bilaterali». Nella conversazione Draghi ha poi «sottolineato l’importanza di adoperarsi per una de-escalation delle tensioni, alla luce delle gravi conseguenze che avrebbe un inasprimento della crisi».

«SOLUZIONE SOSTENIBILE»

Sono «stati concordati», inoltre, «un impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole della crisi e l’esigenza di ricostruire un clima di fiducia».

Tra l’altro Putin ha chiesto al premier, che con questa mossa cerca di assicurare le forniture di gas al Paese, «di trasmettere le congratulazioni e gli auguri al capo dello Stato Sergio Mattarella».

L’ASSE CON MACRON

Il premier, si apprende, oltre a dirsi preoccupato per la situazione in Ucraina e ribadito come la Nato non possa rinunciare ai suoi principi sulle alleanze. Una mossa, quella di Draghi, che segue al colloquio di venerdì scorso tra il capo del Cremlino e il presidente francese Emmanuel Macron, con il quale l’asse è ormai consolidato.
Più loquace il Cremlino, la cui versione è stata comunque accreditata da Palazzo Chigi. Nei dispacci battuti poco dopo dalla Tass, l’agenzia ufficiale di stampa russa, spicca prima di tutto la promessa di Putin a confermare «la sua disponibilità a continuare a garantire forniture stabili di gas naturale russo all’Italia».

In più, il capo del Cremlino «ha espresso soddisfazione per i risultati del suo recente incontro in videoconferenza con i principali imprenditori italiani». Incontro avvenuto il 26 gennaio, organizzato dalla Camera di commercio italo-russa, dedicato a gas, transizione ecologica e investimenti bilaterali tra Putin (accompagnato da otto ministri) e 16 big dell’imprenditoria italiana tra cui Francesco Starace e Marco Tronchetti Provera. La video-call è finita sotto i riflettori di Washington e di Bruxelles, che hanno giudicato l’iniziativa «inopportuna», stante la situazione di alta tensione in Ucraina. Da segnalare che nei prossimi giorni analoga video-call si svolgerà tra il presidente russo e un nutrito gruppo di imprenditori tedeschi.

 

Per tornare al colloquio tra Draghi e Putin, sempre secondo il Cremlino tra i due leader «sono stati discussi alcuni temi dell’agenda bilaterale, in relazione in primo luogo alle interazioni commerciali ed economiche e alla sfera dell’energia». In più, il presidente russo ha risposto alla preoccupazione espressa da Draghi sulla crisi ucraina, sottolineando «la necessità che Kiev adotti misure concrete in attuazione degli accordi di Minsk». L’Ucraina, ha ribadito Putin, «elude l’adempimento degli impegni presi». I due hanno poi discusso «nel dettaglio» la questione «delle garanzie di sicurezza vincolanti» chieste dalla Russia. 

Da Washington intanto viene ribadito che le rassicurazioni di Mosca, anche sul fronte delle forniture energetiche, per il presidente Joe Biden sono «fumo negli occhi». Tanto più che non da ieri che proprio Biden sta cercando di convincere gli europei che è possibile sostituire l’offerta russa con il gas liquefatto in arrivo dall’America e dal Qatar. Va però segnalato che il ministro dell’Energia qatarino, Saad al-Kaabi, ha avvertito che il suo Paese è già alla massima capacità di estrazione, e che se i rubinetti russi fossero chiusi, per far fronte ai suoi bisogni l’Europa avrebbe bisogno di «uno sforzo collettivo da più parti». Il gas di Doha, dunque, non basterebbe. Oltre al fatto che per l’Europa, a cominciare dall’Italia, non sarebbe facile assorbire le forniture provenienti dal Qatar. Sia perché i rigassificatori presenti sono già al massimo della loro produzione, sia perché la Spagna, che pure sarebbe attrezzata per ricevere il metano, è inibita dal blocco francese che impedisce il passaggio del gas sul suo territorio per non penalizzare l’energia prodotta dalle sue centrali nucleari.

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