Guerra nucleare, perché Kaliningrad spaventa l'Europa: missili Iskander a 550 km da Berlino

Negli ultimi anni potenziate le basi dell'aeronuatica e della marina: installate nuove batterie missilistiche

Kaliningrad, l'exclave russa trasformata in base militare nel cuore dell'Europa: simulati attacchi nucleari
Kaliningrad, l'exclave russa trasformata in base militare nel cuore dell'Europa: simulati attacchi nucleari
Paolo Ricci Bittidi Paolo Ricci Bitti
Giovedì 5 Maggio 2022, 15:19 - Ultimo agg. 15 Gennaio, 13:00
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L'unico legame attuale della russa Kaliningrad con la Prussia, o con la Germania, è il quotidiano Königsberger Express riservato alla manciata di cittadini di lingua tedesca che hanno deciso di non emigrare dopo l'ennesimo cambio di bandiera di quella regione strappata senza fatica dalle truppe sovietiche all'esercito nazista nella seconda guerra modniale e ora schiacciata fra Polonia e Lituania. E poi c'è la tomba monumentale di Immanuel Kant, il più illustre cittadino della compianta Königsberg che ora fa ombra a batteri missilistiche russe di ultima generazione.

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La cittadina da un milione di abitanti

L'exclave russa affacciata sul mar Baltico è vasta 15mila chilometri quadrati, poco meno del Veneto, e conta circa un milione di abitanti, ma potrebbe pure avere le dimensioni di San Marino senza perdere la colossale importanza strategica per Mosca che dai tempi della guerra fredda non ha fatto che imbottirla di militari e soprattutto di armanenti di ultima generazione a cominciare da batterie missilistiche che non lascerebbero scampo a numerose capitali europee. 

Ora il Cremlino ha resto noto attraverso i canali ufficiali che Le forze russe si sono esercitate in attacchi simulati con missili balistici in grado di portare testate nucleari a Kaliningrad.

Lo ha reso noto il ministero della Difesa russo, secondo cui nelle esercitazioni sono stati simulati «lanci elettronici» di missili Iskander, che hanno una gittata di 700 chilometri. Distanza che rende quei missili micidiali e inintercettabili se diretti a Berlino, 550 chilometri; Copenhagen, 560 km; Riga, 290 km; Varsavia, 277 km. In poche decine di secondi, meno di 50 per Berlino, i missili russi avrebbero già colpito il bersaglio. Così come impararono a fare gli Alleati nella seconda guerra mondiale con le V2 di Von Braun, l'unico modo per scampare a quei missili è distruggerne le batterie, che però sono spesso installate su camion.   

 

Ieri i missili russi sono restati solo pixel e traiettorie negli schermi dell'esercito, ma è chiaro che annunciando queste simulazioni al computer il Cremlino ha voluto fare la voce grossa per ricordare che batterie di Iskander o di missili ipersonici (gittata fino a duemila chilometri) come i Kinzhal sono già pronti insieme alle testate nucleari "tattiche". I Kinzhal sono lanciabili anche aria-terra da velivoli quali il Mig-31 e non mancano video anche recenti che mostrano il viavai di Foxhound nei cieli dell'exclave tenuti sotto controllo centimetro su centimetro da satelliti e aerei-spia occidentali.

La vetrina contro la Nato

Il fatto è che la Russia utilizzi Kaliningrad proprio come una vetrina per indispettire la Nato. Anche aerei italiani (Eurofighter ed F35), rischierati in Nord Europa nell'ambito di accordi Nato, sono stati impegnati in decolli "scramble" per tenere d'occhio aerei russi che fanno lo spola fra il  territorio nazionale e quello dell'exclave russa. Vi sono alcuni corridoi nei cieli riservati a questi voli, ma di tanto in tanto i russi, per saggiare i tempi di reazione dei velivoli Nato, si concedono qualche deviazione. Tutto sotto gli occhi di tutti, sia chiaro, nessun segreto, ma fanno pensare le ben tre basi dell'aeronautica militare della Federazione Russa nella piccola exclave. Basi potenziate di continuo negli ultimi anni e ora ancora più importanti per tenere in allerta la Nato che sostiene l'esercito dell'Ucraina. Rafforzato anche il porto, che un tempo rivaleggiava con Danzica e Riga in quanto a movimenti di merci, e ora basa di decine di navi della flotta russa del Mar Baltico.

In libera uscita a Kaliningrad i marinai russi possono - potevano, in queste settimane - rifarsi gli occhi con i macchinoni e gli entourage degli oligarchi russi buona parte dei quali ha aperto qui le sedi fiscali delle loro attività per lucrare sulle tasse e per far rimbalzare altrove le sanzioni degli Usa. Non è ancora, l'exclave, un paradiso fiscale come si può intenderlo in senso stretto, ma spicca anche la differenza di 5mila rubli fra lo stipendio medio a Kaliningrad 38mila rubli e quello in Russia, 33mila (poco pià di 450 euro).

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