Tank all'Ucraina, servono davvero per vincere la guerra? Gli Abrams e i Leopard (pochi), i mezzi vecchi della Spagna e la melina della Francia

La maggior parte è attesa verso la fine di marzo. Anche perché, nel frattempo, va addestrato il personale militare che non è certo abituato a usare questi gioielli di tecnologia bellica

Tank all'Ucraina, servono o è solo un bluff? Gli Abrams e i Leopard (pochi), i mezzi vecchi della Spagna e la melina della Francia
Tank all'Ucraina, servono o è solo un bluff? Gli Abrams e i Leopard (pochi), i mezzi vecchi della Spagna e la melina della Francia
di Gianluca Cordella
Venerdì 27 Gennaio 2023, 12:11 - Ultimo agg. 17:50
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«I carri armati occidentali saranno decisivi per la nostra vittoria futura». Lo ha detto e ridetto, nelle ultime settimane, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Al punto da portare l'invio dei tank sui campi di battaglia al centro del dibattito internazionale. Ma davvero basteranno i mezzi supertecnologici a Kiev per ricacciare indietro i russi e liberare i territori occupati?

Tank all'Ucraina, servono davvero?

La questione è molto più complessa. Innanzitutto perché legata a una questione numerica che, ovviamente, fa tutta la differenza del mondo. Il forcing della Polonia sulla Germania per inviare i propri Leopard 2 – i Paesi che usano i mezzi prodotti dai tedeschi hanno comunque bisogno della loro autorizzazione per cederli a terzi – è stato molto importante dal punto di visto “psicologico”, un modo netto per obbligare gli alleati a riflettere sull'invio e a farlo in fretta. Ma è chiaro che i 13 mezzi che arriveranno in Ucraina da Varsavia possono poco nell'economia di un conflitto che si gioca su diversi fronti e con uno sbilanciamento di numeri che è ancora nettamente a favore delle truppe di Mosca. Non a caso è stato lo stesso Zelensky ad alzare subito il tiro sulla questione. «Ce ne servono centinaia», ha detto il leader ucraino, fotografando la difficoltà della situazione. Arriveranno anche i 31 Abrams statunitensi promessi da Biden, d'accordo.

Ma per arrivare a un numero che possa davvero condizionare l'esito del conflitto la strada da percorrere è ancora lunghissima.

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I Leopard di Berlino

In tal senso il passo della Germania, che dopo mille tentennamenti ha dato il via libera all'invio di 14 dei suoi Leopard di ultima generazione, potrebbe risultare decisivo. Perché la mossa di Scholz ha fatto subito da traino, portando con sé anche il via libera del Canada e della Spagna, che a loro volta dispongono dello stesso tank. Ma se quelli promessi dai canadesi – quattro – sono nuovi e operativi, quelli iberici sono stati acquistati dai tedeschi nel 1995.

E questo è un altro dei punti. I carri armati in arrivo dalla Spagna, ad esempio, giacciono nella base logistica dell'esercito a Saragozza da almeno una decina di anni. Un periodo di inattività bello lungo che richiederà una manutenzione industriale decisa prima di mettere i mezzi sul campo di battaglia.

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Il dribbling della Francia

C'è poi chi, come il presidente francese Macron, ha accettato di aiutare l'Ucraina ma in modo “alternativo” rispetto alle richieste. Laddove Zelensky aveva invocato i solidissimi Leclerc, il blindato principale usato dalle forze armate transalpine, Parigi ha risposto dando il via libera all'invio degli Amx-10, carri più leggeri dei Leclerc, meno solidi e con una gittata inferiore. In sostanze dei mezzi leggeri da supporto più che degli autentici tank da battaglia. Inoltre si tratta di mezzi non più nuovissimi, considerando che la Francia li sta sostituendo con i più moderni Jaguar. Ragion per cui ne arriverranno in Ucraina tanti, probabilmente una trentina, che potrebbero però avere qualche problema in fase di sostituzione pezzi, vista la “carta d'identità”.

I tempi

E arriviamo così all'ultimo problema: il tempo. Solo alcuni di questi mezzi arriveranno in Ucraina nei prossimi giorni. La maggior parte è attesa verso la fine di marzo. Anche perché, nel frattempo, va addestrato il personale militare che non è certo abituato a usare questi gioielli di tecnologia bellica. E benché ogni Stato si sia detto pronto ad aiutare Kiev anche da questo punto di vista, è chiaro che tra addestramento e invio reale dei mezzi, si rischia di spingersi troppo verso la primavera, quando i nuovi invii di mezzi e uomini da parte del Cremlino potrebbe aver fatto già passi avanti importanti. Senza dimenticare un problema non secondario: la specificità di ognuno di questi mezzi limita anche moltissimo la mobilità degli uomini. Chi è stato addestrato dagli Usa a gestire un Abram non avrà la stessa familiarità con i sistemi di un Leopard, tanto per fare un esempio.

Insomma, i tank servono davvero all'Ucraina. Ma perché possano portarla alla vittoria contro l'invasore russo serve anche che moltissime variabili si collochino nel posto giusto.

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