Ucraina, cosa dicono le tv russe? «Che a Bucha tutti quei corpi li hanno messi gli inglesi»

Francis Scarr, giornalista Bbc: "C'è solo propaganda, si parla delle colpe dell'occidente e della de-nazificazione"

Ucraina, cosa dicono le tv russe? «Che a Bucha tutti quei corpi li hanno messi gli inglesi»
di Chiara Bruschi
Giovedì 7 Aprile 2022, 07:22 - Ultimo agg. 8 Aprile, 09:13
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Francis Scarr è un giornalista di Bbc Monitoring che per lavoro guarda tutti i programmi della televisione russa. Da anni. Per questo non si è stupito quando Putin ha parlato di de-nazificazione dell'Ucraina. La retorica anti-Kiev va avanti dal 2014. E negli ultimi giorni ha assunto contorni pure più preoccupanti.


Cominciamo con Bucha, che dice la tv russa?
«Nega tutto e presenta la Russia come vittima, accusando l'Occidente di aver orchestrato una operazione speciale per screditare Mosca.

Ci sono molte teorie cospirative: c'è perfino chi sostiene che Bucha sia stata scelta per una messa in scena perché la sua pronuncia ricorda la parola butcher, macellaio. Visto che Biden ha chiamato così Putin, questa location avrebbe fomentato ulteriori reazioni in Occidente. Un commentatore lo ha descritto come un lavoro di professionisti, forse inglesi. Sono i migliori in questo. Sanno come piazzare i corpi e creare un'immagine perfetta per colpire la coscienza».


Non è un caso isolato. Perché ce l'hanno con Londra?
«Siamo stati tra i più forti nel condannare l'invasione ma ci sono ragioni molto più antiche. Dai tempi dell'impero britannico e poi nella Russia di Stalin, gli inglesi sono stati visti come spie. Ora ho sentito dire che l'MI5 stava giocando un ruolo importante nel perorare la causa ucraina a Washington e Bruxelles. Per loro rimaniamo un popolo di cui è meglio non fidarsi».

 


Come è organizzata la tv russa oggi?
«Da quanto la guerra è iniziata il palinsesto è cambiato completamente. Prima c'erano un paio di talk show politici e il resto era intrattenimento. Dal 24 febbraio c'è solo propaganda, tra notiziari e approfondimento. Il copione è sempre lo stesso, un conduttore e quattro ospiti che portano avanti due temi: la de-nazificazione dell'Ucraina e le colpe dell'Occidente. Di recente si è intensificato l'uso del termine guerra riferita però al conflitto con l'Occidente sul piano delle sanzioni economiche e dell'informazione. Quindi i nemici siamo noi. Uno dei loro esperti ha detto: Ci sono quattro Paesi che contano: Russia, Usa, Cina e India. E siamo tre contro uno. Non vogliono apparire come isolati e citano i paesi che non hanno condannato l'aggressione promettendo che l'economia si risolleverà grazie a loro: Europa, Usa e Gran Bretagna, dicono di rappresentare la comunità globale ma non è vero perché il resto del mondo è dalla nostra parte».


Un altro opinionista ha ipotizzato un attacco chimico in una capitale europea organizzato da noi per colpevolizzare Mosca. È una minaccia?
«No, è parte della strategia della confusione. Prenda Chernobyl, la Russia sovietica aveva ignorato quanto accaduto per settimane. Oggi invece gli ospiti vengono incoraggiati e diffondere teorie che più sono assurde e meglio è. Alcune sono perfino ridicole ma contribuiscono a creare questo senso di sfiducia verso di noi. Bisogna prestare attenzione al presentatore perché è lui che segue il copione del governo».


Quanti guardano la tv russa?
«Due terzi della popolazione forma la sua opinione così. È la fonte primaria di informazione».


Che via d'uscita vede?
«È difficile rispondere. A chi dice che Putin deve essere sconfitto militarmente rispondo che è un uomo che premerebbe il bottone nucleare se si sentisse sotto minaccia. Ha tagliato i ponti con l'Occidente, non si arrenderà».

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