Lo ha annunciato lo stesso premier Viktor Orban, che in una conferenza stampa ha rimarcato che quello della fertilità «è un settore di importanza strategica nazionale».
Così lo scorso dicembre il governo ha portato sotto il controllo statale sei cliniche per la fertilità, dove verosimilmente verranno eseguiti gli interventi. «Portare le cliniche per la fertilità sotto il controllo dello Stato - ha spiegato Orban - servirà a rendere l'intero processo completamente trasparente. I trattamenti per la fertilità non saranno più erogati su base commerciale». E a dire vere il costo per la procreazione assistita sono a volte davvero proibitivi. L'intenzione in linea con la linea sovranista e nazionalista del Paese europeo, secondo i medici ungheresi, però si sconterà sulle attrezzature e sulla effettiva disponibilità di embriologi, endocrinologi ed ematologi per aumentare il numero di bambini. E Orban ha già fissato il traguardo 4.000 bambini entro il 2022.
In Ungheria la natalità si è dimezzata negli ultimi 50 anni, ed è agli ultimi posti in Europa, anche se i Paesi mediterranei come Grecia e Italia hanno un tasso ancora più basso.Non solo: tra il 2008 e il 2018 se n’andato un milione di persone, forza lavoro diretta in maggioranza verso l’Europa occidentale.