Usa 2020, i servizi segreti: «Iran e Russia dietro le minacce via email per chi vuole votare Biden»

Elezioni Usa, i servizi segreti: «Iran e Russia dietro le minacce via email per chi vuole votare Biden»
Elezioni Usa, i servizi segreti: «Iran e Russia dietro le minacce via email per chi vuole votare Biden»
Giovedì 22 Ottobre 2020, 06:56 - Ultimo agg. 07:31
3 Minuti di Lettura

«Se non voti Trump finisci nel mirino di gruppi di estrema destra». Non è vero, ma cittadini americani hanno effettivamente ricevuto mail minacciose dietro alle quale, sostengono i servizi segreti americani, c'è l'Iran che ha già usato i dati delle liste elettorali per intimidire e seminare disordini in vari Stati Usa. Lo hanno riferito i vertici dell'intelligence Usa. In almeno quattro Stati in bilico, tra cui Florida e Pennsylvania, elettori democratici hanno ricevuto email intimidatorie, falsamente attribuite al gruppo di estrema destra Proud Boys, che minacciano «ti daremo la caccia» nel caso il destinatario non voti per il presidente Donald Trump. Secondo altre fonti, anche la Russia ha ottenuto dati elettorali che potrebbero influenzare la competizione fra Trump e Biden. Negli States, nel frattempo, hanno già votato in 40 milioni per posta.

Usa 2020, Obama spinge gli americani a votare: «Trump è uno zio pazzo: è in gioco il vostro futuro»

L'ira di Trump con i servizi segreti

Video

Intanto Donald Trump e i suoi consiglieri hanno discusso ripetutamente se licenziare il capo dell'Fbi Christopher Wray dopo l'election day.

Questa eventualità potrebbe mettere a rischio anche la permanenza del ministro della giustizia William Barr. Intanto cresce la frustrazione del presidente per la mancata spinta finale delle forze investigative, come successe nel 2016. Lo scrive il Washington Post. Trump, secondo il quotidiano, sperava che Wray e Barr mettessero sotto inchiesta i Biden. 

Una indagine che aveva sollecitato pochi giorni fa in una intervista alla Fox, in cui sollecitava Barr ad agire dopo aver definito i Biden una famiglia «corrotta» e «criminale» per le attività economiche di Hunter in Ucraina e in Cina mentre il padre era vicepresidente. La fonte del Wp sostiene che Trump voleva una azione ufficiale simile all'annuncio fatto nel 2016 dall'allora capo dell'Fbi James Comey, a 11 giorni dal voto, sulla riapertura di una indagine in merito al server di posta elettronica privato usato da Hillary Clinton. La frustrazione del presidente sarebbe legata anche ai mancati sviluppi della controinchiesta sulle origini del Russiagate, da lui ritenuto un complotto dell'amministrazione Obama contro la sua campagna.

© RIPRODUZIONE RISERVATA