Variante Delta, studenti italiani bloccati a Malta: aumenta il focolaio, 130 in quarantena

Variante Delta, studenti italiani bloccati a Malta: aumenta il focolaio, 130 in quarantena
Variante Delta, studenti italiani bloccati a Malta: aumenta il focolaio, 130 in quarantena
Sabato 10 Luglio 2021, 14:48 - Ultimo agg. 12 Luglio, 09:53
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È allarme per i focolai accesi dai giovani non vaccinati, per lo più senza o con pochi sintomi, ma in grado di diffondere facilmente la variante Delta del Covid. Particolarmente inquietante il cluster che si è acceso a Malta, il paese col più alto tasso al mondo di residenti adulti completamente vaccinati (oltre il 78%), a partire da almeno 9 delle oltre 40 scuole d'inglese, coinvolgendo molti ragazzi italiani per lo più Under 18. Sono infatti tra 120 e 130, ma il numero è destinato probabilmente a crescere, i giovani 'azzurri' bloccati in quarantena a Malta dopo essere risultati positivi o per essere stati in contatto con i loro compagni di viaggio, studio o movida.

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Studenti italiani bloccati in hotel

Nelle notti di Malta, sugli scogli di Sliema o della baia di St.George i teenager di mezza Europa però continuano a radunarsi a migliaia, ignorando i divieti ed eludendo i (per ora pochi) controlli di polizia. Dopo l'allarme lanciato dal Comitato Cura Domiciliare Covid-19 su una settantina di minorenni, l'ambasciata italiana guidata dall'ambasciatore Fabrizio Romano si è mobilitata e nella notte tra venerdì e sabato ha organizzato in collaborazione con Malta Tourism un servizio di pullman per radunare la maggior parte dei ragazzi in un albergo a 4 stelle di St.Julians, il Marina Hotel Corinthia Beach Resort, trasformato in Covid hotel. Il consolato ha anche pubblicato sui social l'appello a tutti i turisti italiani presenti sull'isola a mettersi in contatto, in caso di difficoltà, con una mail all'indirizzo consolare.lavalletta esteri.

Sabato la mappatura è salita ad almeno 120 ragazzi, di cui almeno 50 positivi, alcuni dei quali con sintomi leggeri. Altri gruppi sono negli alberghi in cui avevano prenotato il soggiorno. Dall'Italia si sono fatti sentire i genitori, come quello di un ventenne partito ad aprile per un programma Erasmus+ e finito in una litania di quarantene legate alle positività di sue amiche.

Almeno le spese per il soggiorno, nella stragrande maggioranza dei casi, risulta coperto dalle assicurazioni di viaggio incluse nei pacchetti prenotati per la vacanza-studio.

Stando alle regole in vigore a Malta, la quarantena dura almeno 14 giorni dalla positività o dal contatto con il positivo, ma il via libera viene dato dopo un test molecolare negativo. La Farnesina sottolinea che sono stati «svolti passi di sensibilizzazione presso le competenti autorità locali, anche ad alti livelli, al fine di consentire il rientro in Italia di coloro che sono risultati negativi al tampone, ma per il momento la normativa maltese rimane confermata e non consente il ritorno nel nostro Paese, né per le persone positive né per i contatti stretti negativi, per 14 giorni».

L'esplosione di contagi a Malta, che fino a domenica scorsa da una dozzina di giorni aveva praticamente azzerato i nuovi contagi, ha provocato la drastica reazione del vicepremier e ministro della salute, nonché medico, Chris Fearne. Che ha annunciato la chiusura da mercoledì prossimo tanto di tutte le scuole d'inglese quanto quella delle frontiere del paese a chi non è completamente vaccinato da almeno 14 giorni. I certificati di vaccinazione considerati validi, oltre a quello maltese, per ora sono soltanto il Green Pass europeo e l'equivalente emesso dal britannico Nhs. La decisione ha innescato una bufera di polemiche, peraltro precedute dall'attacco dell'Associazione dei medici maltesi contro il ministro del Turismo, reo di aver facilitato l'ingresso dei giovani stranieri.

I contagi hanno così preso un andamento esponenziale con un balzo del 1500% rispetto a lunedì, che mette a rischio i centomila residenti maltesi ancora non vaccinati.

Il papà di una 16enne: «La politica ci aiuti»

 

«Chi può, faccia quello che può fare». È l'appello rivolto dai microfoni del Tg della Rai Friuli Venezia Giulia al mondo della politica da un uomo, che ha preferito rimanere anonimo, padre di una ragazza friulana di 16 anni che fa parte del gruppo di giovanissimi italiani rimasti bloccati a Malta. Cinque sono del Friuli Venezia Giulia e di questi, due sono triestini. Alcuni dei giovani avrebbero manifestato sintomi lievi.

L'uomo ha reso noto che ora i ragazzi, «grazie all'impegno dell'ambasciata italiana, sono stati trasferiti in un albergo migliore, dove c'è anche assistenza sanitaria», criticando il fatto che i giovani sarebbero stati «blindati dalle autorità maltesi, senza avere la possibilità di avere contatti», che sarebbe stato loro vietato di uscire, neanche per procurarsi da mangiare o da bere. Ufficialmente i ragazzi dovranno restare in quarantena fino al 22 luglio. La sedicenne figlia dell'uomo ha fatto la prima dose di vaccino.

Il papà di un ragazzo barese: «Mio figlio bloccato da aprile»

 

«Non ci sono soltanto gli studenti bloccati a Malta dal covid di cui si parla sulla stampa. Mio figlio Dario, partito il 19 aprile per uno stage di sei mesi nell'ambito del progetto europeo ERASMUS+, in tre mesi è stato costretto a ben tre quarantene, bloccato in camera d'albergo come in un carcere prima per quattordici giorni raddoppiati a causa della positività riscontrata in due ragazze degli ottanta studenti del gruppo; e ieri nuovamente per altre due settimane, nuovamente causate dalla positività anche delle stesse ragazze». È il racconto di Egenio Lombardi, padre di una ragazzo ventenne barese, che lamenta anche l'assenza di comunicazioni ufficiali da parte delle autorità maltesi.

«C'è stato solo - racconta - l'ordine perentorio giunto per telefono dall'agenzia Essenia di Salerno (che ha organizzato il gruppo di 80 ragazzi partiti per il programma Erasmus+, ndr) informata oralmente dalle autorità sanitarie maltesi».

«Una situazione - aggiunge il padre - aggravata dall'assenza dell'attività di stage scelta per cui mio figlio aveva partecipato con entusiasmo al bando, che avrebbe dovuto permettergli un periodo di attività nel settore informatico e che invece lo ha fatto ritrovare aiuto commesso a guadagno zero in un negozio di abbigliamento».

«Dario era ormai sul punto di tornare a casa - prosegue - fortemente deluso dall'esito dello stage e noi avevamo concordato di partire domani domenica per stare con lui una settimana e poi rientrare a casa insieme. Dopo quanto accaduto ieri abbiamo cancellato il volo, subendo anche la perdita economica. Ora è bloccato nell'hotel Kennedy Nova di Sliema, come l'intero gruppo, senza che un tampone abbia permesso di confermare l'esigenza di una così lunga quarantena e senza che gli sia arrivata una comunicazione ufficiale».

Lombardi ha contattato oggi l'ambasciata italiana e mandato anche una mail all'ufficio consolare che - precisa - sta tentando di organizzare un volo di rientro. Nell'albergo, dice ancora Lombardi, c'è personale gentile e disponibile, ma non c'è il servizio mensa attivo e quindi il ragazzo è costretto ad acquistare on-line qualcosa da mangiare senza poter utilizzare la cucina e con problemi di stomaco che si fanno sentire sempre più forti«. La famiglia Lombardi chiede che il caso di suo figlio «venga associato a quelli di cui già si parla ed un eventuale volo sanitario di rientro coinvolga anche nostro figlio e quanti, come lui, chiedono di poter rientrare a casa».

L'ambasciatore italiano a Malta: preoccupante tendenza al rialzo dei contagi

 

A partire dall'inizio della settimana scorsa a Malta si sta registrando «una preoccupante tendenza al rialzo dei contagi, partendo da una situazione di casi zero registrata invece nelle settimane precedenti». Così l'ambasciatore italiano a Malta, Fabrizio Romano, spiega all'Adnkronos il contesto in cui si inserisce la decisione presa dal governo maltese di vietare dalla prossima settimana l'ingresso non vaccinati contro il Covid e chiudere temporaneamente le scuole di lingua inglese, dove si sono registrati in questi giorni i principali focolai dell'isola.

«Vero che Malta ha uno dei tassi più alto di vaccinazione Ue - prosegue l'ambasciatore -. Tuttavia, nella giornata di oggi, sabato 10, a Malta si sono registrati 109 nuovi casi di infezione da Covid 19 (con circa 3000 tamponi effettuati), il numero di casi più alto dalla fine di marzo scorso».

Numeri che confermano appunto la tendenza al rialzo che ha portato il governo di La Valletta ad adottare, primo Paese della Ue, la misura che prevede che «a partire dal 14 luglio si potrà accedere all'Arcipelago solo in possesso di certificato che attesti il completamento del ciclo vaccinale da almeno due settimane». Per l'ambasciatore le conseguenze e l'impatto, in piena stagione turistica, di questa misura «va misurato a seconda del Paese di provenienza e a seconda del numero di persone vaccinate provenienti da quel Paese. L'accesso a Malta non è certo interdetto - ha infine sottolineato - ma sarà consentito sulla base dei criteri che ho già elencato».

 
 

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