Virus cinese, casi in aumento: scatta l'allerta in Occidente

Virus cinese, casi in aumento: scatta l'allerta in Occidente
Virus cinese, casi in aumento: scatta l'allerta in Occidente
di Michelangelo Cocco
Domenica 19 Gennaio 2020, 10:06
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Potrebbero essere già circa duemila le persone infettate dal nuovo coronavirus che si sta diffondendo dalla metropoli di Wuhan in un momento che peggiore non si potrebbe: sabato prossimo secondo il calendario lunisolare - inizierà l'anno del topo e, già a partire da metà settimana, centinaia di milioni di cinesi affolleranno stazioni e aeroporti nazionali e internazionali, rischiando di diffondere il contagio della misteriosa malattia che, ufficialmente, ha ucciso finora due persone e ne ha colpite altre 50, tenute sotto stretto controllo medico. Ma la misteriosa sindrome respiratoria che si è propagata a partire dal mese scorso da un mercato del pesce del capoluogo (oltre 8 milioni di abitanti) della provincia centrale dello Hubei avrebbe in realtà già colpito 1.723 persone. Lo ha rivelato uno studio pubblicato ieri dallo Imperial College di Londra.

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Soprattutto, secondo la ricerca del prestigioso istituto - che collabora con l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) - «la trasmissione da uomo-uomo non può essere scartata», mentre le autorità cinesi hanno fin qui sostenuto che il passaggio di questo inedito coronavirus è avvenuto soltanto da animali ad esseri umani. Il quotidiano South China Morning post riferisce che il virus si è diffuso già in altre città: due persone sarebbero state messe in quarantena a Shenzhen e una a Shanghai. Intanto due casi sono stati riscontrati in Thailandia e uno in Giappone: sempre persone che arrivavano da Wuhan. Ma anche a Singapore, in Vietnam, Nepal, a Hong Kong e Taiwan vengono tenuti sotto osservazione altri casi sospetti. E una simile rapida diffusione avvalorerebbe la tesi del contagio tra esseri umani. Per questo gli Stati Uniti e la maggior parte dei paesi asiatici hanno aumentato i controlli agli aeroporti e l'Oms ha diramato una nota nella quale avverte tutti gli ospedali del mondo di prepararsi all'arrivo di una vera e propria epidemia.

LA DIFFUSIONE
Nulla comunque potrà fermare i circa 400 milioni di cinesi che si metteranno in moto nei prossimi giorni in quella che viene considerata la più grande migrazione interna della storia dell'umanità. Tra gli immensi confini nazionali (e all'estero) effettueranno complessivamente 3 miliardi di viaggi in occasione del Capodanno (la festa di primavera): i lavoratori rientreranno dalle metropoli costiere ai villaggi d'origine con valigie piene di regali per parenti e amici, gli studenti abbandoneranno i dormitori dei campus e torneranno per un paio di settimane in famiglia, classe media e nuovi ricchi sceglieranno destinazioni asiatiche e occidentali alla moda per qualche giorno di relax. Tra il 2002 e il 2003, l'epidemia di SARS che partì dalla Cina uccise circa 800 persone. Ma una parte di quel drammatico contagio è imputabile alla reazione delle autorità, che cercarono di insabbiare la reale portata della diffusione della Sindrome acuta respiratoria grave. Questa volta invece il governo sta lavorando in coordinamento con l'Oms e ha predisposto una serie di misure per evitare il peggio.
 


LE PRECAUZIONI
Da mercoledì scorso, chi s'imbarca all'aeroporto internazionale Tianhe di Wuhan viene sottoposto al controllo della temperatura e a chi sono riscontrati sintomi sospetti viene impedito di salire sugli aerei. Gli stessi scanner sono stati installati anche nelle tre principali stazioni ferroviarie locali. Insomma allerta massima ma, per ora, niente panico. Quello del maiale, che si chiuderà venerdì prossimo, è stato un anno difficilissimo per la Cina, che se l'è dovuta vedere con la guerra commerciale scatenata dall'Amministrazione Trump, con le proteste di piazza a Hong Kong, e con la febbre africana che ha sterminato i suoi allevamenti di suini (della cui carne i cinesi vanno matti). Segnali infausti per la leadership di Xi Jinping, attorno al quale però il Partito rimane compatto, convinto di avere ancora il vento in poppa (nonostante la crescita economica al 6,1% nel 2019, il livello più basso dal 1990). Del resto dal 25 gennaio ricomincia un ciclo, con il topo, il primo dei dodici animali che compongono lo zodiaco. Associato fin dai tempi antichi - a ricchezza e abbondanza.
 

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