L'Asl deve rimborsare le spese per le terapie riabilitative anticipate dalla famiglia per un bambino con disturbo dello spettro autistico. A sancirlo ora è anche una sentenza d'appello, che ha riconosciuto l'intero rimborso delle spese sostenute da una mamma precaria per il suo bambino. La vicenda arriva da Castellammare di Stabia, dove tra liste d'attesa lunghe, centri riabilitativi esclusivamente privati e necessità di salute, una giovane mamma è stata costretta ad anticipare di tasca sua tutte le spese per le terapie riabilitative per la psicomotricità di cui necessitava il piccolo Andrea (nome di fantasia), un bambino affetto da disturbo dello spettro autistico.
In lista d'attesa presso un centro di riabilitazione stabiese, la mamma aveva atteso invano l'avvio del percorso terapeutico per Andrea, con evidenti ricadute negative sulla sua traiettoria evolutiva negli ambiti familiari, sociali e scolastici. Di qui la decisione della madre di farsi carico direttamente dei costi della psicomotricità presso il centro in cui il minore era in lista d'attesa. Circa 1.600 euro, una spesa importante, se si considera anche che la madre di Andrea è una lavoratrice precaria, il che ha reso ancora più gravoso anticipare le spese per la riabilitazione del bambino. A percorso terapeutico terminato, la donna si è rivolta all'avvocato Vincenzo Grimaldi del Foro di Torre Annunziata, che ha fatto causa all'Asl Napoli 3 Sud. In settimana, anche la Corte d'Appello di Napoli (Sezione Lavoro, II unità, collegio presieduto da Raffaella Genovese, relatrice Nunzia Tesone) ha confermato i principi già sanciti dal giudice del Lavoro di Torre Annunziata tre anni fa, sentenza che era stata impugnata dall'Asl. «Si tratta di una pronuncia importante - afferma l'avvocato Vincenzo Grimaldi - che fa seguito a una ordinanza di urgenza del tribunale di Torre Annunziata ed a una sentenza dello stesso tribunale oplontino relativa ai bisogni di salute del piccolo Andrea. La sentenza di secondo grado conferma la precedente pronuncia del giudice del Lavoro di Torre Annunziata, che già aveva sancito il diritto al rimborso a favore della madre delle spese per le ore di riabilitazione sostenute».
Le terapie venivano incontro alle necessità di salute del piccolo Andrea, per questo la mamma non aveva esitato ad anticipare di tasca sua. Infatti, la psicomotricità è finalizzata ad accogliere e rispondere ai bisogni del bambino, aiutandolo nel suo normale percorso evolutivo oppure anche in situazioni di difficoltà. Favorisce lo sviluppo delle potenzialità espressive, creative e comunicative, riferite sia all'ambito motorio che a quello simbolico-cognitivo e affettivo-relazionale. In Italia è unanimemente riconosciuta quale intervento riabilitativo a carattere scientifico per i bisogni di salute dei minori autistici.
«Purtroppo aggiunge Grimaldi la maggioranza delle famiglie di bambini cui è stato diagnosticato il disturbo dello spettro autistico debbono fare i conti non solo con le difficoltà che insorgono dopo la diagnosi, ma anche con l'insufficienza dei posti nei centri privati di riabilitazione e la totale assenza di presidi pubblici riabilitativi. Perciò queste famiglie si vedono costrette ad onerosi sacrifici per anticipare i costi di interventi terapeutici assolutamente indispensabili per la salute dei figli. Ci troviamo di fronte ad una palese ingiustizia che molti nuclei familiari ben conoscono ma che ha trovato ristoro in una sentenza decisamente importante, in quanto emanata da una Corte d'Appello a conferma di un precedente provvedimento del Tribunale».
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