Bonus 18app cultura, libri «rovinati» 5.285 volte per ottenere i soldi

Sequestrati 25mila euro in contanti, conti correnti, la libreria di via IV Novembre, cinque veicoli, 15 immobili e un b&b a Napoli

La truffa del bonus 18app cultura
La truffa del bonus 18app cultura
di Dario Sautto
Giovedì 9 Febbraio 2023, 11:00 - Ultimo agg. 10 Febbraio, 16:23
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Nonostante le perquisizioni e il sequestro di cellulari e della «cartellina rossa» che conteneva alcuni documenti che proverebbero la truffa, il gruppo si sarebbe riorganizzato per continuare a incassare i «bonus cultura 18app». Con una nuova società e nuovi conti correnti, gli indagati avrebbero emesso altre nove fatture per un rimborso di circa 23mila euro da parte del Mibact, per farsi liquidare altri bonus non dovuti. È quanto emerge dalle indagini condotte dai finanzieri della compagnia di Portici, coordinate dalla terza sezione della Procura di Napoli, sull'operato di titolari e gestori della Libreria dei Borbone a Ercolano. Truffa ai danni dell'Erario per il conseguimento di erogazioni pubbliche, associazione per delinquere finalizzata alla frode ai danni del Mibact, falso in atto pubblico, intestazione fittizia di beni e società, riciclaggio ed autoriciclaggio sono i reati contestati a vario titolo a dodici indagati. In carcere sono finiti Annunziata Liccardi, suo genero Eduardo Mondola e suo marito Renato Alfieri, titolare e gestori di fatto della libreria; ai domiciliari Giuseppe Mondola (papà di Eduardo) e Luigi De Luca, giovane procacciatore di «clienti» che avrebbe avuto accesso ad alcune banche dati tramite un Caf di Ponticelli, mentre il gip Giovanni de Angelis ha sottoposto all'obbligo di dimora gli altri presunti intermediari Alfonso Sannino, Pasquale Agliardi, Emanuele Di Iorio e Alberto Cinquegrana, tutti studenti tra i 18 e 20 anni all'epoca dei fatti. Ora tutti gli indagati avranno la possibilità di spiegare la correttezza del proprio operato e proveranno a difendersi dalle pesanti accuse mosse nei loro confronti.

Tra le conversazioni riportate dagli inquirenti, ce n'è una ritenuta emblematica, avvenuta durante il discorso dell'allora premier Giuseppe Conte, in vista delle riaperture delle librerie nel corso della pandemia. «Io ho in mente solo i bonus» è uno dei messaggi.

Ma ci sono molti riferimenti tra organizzatori e procacciatori per accordarsi sul numero di 18enni da far andare in libreria e sui pagamenti delle «provvigioni», anche 1200 euro al mese per ogni intermediario. I neo maggiorenni di Ercolano e dintorni venivano convocati in libreria e invitati a lasciare il «qr code» per accedere online al servizio, per poi tornare dopo due settimane per ritirare 250-300 euro in contanti. I ragazzi, poi, firmavano due ricevute che in pratica certificavano prima l'acquisto e poi la restituzione di libri usati «danneggiati», una pezza d'appoggio ritenuta falsa dagli investigatori, visto che tutte le 5285 pratiche del bonus eseguite nella libreria erano state eseguite nello stesso modo, senza un elenco dei volumi oggetto della compravendita e della restituzione. I «moduli» sequestrati riportavano la dicitura «ritiro del rimborso in soldi relativo ai buoni elencati emessi dalla libreria. perché le edizioni dei libri difettosi resi non sono più reperibili in quanto fuori catalogo». La conferma che fossero false attestazioni è avvenuta dagli interrogatori ai neo maggiorenni, che hanno confermato di non sapere nulla di quei libri. Una truffa che, secondo l'accusa, avrebbe fruttato circa 3 milioni di euro all'organizzazione, con gli ultimi casi riscontrati tra il 2020 e il 2022, nonostante gli avvisi di garanzia arrivati nel 2019. Nel frattempo, i tre finiti in carcere avrebbero acquistato un appartamento, un b&b con vista sugli scavi di Ercolano e creato altre società. 

Nel corso del blitz, i finanzieri sono riusciti a sequestrare 25mila euro in contanti, ma anche conti correnti, la libreria di via IV Novembre, 5 veicoli, 15 immobili e un altro b&b a Napoli. Nel frattempo, non appena il Mibact liquidava le somme nel 2017 erano 700mila euro dal conto corrente della libreria partivano una serie di bonifici anomali e prelievi in contanti per 260mila euro. Nel corso delle indagini era stata sequestrata una cartellina rossa: all'interno i finanzieri avevano scoperto una serie di documenti. Il più interessante, secondo gli investigatori, era un manoscritto denominato «preventivo entrate con app18» e uno schema su entrate e uscite per garantire il guadagno a tutti. 

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