Inviato a Casamicciola
«C'è chi scava senza sosta in quell'area a ridosso del Monte Epomeo dove nulla è più come prima dopo la frana del 26 novembre, ma sono anche state intensificate le ricerche in mare con gruppi di sommozzatori della Guardia costiera e dei vigili del fuoco che perlustrano il tratto di mare antistante al porticciolo di Casamicciola. Mancano all'appello ancora quattro dispersi, otto i cadaveri invece già rinvenuti. Si tratta del tassista Gianluca Monti e di sua moglie Valentina Castagna, sono i genitori di Michele, Francesco e Maria Teresa di appena 15, 11 e 6 ritrovati deceduti. All'appello manca anche Salvatore Impagliazzo, il compagno di Eleonora Sirabella chè è stato il primo cadavere tirato fuori dal fango sabato scorso. Non si hanno poi tracce della 31enne Maria Teresa Arcamone. Le operazioni procedono ormai senza tregua sin dalle prime ore dopo la tragedia, ma adesso è diventata ancor di più una corsa contro il tempo non solo nella speranza di ritrovare qualche sopravvissuto, ma anche perché le condizioni metereologiche potrebbero presto peggiorare rendendo ancor più complesso il lavoro dei soccorritori.
Ieri mattina era corsa la voce fossero stati rinvenuti i corpi dei coniugi Monti, ma la notizia è stata subito smentita dal responsabile della comunicazione dei vigili del fuoco, Luca Cari. «Fino a questo momento - è stato spiegato - non sono stati individuati né recuperati i quattro dispersi. Resta valida l'ipotesi che possano esserci alcuni dei dispersi. Ma per ora non li abbiamo individuati». In realtà, proprio mentre correva la voce del ritrovamento, gli operatori erano al lavoro per recuperare un cavallo deceduto sul colpo già lo scorso sabato, il cui cadavere in putrefazione stava pregiudicando il raffinatissimo fiuto dei cani ricerca e soccorso generalmente impiegati in queste occasioni. Tuttavia l'area dove potrebbero trovarsi Gianluca e Valentina è stata delimitata. I soccorritori presumono che il tassista e sua moglie possano essere nei pressi dove è stato ritrovato il cadavere della piccola Maria Teresa, ritengono infatti che la bimba dormisse nella stessa stanza dei suoi genitori. Un lavoro, quello dei gruppi di ricerca di vigili del fuoco, carabinieri e polizia, reso ancor più complesso nella zona di via Celerio dal doversi muovere nella lava di fango, tra i detriti e dovendo trovare un modo per accedere nell'edificio ormai sepolto dalla frana di sabato scorso.
Ma la zona di via Celerio non è l'unica interessata dalle ricerche.
Mentre i soccorritori sono impegnati nelle difficilissime ricerche dei dispersi, è ingente anche lo spiegamento di carabinieri, polizia, Protezione civile e vigili del fuoco per prestare assistenza agli sfollati e alle tante persone che hanno visto travolgere dalla furia della natura la propria attività commerciale. Casamicciola resta ancora, nonostante siano ormai passati alcuni giorni, un fiume di fango. Soprattutto nell'area più a valle, quella più a ridosso del porto. Per chi non ha più nulla è alacre il lavoro anche dell'Asl Napoli 2 Nord. Ieri il direttore generale Mario Iervolino ha spiegato che sono risultati solo quattro feriti e che l'assistenza prestata dall'ospedale Rizzoli si è concentrata prevalentemente nel riconoscimento delle vittime. «Ora ha detto - Iervolino - dobbiamo concentrare ogni sforzo soprattutto per chi è rimasto in vita. Abbiamo ripristinato l'attività di assistenza psicologica, già consolidata nel pieno dell'emergenza Covid, per supportare la popolazione con i nostri specialisti che possono prestare assistenza anche in call e attraverso Whatsapp. Ci accingiamo a farlo anche nelle scuole per aiutare i ragazzini che restano quelli psicologicamente più colpiti da questo evento».
Per tutta la notte, intanto, si è continuato a scavare e perlustrare ogni angolo travolto dalla frana. La speranza, pur se non confessata, è di ritrovare qualcuno dei dispersi ancora in vita. Come avvenuto in altre circostanza si spera che i quattro dispersi possano farcela avendo trovato qualche camera d'aria tra i tramezzi delle proprie abitazioni per resistere ancora. Ma si tratta, comunque, di una disperata corsa contro le ore e il meteo.