Castellammare, marito tradito sequestra e pesta a sangue l'ex consigliere comunale rivale in amore: arrestato, indagati i complici

Prima le botte, poi l'incendio delle due auto utilizzate dall'ex politico stabiese

Marito tradito sequestra e pesta a sangue il rivale: preso, indagati i complici
Marito tradito sequestra e pesta a sangue il rivale: preso, indagati i complici
di Dario Sautto
Giovedì 23 Febbraio 2023, 11:05 - Ultimo agg. 14:20
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Dall'amicizia e le cene in coppia a una relazione clandestina: in questo scenario erano maturate due spedizioni punitive nei confronti di un ex consigliere comunale di Castellammare di Stabia, all'epoca dei fatti siamo tra maggio e giugno 2021 in carica nella maggioranza di centrodestra. Prima un violento pestaggio, con tanto di sequestro di persona, poi l'incendio delle due auto utilizzate dall'ex politico stabiese. Ieri mattina, il personale della sezione di pg della Procura di Torre Annunziata e i poliziotti del commissariato di Castellammare di Stabia hanno dato esecuzione a un'ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di tre persone, accusate di sequestro di persona e lesioni personali aggravate, reati commessi in concorso con una quarta persona non ancora identificata. Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Torre Annunziata Mariaconcetta Criscuolo, su richiesta della Procura guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso, al termine di delicate indagini partite dopo la denuncia del secondo episodio. Un uomo E.D. è finito agli arresti domiciliari, mentre per altri due presunti complici V.D. e A.C. è stato disposto il divieto di dimora in provincia di Napoli. Tutti i protagonisti della vicenda hanno tra i 30 e 45 anni.

Era una notte di inizio giugno di due anni fa, quando gli stessi poliziotti furono chiamati a intervenire nella periferia nord di Castellammare. In via Cottrau, nei pressi dell'abitazione della vittima, erano state incendiate una Madza cx e una Fiat Panda aziendale, automobili utilizzate dall'allora consigliere comunale stabiese.

Dopo i primi accertamenti, gli investigatori esclusero le piste che portavano all'intimidazione di camorra e a motivi legati alla politica, concentrandosi sulla vita privata della vittima. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il raid incendiario si era verificato pochi giorni dopo un violento pestaggio subito dallo stesso ex politico, prelevato sotto casa da due suoi conoscenti che prima gli avevano impedito di uscire dalla sua vettura e poi lo avevano costretto a salire a bordo di un'altra vettura e lo avevano portato in un luogo isolato, una traversa di via Napoli, nella periferia nord di Castellammare. Lì erano intervenuti altri due uomini, di cui uno armato di bastone, e lo avevano malmenato. Calci, pugni, bastonate all'addome, al bacino, alla schiena, e ancora colpi a braccia e gambe, per una prognosi di 13 giorni, come stilato dal medico curante della vittima, che decise di non recarsi in ospedale dopo essere riuscito a fuggire a piedi dal luogo del pestaggio. 

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Secondo gli investigatori, tutto sarebbe collegato ad una vendetta per motivi sentimentali. A una presunta relazione clandestina tra il consigliere comunale e la moglie di uno degli aggressori, il quale scoperta la tresca aveva deciso di vendicarsi con quello che era un suo amico. A dargli man forte, poi, sarebbero intervenuti il fratello, un amico e una quarta persona, tuttora non identificata. A quel pestaggio seguirono altri due episodi. Il primo è il raid incendiario di inizio giugno 2021, il secondo un altro incontro ravvicinato tra aggressori e vittima, con la minaccia di altre botte. «Non finisce qui» avrebbe detto uno degli indagati all'ex consigliere comunale. Nel frattempo, però, erano scattate le indagini dei poliziotti, che avevano ricostruito quasi subito lo scenario in cui erano maturati i vari episodi denunciati dalla vittima. Ieri, a chiusura di due anni di indagini, sono arrivati l'arresto per l'ideatore dei due raid punitivi e la misura cautelare anche per i due presunti complici dell'aggressore. La rabbia nei confronti della vittima era legata soprattutto allo stretto rapporto di amicizia tra i due nuclei familiari: da quanto è emerso, la presunta relazione clandestina sarebbe nata complici le uscite tra le due coppie di coniugi, e poi sarebbe andata avanti per settimane, prima che l'aggressore si rendesse conto di quanto stava accadendo. Accecato dalla rabbia, poi, aveva deciso di regolare i conti in maniera violenta. Ora tutti gli indagati avranno la possibilità di spiegare la propria versione dei fatti nel corso degli interrogatori di garanzia. 

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