Castellammare: prof aggredita a scuola, i familiari dell'alunna avevano già picchiato una maestra

Il racconto dell'insegnante elementare: «Mi aspettarono sotto casa, poi il pestaggio»

Lucia Celotto, la prof aggredita
Lucia Celotto, la prof aggredita
di Fiorangela d'Amora
Domenica 26 Marzo 2023, 00:01 - Ultimo agg. 09:21
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Professoressa di inglese aggredita in aula, il ministero dell’Istruzione parte civile nel processo penale. È la proposta del ministro Giuseppe Valditara che torna sulla vicenda accaduta al liceo classico “Plinio Seniore” di Castellammare di Stabia: «Chi prende a pugni un insegnante avrà davanti non solo l’insegnante ma anche lo Stato. È ora di dire basta alle aggressioni. Voglio che torni la serenità nelle classi».

Intanto l’inchiesta è stata aperta. L’indagine coordinata dalla Procura di Torre Annunziata è stata avviata e sarà formalizzata lunedì con le deposizioni delle querele di parte. I carabinieri della compagnia di Castellammare, agli ordini del maggiore Carlo Venturini, hanno ascoltato venerdì la preside Fortunella Santaniello che, spontaneamente, si è presentata in caserma per esporre la sua ricostruzione di quanto avvenuto giovedì mattina presso la succursale di Via Virgilio. Versioni discordanti tra la direzione, la famiglia, e la professoressa aggredita. Quello che è certo che a scatenare la violenza verbale e fisica, sia stata una valutazione sbagliata, secondo la famiglia dell’alunna del primo anno, del suo rendimento in inglese. «Insufficienze non gravi» secondo la professoressa Lucia Celotto che aveva già avuto un faccia a faccia con la mamma della sua alunna al primo quadrimestre. «Venne a colloquio accusandomi di preferire un’altra alunna rispetto alla figlia - spiega la docente aggredita - io provai a spiegarle che il 4 era una causa di compiti a casa mai svolti.

Già allora i toni verbali furono piuttosto accesi». 

La media non è mai salita oltre la sufficienza, nonostante secondo i genitori la ragazza studiasse tanto. Convinti della malafede della professoressa di inglese, la mamma pochi giorni prima dell’aggressione, si diresse anche alla preside per lamentare disparità nelle valutazioni didattiche. «In classe quella mattina stavo dicendo ai ragazzi che qualche genitore si era lamentato dei miei voti - ricorda la professoressa - in quello stesso momento l’alunna cominciò ad agitarsi dicendomi di non sentirsi bene e mi chiese di uscire». Così iniziò la mattinata di violenza e follia all’interno del più prestigioso liceo di Castellammare. Durante la quarta ora, la ragazza esce, ma poco prima che suonasse la campanella alla porta della classe si presenta la mamma della ragazza. Subito una raffica di insulti, schiaffi e spintoni nei confronti della professoressa Celotto. Davanti agli occhi degli alunni del primo anno la furia della donna, che aveva avuto accesso all’istituto e poi al piano, senza che nessuno la fermasse. 

«Il bidello del piano si è completamente disinteressato, - racconta la docente - nessuno è intervenuto in mia difesa. Alla fine dell’ora avevo terminato il mio turno e ancora scossa sono uscita dal lato di via Einaudi e mi sono diretta da sola e a piedi in ospedale». Intanto all’ingresso principale di via Virgilio, l’alunna che aveva chiesto di uscire dalla classe era in preda a una crisi di panico. Il personale scolastico ha chiamato il 118 alle 11,50, il mezzo di soccorso è andato via alle 12,15 ma intanto la condizioni di salute erano migliorate ed è stata la mamma a rifiutare il ricovero. «I collaboratori scolastici avevano identificato la signora all’ingresso. Non vi è stata un’irruzione», ha precisato la preside Santaniello, «la scuola è sempre presidiata ma purtroppo il momento di emergenza con il malessere della ragazza che peggiorava di minuto in minuto ha reso particolarmente complicata la situazione con la necessità di sollecitare a più riprese l’intervento del 118». 

Questo ma anche molti altri aspetti dovranno essere chiariti dall’indagine. Intanto la professoressa, poche ore dopo l’accaduto, ha raccontato la sua versione dei fatti in commissariato davanti al primo dirigente Amalia Sorrentino. Quella mattina a scuola secondo i presenti, la donna che ha aggredito la professoressa non era sola. Ad aspettarla all’interno della scuola c’erano altri tre componenti della famiglia tra cui la nonna della ragazza, protagonista nel 2016 dell’aggressione alla maestra di matematica delle elementari. 

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«La nonna mi accusò di aver lanciato un quaderno contro sua nipote - spiega Anna Cecere oggi in pensione - mi aspettarono sotto casa e cominciarono a picchiarmi». Per quei fatti la nonna patteggiò sei mesi e la docente si dovette operare al ginocchio. Stavolta la versione della famiglia è affidata all’avvocato Emilio Longobardi che smentisce l’aggressione spiegando come la madre della ragazza fosse «intervenuta per soccorrere la figlia in preda a una crisi d’ansia». Quanto accaduto giovedì mattina ha lasciato un segno forte negli studenti che hanno affisso due striscioni, uno all’esterno della sede principale del liceo e uno alla succursale. «Plinio contro la violenza», ma ancora una volta la protervia nel liceo fondato nel 1920, ha lasciato il segno. In via Virgilio lo striscione di carta è stato strappato e accartocciato. 

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