Claudio D'Esposito dirigente Wwf picchiato a Sant'Agnello: l'agguato dopo le denunce degli ambientalisti

L'aggressione denunciata in aula dall'ex procuratore nazionale antimafia Cafiero de Raho

Claudio D'Esposito, presidente del WWF Terre del Tirreno
Claudio D'Esposito, presidente del WWF Terre del Tirreno
di Dario Sautto
Venerdì 31 Marzo 2023, 07:00 - Ultimo agg. 17:00
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Picchiato fino a fargli perdere i sensi perché le sue denunce hanno bloccato una serie di speculazioni edilizie che stavano inondando di cemento uno dei luoghi più belli del mondo. E sullo sfondo ci sono gli interessi della camorra. «Una scena da Gomorra» l'hanno descritta i presenti, rimasti attoniti e terrorizzati, anche perché l'aggressore è un imprenditore molto conosciuto in zona e con precedenti per camorra. Il teatro della vile aggressione è stato un tranquillo condominio di Sant'Agnello, piccolo centro turistico della Penisola Sorrentina. Vittima del pestaggio è Claudio D'Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno, che con le sue denunce negli ultimi anni ha fatto emergere gli scandali di «boxlandia», lo scempio dei parcheggi cementificati realizzati senza autorizzazioni e, tra gli altri, il caso delle palazzine di «housing sociale» costruite (in maniera abusiva secondo la Procura di Torre Annunziata) proprio a Sant'Agnello, episodio per il quale è a processo per lottizzazione abusiva anche l'attuale sindaco del piccolo Comune costiero. 

A rendere pubblica la violenta aggressione subita da D'Esposito è stato il deputato 5 stelle ed ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, durante un suo intervento in aula. «Questo episodio va portato a conoscenza dei ministri dell'Interno e della Giustizia ha detto Cafiero de Raho perché a Napoli e in Campania servono più controlli e più uomini, serve assumere nuovi appartenenti alle forze dell'ordine.

E poi, per un episodio del genere bisogna procedere d'ufficio. Non è possibile che serva la querela di parte» riferendosi alla riforma Cartabia. Domenica pomeriggio è la ricostruzione D'Esposito era a Sant'Agnello, a casa di amici, quando ha incontrato un imprenditore del settore edilizia originario di Castellammare di Stabia, ma da anni residente in Penisola Sorrentina e con un passato giudiziario inquietante: nel 2018 è tornato libero, dopo aver scontato una condanna definitiva a quattro anni e mezzo di carcere per illecita concorrenza aggravata dal metodo mafioso e per concorso esterno ad un clan di camorra dell'area stabiese. I due si sono incrociati in diverse vicende negli ultimi anni, perché le denunce del Wwf e di D'Esposito hanno spesso colpito le speculazioni edilizie nel territorio della Penisola Sorrentina nelle quali, anche solo indirettamente, il suo aggressore aveva qualche interesse. Per una di queste vicende giudiziarie, dopo l'ennesimo ricorso respinto, nei giorni scorsi un socio dell'imprenditore avrebbe ricevuto una parcella «salata» dal suo avvocato. Ed ecco scattare la violenta aggressione che sa molto di vera e propria spedizione punitiva di camorra. 

 

Calci, pugni, spintoni contro D'Esposito, letteralmente crollato «kappao» e privo di sensi all'ennesimo colpo proibito. Sul posto sono subito giunti i carabinieri (che hanno relazionato tutto, in attesa della denuncia) e un'ambulanza del 118. L'attivista Wwf è stato subito trasferito all'ospedale di Sorrento, dove è stato ricoverato tre giorni, prima di essere dimesso ancora malconcio, ma fuori pericolo. Nel frattempo, viste le sue condizioni cliniche era sotto osservazione per i numerosi traumi subiti non ha ancora sporto denuncia contro il suo aggressore. Della vicenda, però, si è subito interessato l'ex procuratore antimafia Cafiero de Raho, che ha sottolineato come «in casi del genere non debba essere necessaria la querela di parte, ma bisogna intervenire d'ufficio» criticando quanto previsto dalla riforma Cartabia. Per Francesco Emilio Borrelli, parlamentare dei Verdi, Claudio D'Esposito «è stato vittima di una brutale aggressione di chiaro stampo camorristico ed è stato lasciato solo a terra, tramortito, nel silenzio di numerosi testimoni intimiditi e terrorizzati. A distanza di quattro giorni, il caso è diventato di dominio pubblico e nella giornata di ieri sono arrivati gli attestati di stima e solidarietà per Claudio D'Esposito da tutte le associazioni ambientaliste del territorio «pronte a scendere in piazza per dire no alle minacce e intimidazioni». Vicinanza e solidarietà sono state espresse anche da tutti i sindaci della Penisola Sorrentina, a partire da Salvatore Cappiello (Piano di Sorrento) che ha sottolineato le «divergenze di vedute ma sempre nel rispetto dei ruoli e delle persone. Claudio è un punto di riferimento per la tutela dell'ambiente, auspico che sia fatta chiarezza su ciò che è accaduto». E ancora il primo cittadino di Massa Lubrense Lorenzo Balducelli ha subito inviato un messaggio augurando «al presidente del panda una pronta guarigione», come fatto dagli altri sindaci Massimo Coppola (Sorrento), Piergiorgio Sagristani (Sant'Agnello), Giuseppe Tito (Meta) e Peppe Aiello (Vico Equense). 

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