Sorrento, deejay picchiato per non farlo esibire: cade l'aggravante mafiosa, condanna dimezzata

Secondo i giudici d'Appello non fu un pestaggio di camorra: due anni e mezzo per Giuseppe Esposito

Condanna dimezzata in Appello
Condanna dimezzata in Appello
di Dario Sautto
Venerdì 14 Aprile 2023, 17:56 - Ultimo agg. 15 Aprile, 10:50
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Il violento pestaggio ai danni del giovane deejay non fu una spedizione di camorra del clan D'Alessandro. La Corte d'Appello di Napoli ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado emessa dal gup del tribunale napoletano ed ha dimezzato la pena per Giuseppe Esposito, detto «Peppone», 22enne di Piano di Sorrento che era stato arrestato due anni fa per estersione aggravata dal metodo mafioso.

In primo grado, il giovane era stato condannato a cinque anni di carcere. Oggi, assistito dall'avvocato Antonio Iorio, per il 22enne è caduta l'aggravante del metodo mafioso, mentre restano in piedi quelle delle minacce, dell'uso di armi e l'accusa di lesioni gravi.

Dunque, la condanna è scesa a due anni e mezzo di reclusione.

Per Esposito scattò l'arresto a novembre 2021, al termine di indagini condotte dai carabinieri della stazione di Piano di Sorrento e della compagnia di Sorrento e coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, partite dopo la denuncia di un giovane deejay della Penisola Sorrentina. Una denuncia arrivata dopo il violento pestaggio subito e dopo una settimana trascorsa chiuso in casa. Il papà riuscì a convincerlo a fine giugno 2021, quando i locali e la movida di Sorrento stavano tentando di ripartire, tra nuove norme anticontagio e il calo dei turisti.

Secondo l'Antimafia, Esposito si era presentato come nipote di Massimo Terminiello, pregiudicato di Meta di Sorrento ritenuto fedelisimo di Nino Spagnuolo, elemento di spicco del clan D'Alessandro. I due sono stati coinvolti in un'inchiesta sulle mire della camorra proprio sui locali e sulla movida della Penisola Sorrentina. Il deejay aveva in programma un'esibizione in un locale di Massa Lubrense. «Fai la prima e l'ultima serata, tu per fare le serate devi chiedere il permesso» gli avrebbe detto Peppone. Dalle minacce era passato ai fatti meno di una settimana dopo. Appostato da quattro persone non lontano da casa, il deejay era stato picchiato in maniera violenta. Colpi di casco al volto, calci all'addome, pugni. L'episodio era stato ricostruito anche grazie alla videosorveglianza. Per Giuseppe Esposito, però, ora è caduta l'aggravante mafiosa.

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