Michele Mascolo dimesso dall'ospedale di Castellammare, morì poche ore dopo: condannato medico

I genitori: assurdo che un ragazzo così giovane muoia per colpa di altri

Michele Mascolo
Michele Mascolo
di Dario Sautto
Mercoledì 1 Febbraio 2023, 07:11 - Ultimo agg. 11:03
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Quel forte mal di pancia in realtà nascondeva un'emorragia interna in corso, ma al pronto soccorso non furono eseguiti tutti gli esami e fu dimesso senza un diagnosi. Michele Mascolo, poi, morì poche ore dopo quel ricovero ad appena 31 anni. Ieri, il giudice del tribunale di Torre Annunziata Carmela De Simone ha condannato a dieci mesi di reclusione (con il beneficio della pena sospesa) per omicidio colposo U.B., il medico che ebbe in cura Michele la mattina del 5 ottobre 2016.

Una vicenda che sconvolse una famiglia di Santa Maria la Carità, che da allora ha sempre chiesto in maniera composta che venisse fatta chiarezza sulla morte di un ragazzo per bene, che da dieci anni lavorava come informativo e che non aveva mai avuto problemi fino a quella tragica notte, quando fu costretto ad un primo ricovero al pronto soccorso dell'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia.

Michele accusava dolori lancinanti alla pancia e, dopo alcuni esami sommari, fu dimesso senza prognosi né diagnosi. In questa decisione, secondo la Procura di Torre Annunziata (pm Emilio Prisco) si celerebbe l'errore medico, fatto di imperizia e negligenza. «Michele poteva essere salvato» ha stabilito l'autopsia, ma servivano esami più approfonditi ed un immediato intervento chirurgico per risolvere l'emorragia interna per la rottura di un vaso sanguigno importante. Tutto ciò non avvenne e le condizioni di Michele dalle 6 del mattino precipitarono fino al malore fatale intorno alla mezzanotte: la nuova corsa in ospedale, però, non servì a nulla, il giovane spirò subito dopo il secondo ricovero. Inizialmente, nel registro degli indagati furono iscritti i nomi di cinque medici che avevano avuto in cura il 31enne, ma a processo è finito solo il professionista che firmò le dimissioni di Michele venti ore prima della sua morte. 

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Assistiti dall'avvocato Gennaro Somma, i familiari di Michele si sono costituiti parte civile al processo ed hanno atteso che la giustizia facesse il proprio corso.

Al loro legale, il padre Renato, la madre Immacolata, i fratelli Raffaella e Salvatore hanno affidato un breve commento, a margine della lettura della sentenza, ringraziando la magistratura «per l’attenzione posta al caso di un ragazzo ancora all’inizio della sua vita, venuto a mancare per colpa altrui» ed insistono affinché «tali fatti vengano sempre perseguiti, per non permettere che accadano più».

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