Elezioni comunali a Casamicciola, ​la speranza dopo il disastro

I candidati sindaco: «Ripartiamo dal porto e dall'ambiente»

Casamicciola al voto dopo l'alluvione
Casamicciola al voto dopo l'alluvione
di Marilicia Salvia
Mercoledì 10 Maggio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 11 Maggio, 10:00
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Inviato a Casamicciola

Manifesti elettorali sui muri non ce ne sono, quei pochi che erano stati timidamente affissi hanno avuto vita breve, strappati dagli abitanti infastiditi. In compenso, davanti al porto semideserto resiste, appoggiata a una transenna, una pezza bianca su cui qualcuno ha scritto “basta chiacchiere”, eloquente messaggio dei comitati che lunedì hanno inscenato un sit-in: nel mirino c’è la lentezza con cui a loro giudizio procedono i lavori di bonifica del bacino portuale, ancora soffocato dai fanghi venuti giù con l’alluvione di novembre e quindi aperto soltanto agli aliscafi.

«Se sarò eletto, pretendere il dragaggio sarà la prima cosa che farò, a costo di mettermi a scavare con le mie mani», dice Giuseppe Silvitelli, direttore dell’ufficio locale di Poste Italiane, ex vicesindaco dell’amministrazione Castagna mandata a casa a giugno scorso - cinque mesi prima della disastrosa frana del 26 novembre - e adesso alla guida della lista “Per Casamicciola”. Non si tratta solo di ripristinare i necessari collegamenti commerciali con la terraferma, e di (ri)portare i turisti negli alberghi e negli impianti termali, quasi tutti ancora chiusi. Niente traghetti a Casamicciola significa niente clienti per i bar, i tabaccai, i tassisti, i noleggiatori di motorini e così via. Significa indotto paralizzato e paese senz’anima, senza ossigeno, senza respiro.

«Dobbiamo riportare a Casamicciola la speranza», conferma Giosi Ferrandino, europarlamentare ex Pd, ora esponente di Azione, che del piccolo comune ischitano è già stato sindaco dal 2003 al 2007 prima di guidare, per un decennio, il Comune “capoluogo” di Ischia porto, e che adesso è tornato in campo con la lista “Casamicciola al centro” per rispondere - racconta - alle sollecitazioni dei concittadini e degli esponenti della sua area politica: «Ho sentito il dovere di mettere a disposizione la mia lunga esperienza amministrativa, questo per Casamicciola è un momento difficilissimo ma è anche quello della possibile svolta.

Il governo ha stanziato fondi importanti, dal Pnrr possiamo trarre risorse per realizzare progetti decisivi: c’è bisogno di competenza, serietà e autorevolezza».

Non c’è spazio, dice Ferrandino, per l’improvvisazione («Un attimo dopo la mia elezione a sindaco mi metterò al lavoro con il commissario Legnini, dobbiamo accelerare su tutte le priorità») ma neanche per il pessimismo: «I turisti? È vero, le prenotazioni vanno a rilento. Ma riprenderanno. Al ministro Santanché, che ha lanciato l’hastag “ThisisIschia” vorrei proporre un altro slogan: “Siamo pronti”. Casamicciola, Ischia, sono conosciute in tutto il mondo. Tutti sanno cosa siamo. Ora devono sapere che tutto funziona, che si può venire in vacanza in tutta tranquillità e sicurezza». 

Se questo è lo slogan, bisognerà gridarlo forte, perché per ora in pochi si lasciano tentare. Non solo a Casamicciola, ma sull’intera isola i turisti arrivano con il contagocce, «perché il problema di un comune diventa il problema di tutti, mica all’estero fanno distinzioni: l’alluvione per loro è avvenuta a Ischia», sottolinea Ferrandino introducendo un argomento sempreverde, quello dell’istituzione del Comune unico su cui si dicono d’accordo anche i suoi competitor, Caterina Iacono oltre Silvitelli: «Fossimo soltanto Ischia con i suoi 65mila abitanti conteremmo di più, avremmo più chance di vedere finanziati i nostri progetti», dicono tutti e tre, con la Iacono a fare il controcanto «perché vedrete, non ci arriveremo mai, è troppo forte la tentazione di scambiarsi favori tra chi gestisce il potere».

 

Architetto, presidente di vari comitati, sfollata del terremoto 2017, Caterina Iacono è l’outsider della competizione: «Ho deciso di dare voce ai tanti che sono stanchi delle promesse a vuoto. Questo paese non ha più nulla, le sue tre piazze sono simbolo di degrado, abbandono, devastazione. Sono passati sei mesi dall’alluvione e sei anni dal terremoto, la gente è ancora sfollata, i commercianti, i piccoli imprenditori aspettano ancora un aiuto. Per non parlare dello scandalo del Pio Monte, l’enorme polmone verde di fatto abbandonato dai proprietari e che potrebbe diventare l’anima della comunità, se solo ci si decidesse a espropriarlo». Anche questo è un nodo in eterna attesa di risoluzione, per il centrodestra di Silvitelli bisogna lasciar fare al mercato e attendere che una nuova, annunciata proprietà ne faccia un albergo di lusso: «L’amministrazione Castagna ha votato il cambio di destinazione, attrarrà un turismo ricco e la nostra immagine ne trarrà grande vantaggio»

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Per ora quell’enorme muraglia diroccata trasmette inquietudine e forse rabbia, con quella scritta “Misurare il tempo” piazzata durante un happening artistico molti anni fa e che da allora risuona come un monito. Il tempo passa a Casamicciola, ma non porta cambiamenti. I tubi innocenti reggono ancora le case danneggiate dal sisma, quella villa rimasta in bilico dopo che la frana le ha tolto il terreno sotto le fondamenta è ancora così, mezza dentro mezza fuori, gli abitanti di quel pugno di case risparmiate dal fiume di fango prendono la valigia e vanno a dormire a valle, negli alberghi, ogni volta che il cielo si fa nero. «Con Legnini distingueremo le zone in cui abitare sarà vietato e quelle in cui sarà consentito, ma solo in case che rispondano a tutti i criteri di sicurezza», dice Ferrandino: «Un criterio chiaro, pragmatico, obiettivo». Silvitelli si dice d’accordo - la “pacificazione”, intesa come volontà di collaborare al bene del paese chiunque vincerà le elezioni, è un obiettivo proclamato da entrambi - e rilancia proponendo una cittadella dello sport: «Campi da tennis, basket, piscine: sarà qui l’anima della comunità». L’anima che si è perduta in questo inverno infinito. Ma forse molto prima. «Neanche un ufficio del turismo, abbiamo a Casamicciola», ricorda Iacono: «Non c’è mai stato. Per non dire delle pensiline dei bus. Se vogliamo darci un’anima, proporrei di cominciare da certe piccole, significative “dimenticanze” di chi ha governato finora».

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