Ischia, esplode la rabbia degli sfollati: «Condannati a vivere in albergo»

Tra le più agguerrite c’è la settantenne Filomena Mattera, non un personaggio qualunque per Casamicciola: suo marito, Parisio Iacono, è stato sindaco dal 1976 al 1981 e dal 1987 al 1990

Gli sfollati di Ischia in hotel
Gli sfollati di Ischia in hotel
di Valentino Di Giacomo
Martedì 29 Novembre 2022, 00:02 - Ultimo agg. 30 Novembre, 07:44
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Inviato a Casamicciola

Porta le mani al volto Cira, vorrebbe piangere, lasciarsi andare. Eppure, nonostante abbia perso tutto, non può dirompere nella disperazione perché, di fianco a lei, c’è sua figlia di 11 anni. Per la seconda volta in cinque anni si ritrova a vivere in un albergo, un’esperienza già vissuta sulla pelle per ben due anni dopo che il terremoto del 2017 aveva reso inagibile la casa in cui viveva con il compagno e due bimbe, l’altra figlia oggi ha nove anni. Prima il terremoto, poi la frana. Si assomigliano molto le storie degli sfollati, ora rifugiati nell’hotel Michelangelo di Lacco Ameno che in questi giorni ha ospitato quasi cento persone. 

«Dopo aver vissuto per due anni, in quattro, in una stanza di albergo, avevamo preso in fitto - racconta Cira trattenendo a forza le lacrime - una casa a ridosso di dove è avvenuta la frana.

La nostra abitazione è stata colpita solo leggermente, ma ci hanno detto che dovevamo andar via e sfollare». Da due anni questa famiglia aveva trovato un briciolo di tranquillità. «Non ce la passiamo benissimo economicamente, io lavoro paradossalmente - spiega Cira - in un albergo, mio marito ha lavorato in passato per il Comune. La frana ha trascinato via pure la mia macchina, è una di quelle portate giù a ridosso della costa dalla forza distruttrice della slavina di fango».

Non è però la macchina a pesare, per quella conta di ottenere qualche risarcimento. «In auto - dice - c’erano i pattini di mia figlia acquistati per 170 euro appena due giorni prima. Mi spiace per lei, per le mie figlie che da due anni a questa parte avevano trovato continuità nella scuola, nelle amicizie, nella passione per il pattinaggio». Ora, invece, si ricomincia da una nuova vita in albergo. «È bellissimo - dice la donna - questo hotel, siamo accuditi ci sono tanti volontari che ci danno aiuto, non è neppure paragonabile alla tragedia vissuta con il terremoto quando fummo costretti a vivere in quattro in una piccola stanza d’albergo». Il dramma per Cira e la sua famiglia è che non sa questo periodo da sfollata in albergo quanto durerà.

All’hotel Michelangelo non tutti hanno piacere di farsi intervistare nonostante l’assalto dei giornalisti. C’è la 33enne Francesca, ad esempio, che all’ingresso dell’albergo di Lacco Ameno riceve la visita delle amiche. La giovane donna, insieme alle colleghe, si occupa di assistenza ai bimbi autistici. Anche la casa di Francesca è a rischio ed è quindi stata evacuata, ma le lacrime che piange sulle spalle delle sue amiche non sono dovute allo sfollamento. Francesca era amica d’infanzia di Gianluca Monti e Valentina Castagna, i loro tre figli sono quelli di 6, 11 e 15 anni, ritrovati tutti cadaveri tra le macerie della casa invasa da massi e fango caduti dalla cima al lato del Monte Epomeo. È mamma anche Francesca e il pensiero, oltre che per i figli di Gianluca e Valentina, è anche per i suoi. «Da domani farò di tutto - dice - per fare in modo che i miei figli non vivano questo. Dico però che molte delle case coinvolte erano in regola, almeno condonate, Ischia non è tutta abusiva come si vuole far credere».

 

In piazza Maio, luogo simbolo tanto della tragedia della frana quanto di quella del terremoto del 2017, si respira invece un’aria di rabbia. Ad essere preso di mira è il furgone dell’Unità di comando locale dei vigili del fuoco. Una processione di persone che prima sono state sfollate e che, ora, vogliono far rientro in casa. C’è chi vuole rientrare almeno per prendere vestiti ed oggetti di valore lasciati a casa, ma sono tanti anche coloro che vogliono riprendere possesso delle proprie abitazioni e tornare a fare la vita che facevano prima.

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Tra le più agguerrite c’è la settantenne Filomena Mattera, non un personaggio qualunque per Casamicciola, suo marito, Parisio Iacono, è stato sindaco del Comune ischitano dal 1976 al 1981 e dal 1987 al 1990. Filomena trascorre l’intera mattinata ad urlare la sua rabbia: grida con tutta la voce che ha in corpo di essere stata già sfollata per il terremoto del 2017 dalla sua casa, oggi puntellata con tronchi di legno, che si trova a due passi da piazza Maio. Ora teme di vedersi sfollare anche dall’altra casa dove vive. «Basta - urla quasi in preda ad una crisi - non ne posso più». La frana per queste persone è stata solo l’ultima batosta. 

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