Casamicciola, il piano di Legnini: molte case inagibili da ricostruire altrove

Il commissario: servono risorse per trasferire i cittadini e delocalizzare

Continuano le ricerche dell'ultima dispersa a Ischia
Continuano le ricerche dell'ultima dispersa a Ischia
di Valentino Di Giacomo
Lunedì 5 Dicembre 2022, 23:58 - Ultimo agg. 6 Dicembre, 19:57
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Oltre a superare l’emergenza, c’è da guardare avanti, a come costruire un futuro per Ischia senza più rischi. Se da un lato nei prossimi giorni, per mettere in sicurezza il territorio, comincerà ad operare un radar in grado di rilevare minuto per minuto i movimenti dei costoni a rischio crolli, il commissario per l’emergenza Legnini pensa già a come ricostruire gli edifici che non possono più restare dove permangono i pericoli in altre zone di Ischia. Ieri il «doppio» commissario Giovanni Legnini - per il post sisma di 5 anni fa e per l’alluvione del 26 novembre - ha messo in luce il suo piano.

«C’è un numero abbastanza elevato di edifici inagibili - ha spiegato Legnini - che va ricostruito o delocalizzato, non ricostruito in sito per ragioni di sicurezza idrogeologica e sismica. Va però garantito ai cittadini il diritto alla casa acquistandola altrove sull’isola, consentendolo nei limiti strettissimi nei quali si può immaginare un’area di una nuova costruzione a Ischia, riutilizzando il patrimonio edilizio esistente e senza nuovo consumo di suolo. Questo sarà oggetto di un piano al quale stiamo già lavorando insieme alla Regione Campania». Si tenterà una svolta anche grazie ai 12 milioni stanziati dal governo di Giorgia Meloni ai quali si aggiungono i 4 della Regione Campania e il milione della Città Metropolitana. 

Ma altri fondi serviranno. «Il principio inderogabile - ha rilevato Legnini - è quello della sicurezza degli edifici, le case abusive ma anche quelle che non lo sono, dovranno rispettare questo principio. Non possiamo più consentire eventi come quelli che si sono verificati. I cittadini devono avere questa garanzia di vivere in un territorio sicuro. Ci sarà bisogno di molta persuasione, ci sarà bisogno di pianificazione e ci sarà bisogno anche di risorse perché per poter delocalizzare, convincere, offrire ai cittadini la possibilità di trasferirsi altrove occorrono risorse ovviamente che sono certo il Governo ed il Parlamento non faranno mancare». 

Intanto nei prossimi giorni saranno installati i radar interferometrici che serviranno per monitorare tutti i movimenti del terreno nella zona interessata dalla frana lo scorso 26 novembre. Dopo la tragedia si cerca aiuto alla scienza per garantire ai cittadini di Casamicciola una maggiore tranquillità per il futuro. I radar - che saranno installati nei prossimi giorni dal team del professore Nicola Casagli, ordinario di Geologia applicata dell’università di Firenze - riusciranno a monitorare minuto per minuto il costone a ridosso del Monte Epomeo e mettere in guardia in tempo reale la Protezione civile su possibili nuove frane. 

«Abbiamo visionato dall’alto in elicottero tutti i luoghi dell’isola colpiti dagli smottamenti di questi giorni - ha detto Casagli in un incontro tenuto ieri mattina con la stampa - e ora procederemo a fare dei sopralluoghi via terra della porzione principale di montagna che si è staccata a Casamicciola».

Per gli altri fronti potenzialmente forieri di possibili pericoli, le varie microfrane che sono state registrate nei giorni scorsi in più punti dell’isola, il super esperto fiorentino non è apparso preoccupato. «Posso solo dire - ha detto - che per la frane secondarie non servirà il monitoraggio, ma interventi rapidi per mettere in sicurezza la zona».

Non è la prima volta che Casagli interviene a Ischia, giunse sull’isola anche dopo la frana di Monte Vezzi di 16 anni fa, ma per l’evento del 26 novembre riconosce che sia accaduto qualcosa di raro. «La frana del 26 novembre è stato un evento grande e severo, di proporzioni superiori a quelle del 2006 e 2009 ma quella dell’isola è una situazione uguale a quella del resto d’Italia, Ischia non fa eccezione: dove sono stati cancellati i canali naturali di deflusso delle acque piovane si sono verificati eventi simili». Serve quindi un approfondito lavoro di messa in sicurezza generale, l’obiettivo che è stato ribadito ieri anche da Legnini.

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Mentre il team del professor Casagli sarà impegnato a monitorare i costoni pericolanti di Ischia e ad installare le strumentazioni tecnologiche che serviranno di qui in avanti per garantire la sicurezza degli ischitani, parallelamente i vigili del fuoco da ieri mattina hanno anche cominciato le annunciate ispezioni dei quasi 500 edifici precedentemente considerati a rischio.

Le prime verifiche commissionate dal commissario prefettizio di Casamicciola, Simonetta Calcaterra, hanno riguardato gli edifici insistenti nell’area considerata gialla, dai prossimi giorni il lavoro si concentrerà anche sulle strutture che ricadono in zona rossa. Non sono stati forniti numeri, ma qualcuno degli edifici considerati a rischio è già stato inserito tra quelli agibili. Già da oggi qualcuna delle famiglie sfollate temporaneamente dopo l’ordinanza del commissario prefettizio potrà rientrare a casa e lasciare gli alberghi dove sono state stato temporaneamente sistemate. Si procederà a scaglioni fino a giovedì quando i lavori di ispezione dei vigili del fuoco sulle abitazioni considerate a rischio dovrebbero terminare. Per chi vive nelle case che venissero considerate inagibili l’alternativa è soltanto restare nelle strutture alberghiere per non correre pericoli. Per cambiare completamente la situazione dovrà entrare a regime il meccanismo di monitoraggio dei costoni, l’unico modo per prevedere con un certo anticipo eventuali nuove frane e avvertire per tempo la popolazione. Sono intanto state riaperte ieri mattina le scuole primarie e dell’infanzia degli altri 5 Comuni dell’isola esclusa Casamicciola. 

Per i bimbi dell’area coinvolta dalla frana il direttore generale dell’Asl Napoli 2, Mario Iervolino, ha messo a disposizione degli psicologi per aiutarli a superare il trauma. È trascorsa invece a vuoto anche la giornata di ieri per le ricerche dell’ultima dispersa, la 31enne Mariateresa Arcamone. Ieri intanto la Procura di Napoli ha disposto che le salme delle undici vittime già ritrovate potranno essere restituite alla famiglia per la sepoltura. Per la data dei funerali si ipotizza che si possano tenere non prima di questo sabato. I familiari sarebbero intenzionati a svolgere le esequie in forma privata, evitando quindi cerimonie di Stato.

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