Trentotto cittadini stranieri in una villetta alla periferia cittadina, in condizioni igieniche molto precarie. All’arrivo della polizia municipale sono scappati da un’uscita posteriore, solo in 3 sono stati bloccati ed identificati. Sono tutti cittadini bengalesi.
L’operazione dei caschi bianchi è nata da una serie di segnalazioni arrivate al comando della “municipale” agli ordini del comandante Maria Di Vicino. Quasi alla fine del prolungamento di via Dante sistematicamente venivano abbandonati frigo ed altri rottami di elettrodomestici.
I caschi bianchi hanno intensificato i controlli, e l’altra mattina hanno rinvenuto una cinghia che ha lasciato ipotizzare che il materiale ferroso fosse stato trasportato a piedi su un carrellino.
Quando la polizia municipale ha fatto irruzione nell’abitazione, dalla porta posteriore sono scappate alcune persone, in tre non ci sono riusciti. Sono stati identificati: si tratta di tre cittadini bengalesi. Entrati nella villetta i caschi bianchi si sono trovati di fronte a scene di forte degrado. In 4 stanze erano sistemati 38 lettini, a castello, che presumibilmente ospitavano altrettante persone. Le condizioni igieniche della struttura erano da incubo.
Le acque reflue e le acque nere erano convogliate in un canale scavato nel terreno dell’orto adiacente, dove era stato ricavato un pozzo ad assorbimento. Coperto rudimentalmente da una lamiera. Gli impianti elettrici erano fatiscenti, mentre la copertura dell’abitazione era in amianto ed in pessime condizioni, lasciando filtrare acqua pluviale.
Gli agenti hanno avvertito l’ufficio tecnico comunale, la cui responsabile, Rosa Visconti ha disposto un secondo sopralluogo, con il supporto degli operai del comune. Che hanno provveduto a verificare il “sistema” dello smaltimento della acque nere. Alla fine, è stato disposto il sequestro dell’area. Nelle prossime ore sarà sentito anche il nuovo proprietario dell’immobile, titolare, a quanto pare, solo da poco tempo.
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