Grumo Nevano, la madre del femminicida in aula: «Ha ucciso Rosa, deve pagare»

La 22enne strangolata dal vicino di casa perché resisteva al tentativo di stupro

Rosa Alfieri e Elpidio D'Ambra
Rosa Alfieri e Elpidio D'Ambra
di Marco Di Caterino
Mercoledì 1 Febbraio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 2 Febbraio, 07:21
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«Non sono qui per difendere mio figlio. Voglio solo raccontare a tutti la sua vita segnata dalle violenze subite dal padre, morto poi per overdose. Ma lui è colpevole. Ha fatto una cosa gravissima, ha tolto la vita alla povera Rosa, sottratta anche all’affetto dei suoi genitori. Capisco il loro immenso e insopportabile dolore per la perdita. Sono mamma anch’io e se fosse accaduto a me sarei morta». Cristina Salas Martinez parla tra le lacrime, scandendo le parole nel suo italiano appena “sporcato” dallo spagnolo, sua lingua madre.

Una testimonianza drammatica, resa nel corso della quinta udienza davanti alla seconda sezione di corte di assise di Napoli (presidente Concetta Cristiano, giudice a latere Paola Scandone) del processo contro Elpidio D’Ambra, 31 anni, reo confesso dell’omicidio di Rosa Alfieri, 22enne sua vicina di casa, da lui strangolata perché resisteva al suo tentativo di stupro.

Accadde esattamente un anno fa, nel pomeriggio del primo febbraio: la ragazza, uscendo, passò davanti all’abitazione dell’uomo, al piano terra di un palazzo antico a Grumo Nevano. D’Ambra la vide, la trascinò dentro, le saltò addosso; lei urlò, si divincolò, lottò fino all’ultima stilla di forza, fino a perdere per sempre il respiro dentro all’indumento che l’uomo le strinse intorno al collo. Fu il papà a trovarla poco dopo a terra, senza vita, gli abiti stracciati.

Nel più assoluto silenzio dell’aula Cristina Salas Martinez, madre dell’imputato, ha proclamato la sua condanna inesorabile e definitiva nei confronti del figlio. La donna, originaria di Valencia, da diversi anni trapiantata a Grumo Nevano, è stata chiamata a deporre dall’avvocato Dario Cuomo, difensore dell’imputato. Cristina ha raccontato la vita del figlio, segnata dall’ingombrante e maligna presenza del padre. Un uomo violento, tossicodipendente all’ultimo stadio tanto da morire per overdose, capace di rubare anche i pochi spiccioli guadagnati dal figlio con lavoretti, per acquistare dosi di droga. Uno spaccato quotidiano di abbrutimento totale. Una condizione, ha lasciato intendere la donna, che potrebbe aver avuto pesanti ripercussioni sulla personalità del figlio. Soprattutto dopo che Elpidio era tornato dalla Spagna, dove aveva scontato cinque anni di carcere per rapina. Un rientro avvenuto nel settembre del 2021, dovuto alla necessità di rinnovo della patente. Ma che non era ancora riuscito ad avere, ha spiegato ieri la madre, perché era andato ad abitare da lei, che non aveva un contratto di locazione registrato. Per questo Elpidio D’Ambra prese in fitto quel piccolo appartamento ubicato nello stesso cortile dove abitava la povera Rosa. La mamma dell’imputato ha anche dichiarato che il figlio da quando era rientrato in Italia soffriva di “assenze” che duravano parecchi secondi e che non erano saltuarie, ma frequenti. «Uno sterile tentativo di insinuare qualche ragionevole dubbio alla Corte», ha commentato l’avvocato Carmine Biasiello che assiste la famiglia della vittima, che si è costituita parte civile insieme all’associazione Polis, rappresentata dagli avvocati Giammarco Siani e Celeste Diliberto. 

Nel contro-interrogatorio, sia il pm Rossana Esposito, sostituto presso la procura di Napoli Nord, che lo stesso legale di parte civile hanno smontato la versione della donna, in particolare per quanto riguarda la frequenza delle crisi di assenza, perché il figlio si era messo a lavorare come imbianchino fuori regione, tornando a Grumo Nevano solo per i fine settimana, e dunque il tempo della convivenza era limitato. Su richiesta congiunta delle parti civili, accusa è difesa, la Corte ha ritenuto che non sia necessario chiamare in aula altri testimoni perché sono state valutate più che esaustive le dichiarazioni verbalizzate in fase di indagini. E dopo la testimonianza di Cristina Sales Martinez, il presidente ha fissato la prossima udienza per il 17 febbraio, quando verrà escusso Elpidio D’Ambra per poi arrivare alla chiusura dell’istruttoria.

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Vista la celerità con la quale si muove questo processo, è molto probabile che la sentenza possa essere emessa al più tardi tra la seconda metà di marzo e la prima decade di aprile. Provato come non mai Vincenzo Alfieri, il papà di Rosa, che è uscito all’aula piangendo a dirotto. Oggi sarà un altro giorno di indicibile dolore, quello del primo anniversario della morte della figlia. Grumo Nevano si ritroverà alle 18,30 nella basilica di San Tammaro, dove il parroco don Carmine Spada celebrerà una messa in memoria di Rosa. 

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