Per la cerimonia è stata scelta non una data a caso, ma il 10 giugno perché proprio il 10 giugno del 1985, Giancarlo Siani pubblica sul Mattino un pezzo in cui accusò il clan Nuvoletta, alleato dei Corleonesi di Totò Riina e il clan Bardellino, esponenti della “Nuova Famiglia” di voler spodestare e vendere alla Polizia il boss Valentino Gionta.
Proprio queste rivelazioni pubblicate in quel 10 giugno 1985 che il giovane giornalista napoletano si era procurato da un amico carabiniere, insieme alle sue inchieste sulla commistione tra politica locale e criminalità organizzata negli appalti pubblici per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto dell’Irpinia del 1980 nei dintorni del Vesuvio, indussero la Camorra a farlo fuori.
«È un vero atto di coraggio l'intitolazione di un luogo dove si decidono le sorti di una comunità a Giancarlo e che induge l'Amministrazione a lavorare sempre nel solco della legalità e della giustizia» ha detto il fratello Paolo nel sul intervento. «Grazie all'Amministrazione, vi lascio un pezzo di Giancarlo», ha detto consegnando il libro con gli scritti al sindaco Giacomo Romano.
Alla cerimonia con il sindaco Romano, che ha scoperto la targa all'ingresso della sala consiliard, sono intervenuti il presidente del Consiglio comunale Felicetta Frattini, l'assessore alla legalità e giornalista Monica Cito, il presidente della Commissione regionale Anticamorra Carmela Rescigno.
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