Inviato a Casamicciola
La sua casa è diventata il simbolo della tragedia di Casamicciola. È agghiacciante osservare da lontano la casa dove Enzo Botta, insieme a moglie e tre figli, è rimasto intrappolato la notte della frana. La villa dove abita non è crollata probabilmente solo per il volere di un fato benigno. Da un lato della sua abitazione c'è un vialetto dove cadevano pioggia e detriti, dall'altro lato della casa uno strapiombo di oltre cento metri, con il terreno al di sotto delle fondamenta completamente franata. Una villetta a due piani in bilico sul precipizio. La casa per fortuna è rimasta in piedi, ma all'alba di sabato Enzo e la sua famiglia hanno vissuto momenti di panico.
«I soccorsi - ha spiegato l'uomo - non arrivavano e siamo rimasti fuori nel viale, dove con la mia famiglia avevamo deciso di rimanere dopo essere usciti di corsa da casa».
«Alle cinque e un quarto ero già in piedi preoccupato per il maltempo - racconta Botta - era andata via la corrente e solo dopo ho cominciato a sentire un rumore che gradualmente aumentava, così ho chiamato tutti e gli ho detto di scendere nel viale o almeno in quel poco che restava del viale». Sua moglie e i tre figli si sono preparati in fretta e sono tutti usciti da casa in pochi minuti mentre lui allertava le forze dell'ordine. «Veniteci a prendere - ha urlato al telefono - qui frana tutto». I carabinieri si sono subito attivati, «ma i soccorsi - riconosce l'uomo scampato al pericolo - erano difficili e non riuscivano a raggiungerci». Solo dopo le 7 sono arrivati i soccorsi, del resto i mezzi dei vigili del fuoco, dei carabinieri e della Protezione civile hanno dovuto farsi largo tra i massi caduti giù dalla montagna che sembravano biglie giganti nel flipper che sono diventate le strade di Casamicciola il giorno della tragedia. Prima i bobcat hanno dovuto spostare i massi, poi sotto una pioggia incessante i mezzi di soccorso sono potuti salire fin su a ridosso del Monte Epomeo per salvare chi fuggiva dalla frana. Alla fine Enzo, sua moglie e i tre figli di 24, 21 e, il più piccolo, di appena 12 anni, si è riusciti tra mille difficoltà a metterli in salvo.
Non ci sta Botta, a passare per chi ha commesso un abuso edilizio. «Sta tutto in regola», spiega ai giornalisti. Spera di tornare presto a vivere nella casa «costruita con tanti sacrifici». Ora la famiglia è stata sistemata in un grande hotel della zona insieme ad altri 94 sfollati. «Vorrei solo - conclude - tornare a casa mia».