Ischia, a Casamicciola si scava ancora: quattro dispersi sotto le macerie, è incubo maltempo

Estratto un altro corpo senza vita: era quello del 15enne Michele Monti

Continuano le ricerche dei dispersi
Continuano le ricerche dei dispersi
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 29 Novembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 19:57
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Inviato a Casamicciola 

Un occhio alla montagna e uno rivolto al cielo. Nemmeno il tempo di metabolizzare il lutto per i morti estratti dal fango (oltre ai dispersi che ancora si cercano) ed ecco incombere sugli abitanti dell'isola d'Ischia un'altra grande paura. Le previsioni meteorologiche (in tal senso anche il Cnr) buttano al peggio, e nelle prossime ore - soprattutto tra domani, dopodomani e venerdì - sono previsti nuove, abbondanti piogge. Emergenza nell'emergenza (scuole ancora chiuse in tutta l'isola), mentre la zona rosa s'allarga (oggi nuovo summit) e il numero degli sfollati, 230 persone, è in aumento. E continua a crescere il bollettino che porta il conto delle vittime: ieri mattina dal verde pianoro alle pendici dell'Epomeo, trasformatosi in un cimitero, è stata estratto un altro corpo senza vita: era quello del 15enne Michele Monti, fratello dei due bambini Francesco e Maria Teresa trovati morti nella giornata di ieri e figlio di Gianluca Monti e Valentina Castagna, ancora dispersi.

È ancora una volta l'improvviso abbaiare dei cani molecolari ad anticipare il macabro ritrovamento dell'adolescente. Michele giaceva sotto oltre tre metri di mota ormai compattata dai raggi del sole comparsi domenica mattina, uno strato di melma che non ha lasciato scampo al ragazzo, formandogli tutto attorno una guaina, quasi un calco di lava pompeiana.

Il 15enne, come tutti gli altri componenti della famiglia, è stato colto dalla morte nel sonno, alle cinque del mattino. Pare assurda una circostanza: mentre i cadaveri dei tre figli - Michele, Francesco e Maria Teresa - sono riemersi alla luce, restano invece ancora calati nelle tenebre della mota assassina quella dei loro genitori, e non sono i soli a restare sepolti nell'Averno di via Celario. 

Altre ventiquattr'ore di passione. Per i parenti delle vittime, per quelli dei dispersi, per gli sfollati ormai senza casa, i quali vanno incontro a un altro tristissimo Natale. Il tutto mentre si agitano dubbi e polemiche sulla posizione delle abitazioni travolte dal fango. L'area sarebbe classificata come «zona bianca», quella definibile «a protezione integrata», invece che «rossa», ovvero con il divieto assoluto di costruire nuovi fabbricati. Ma questo sarà materiale d'inchiesta giudiziaria .

Intanto quello di ieri è stato un giorno di immenso lavoro e sacrificio anche per le forze di pronto intervento e soccorso, a cominciare ai vigili del fuoco, ancora una volta eroi silenziosi sempre presenti quando si presentano le calamità naturali; e con loro i carabinieri, i finanzieri, i poliziotti, gli addetti al 118 del Servizio sanitario nazionale, assieme al personale della Protezione Civile.

E quella di ieri è stata una giornata importante anche sul fronte della solidarietà: perché per le zone di Casamicciola devastate dall'alluvione sono entrati in azione i volontari. Tutti ischitani, e tutti giovanissimi. Si sono mossi insieme, radunati anche grazie al tam tam informatico delle chat e dei gruppi social in rete: e già dalle sette del mattino potevi incontrarli lungo quel nastro che fino a giovedì era fatto d'asfalto - le vie di comunicazione che dal porto di Casamicciola Terme risale fin sopra le pendici dell'Epomeo - e che oggi appaiono invece come l'alveo di un torrente che tutto ha devastato, portandosi via case, vegetazione e vite umane.

Tanti di loro non hanno nemmeno 18 anni. Facce pulite di ragazzini capaci di cogliere il senso della tragedia collettiva vissuta dalla loro comunità, vengono da ogni parte dell'Isola Verde, radunandosi in piazza Bagni, all'ingresso delle Antiche Terme Belliazzi per spalare la mota alta un metro, per liberare con le pale e finanche a mani nude i locali interrati, le cantinole, i negozi, da rami, sassi, melma, ferraglie e rifiuti di ogni genere piombati verso il mare dalla montagna. Dopo dodici ore di fatica gettano la spugna, e sono in tanti a lamentare una mancanza di coordinamento: «Ognuno ha fatto quel che poteva - dice Pietro, 17 anni di Forio - ma abbiamo girato a vuoto, nessuno ha pensato a coordinarci». 

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Per tutti - a cominciare dai soccorritori impegnati nell'opera di scavo sulla montagna della morte - l'imperativo è fare presto, prima che la nuova ondata di maltempo, annunciata tra domani e mercoledì sulle regioni del Sud, renda impossibile il ritrovamento dei quattro dispersi di cui ancora non si hanno tracce. Ricordiamone i nomi: Salvatore Impagliazzo, Maria Teresa Arcamone, Gianluca Monti e la moglie Valentina Castagna. Il loro ritrovamento potrebbe essere questione di ore: dopo il tramonto, sotto la luce delle fotoelettriche, i cani molecolari avrebbero fiutato la traccia del luogo in cui restano sepolti, ma la massa di fango e detriti che sovrastano i corpi è enorme. Trovato senza vita, invece, anche il cagnolino di famiglia. 

 

E grazie all'incessante impegno della Asl Veterinaria e dei volontari della Lega animali&ambiente delle isole del Golfo, finalmente sono stati recuperati anche altri due cani che appartenevano alle vittime: una Akita di due anni e un pittbull di tre, ferito ad una zampa e già messo in sicurezza dai veterinari. Vagavano digiuni e disperati da quarantott'ore nell'area del disastro. Loro, almeno loro due, ce l'hanno fatta. 

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