«Sono immagini che non vorremmo mai vedere. Quella mattina mi trovavo a Catania per una cerimonia e alle sette del mattino ero stato avvertito, non conoscevamo le dimensioni della calamità. Man mano che il tempo passava ci rendevamo conto di quanto grave fosse l'alluvione. È stata una sciagura nella quale tutta la comunità nazionale si è ritrovata». Con queste parole, il ministro della Protezione civile Nello Musumeci ricorda, intervistato da Sky Live in Napoli, la tragedia della frana di Ischia dello scorso 26 novembre. «Quando c'è la perdita di una sola vita umana è sempre una sconfitta per tutti - dice - Quella tragedia è il paradigma di una condizione che coinvolge quasi tutto il territorio nazionale», conclude Musumeci.
Il ministro poi ha aggiunto che «noi italiani non siamo molto propensi alla cultura della prevenzione, per carità sappiamo piangere i morti, e condividere i momenti di cordoglio ma spenti i riflettori, tendiamo a dimenticare.
Musumeci si è soffermato anche sull'emergenza siccità. Il rischio razionamento quest'estate è scongiurato? «Non posso dirlo io, anche perché dipende dai Presidenti di regione, ma tutto dipende, ancora una volta, dal buon Dio. Se dovessero esserci quattro o cinque settimane di pioggia, tali da potere rimpinguare le falde e riempire i bacini artificiali, potremmo andare incontro all'estate con una certa serenità». Ha continuato il ministro. «Ma non possiamo continuare a fare la danza della pioggia, o pregare San Giuseppe, come si usa fare dalle mie parti - dice - Abbiamo la necessità di accumulare quanta più acqua piovana, rivedere le strutture di distribuzione nei centri urbani, tornare fare le dighe che non si fanno da 40 anni e soprattutto una nuova cultura sobria dell'utilizzo del'acqua, gli sprechi sono i migliori nemici».
E parlando ancora della siccità dice: «In Italia non ci facciamo mancare niente, e questo è il risultato di decenni di mancata manutenzione, la siccità non è un fenomeno nuovo. La tropicalizzazione dell'Italia avrebbe dovuto metterci in allarme da diversi anni, adesso stiamo correndo ai ripari. Siamo al governo da 5 mesi, abbiamo previsto una fase di programmazione per capire quali sono le zone dove intervenire tempestivamente e con quali strumenti poterlo fare in tempi rapidi. Abbiamo pensato a una cabina di regia interministeriale».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout