Ischia, i fratellini morti per la frana: «Bambola e fiori sui banchetti, Teresa e Francesco sono stelle»

Tornano in classe i compagni dei fratellini Monti

Assunta Barbieri dirigente del Liceo Buchner di Ischia
Assunta Barbieri dirigente del Liceo Buchner di Ischia
di Ciro Cenatiempo
Lunedì 5 Dicembre 2022, 23:58 - Ultimo agg. 7 Dicembre, 09:07
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Assunta Barbieri è la dirigente del Liceo Buchner di Ischia, e ha la reggenza dell’istituto comprensivo Vincenzo Mennella di Lacco Ameno, la scuola che frequentavano i più piccoli dei fratelli Monti, Francesco, 11 anni, prima media; e Maria Teresa, 6 anni, al primo anno della primaria. Michele, il maggiore dei tre, era iscritto al «Mattei» e studiava amministrazione, finanza e marketing. Le aule sono tornate a riempirsi di alunni. «La scuola è aperta perché i bambini, i ragazzi hanno bisogno di rielaborare il dramma stando con i compagni, in un ambiente a loro familiare. Devono stare bene a scuola», ha detto.

I banchi vuoti sono un tuffo al cuore. Com’è andata? 
«Francesco era seduto al primo banco: lo ricordo perfettamente.

I docenti e i compagni hanno lasciato fiori, biglietti, un poster ricco di episodi divertenti, disegni, tante foto. La professoressa di Arte ha posato una rosa bianca. Francesco era molto amato, allegro, solare, vivace, coinvolgente. A tutti manca il suo sorriso, gli occhi vispi». 

Avete letto le frasi dei ragazzi? 
«Sì, poi alle 9.30 in punto è suonata la campanella, per un minuto di silenzio: e tutte le porte delle aule si sono spalancate. Ho salutato e parlato con tutti, dai più piccoli in poi, uno a uno, se lo aspettavano. Si fidano della loro preside». 

Sono molti gli studenti coinvolti? 
«C’è una tragedia che sta altrove, è la tragedia dei parenti delle vittime, e non solo. Una cuginetta dei fratellini Monti non se l’è sentita di tornare, e con lei tutta la classe. E c’è chi ha perso la casa, chi abitava nella zona rossa, e chi è stato sfollato per effetto del piano speditivo». 

Che cosa l’ha colpita di più? 
«Andrea, 13 anni, frequenta la terza media. Ha detto con orgoglio che, a spalare, è andato anche lui: il fango mi arrivava quasi alla vita, ha ripetuto». 

È entrata anche nell’aula di Maria Teresa? 
«Ho trovato le maestre che stavano aiutando i bambini a scrivere dei pensieri, e sul suo banco c’era una bambolina, fiori. La maestra ha detto: Maria Teresa non c’è più, ma è come se ci fosse sempre; ed è la stella più brillante della notte. Anche se non la potete vedere e sentire, la vedete e sentite con il cuore. Questo li ha rasserenati». 

E della bimba ricorda qualcosa? 
«Anche lei stava al primo banco, quel giorno che sono andata in classe era felicissima, con i suoi occhi azzurri scintillanti, perché aveva imparato a scrivere in stampato minuscolo. È l’ultimo ricordo che ho. Non si può morire così».

Struggente. Ma ora, per i piccoli, è importante capire...
«È importante capire che questa è la realtà, anche se durissima. Gli insegnanti hanno gli strumenti giusti, hanno anche fatto un percorso di sostegno psicologico, che l’Asl ha fornito. Ma sono stati i ragazzi a fare tutto». 

In che senso? 
«Sono molto resilienti. Hanno vissuto il terremoto, il covid, la paura della guerra e ora la frana. Sono straordinari». 

E la paura? 
«Certo che c’è. Temono il temporale, in particolare chi vive in collina, questo è il trauma. Un alunno mi ha confessato che vive in montagna ed è dovuto andare via, ma il papà non ha lasciato la casa, ed è rimasto lì da solo con il cane: hanno dormito uno accanto all’altro. La paura ce l’hanno negli occhi. Dobbiamo lavorare su questo. Nelle aule della scuola per l’infanzia ho chiesto se avessero fatto l’albero di Natale e il presepe». 

Il presepe aiuta a ritrovare la normalità? 
«Abbiamo il dovere di dare il Natale a tutti, anche se diverso, difficile. Devono venire a scuola». 

Ma come fanno? L’isola è spaccata in due. 
«La strada principale è interdetta, qualche genitore ha camminato nel fango per portare il figlio a scuola da Casamicciola. E tantissimi arrivano da lì. Il 40 per cento dei docenti e del personale è pendolare. Arrivano in ritardo o non riescono proprio. Ci sono 240 studenti di Scienze umane che vanno a Lacco Ameno. Domani riapre il liceo di Ischia: bisogna fare in fretta, occorrono navette dedicate, soluzioni urgentissime. A ognuno le proprie competenze. Io non chiudo la scuola». 

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