Ischia, il parcheggio va demolito: gli abusi oscurano il Castello Aragonese

Bruciati 20 milioni di euro in finanziamenti europei

Ischia, il parcheggio va demolito
Ischia, il parcheggio va demolito
di Massimo Zivelli
Venerdì 10 Marzo 2023, 07:00 - Ultimo agg. 16:05
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Disagi a non finire, dieci anni di lavori nel maxi cantiere di un'opera mai completata e che avrebbe dovuto invece essere uno dei fiori all'occhiello del turismo ischitano, e venti milioni di euro in finanziamenti europei persi. Il sindaco di Ischia ha ordinato il sequestro e la demolizione delle strutture fin qui costruite e il ripristino dello stato dei luoghi nell'area cosiddetta «della siena», a Ischia Ponte, di proprietà di privati che al posto del parco annesso all'albergo Miramare e Castello, avrebbero dovuto realizzare il tanto a lungo atteso parcheggio interrato multilivello. 

A causa di difformità rilevate rispetto a quanto era stato autorizzato, la Procura si è vista costretta a intervenire, e neppure il ricorso al Tar ha salvato la proprietà Santaroni dal sequestro e dalla demolizione. Tutto è accaduto a poche settimane dal traguardo, e sfuma così anche il finanziamento europeo di venti milioni di euro, che era stato ottenuto dai privati attraverso Invitalia. La clausola era che l'opera dovesse essere conclusa e collaudata entro il mese di giugno di quest'anno, scadenza che in nessun modo potrà essere rispettata. «Il Comune di Ischia - spiega il sindaco Enzo Ferrandino che per questa mattina ha convocato una conferenza stampa - nutriva buone speranze che l'opera fosse realizzata perchè avrebbe qualificato il turismo, mettendo a disposizione di residenti e turisti centinaia di posti auto nell'area di Ischia Ponte dove non vi sono parcheggi.

Purtroppo, nonostante la mano che più volte abbiamo teso per arrivare a un chiarimento su certe procedure che sarebbero state eseguite in difformità, la proprietà dell'area ha risposto sempre in maniera arrogante e prevaricatrice». Ferrandino chiarisce i motivi del contenzioso. «Una sopraelevazione non prevista di circa un metro e la installazione al di sopra di essa per ulteriori due metri di altezza, di un campo di pannelli fotovoltaici, avrebbero totalmente oscurato - spiega il sindaco di Ischia - la vista del Castello Aragonese e del tratto di mare di Ischia Ponte. Una cosa inammissibile e infatti ci siamo opposti al ricorso al Tar dei privati».

L'esito dell'udienza fa ritenere che sia per il Comune d'Ischia (difeso dall'avvocato Bruno Molinaro) che per la Soprintendenza (che aveva disposto la sospensione dei lavori), la strada sia ormai in discesa. Infatti, il Tar, con la ordinanza depositata ieri (presidente Santino Scudeller, relatore Rocco Vampa), ha ritenuto rilevante ai fini della decisione, l'ingiunzione di demolizione adottata dall'ufficio tecnico del Comune. «Ordinanza di demolizione che - ricorda l'avvocato Molinaro - contesta e sanziona una serie di opere ritenute variazioni essenziali, rispetto al permesso rilasciato e comportanti, in quanto tali, la abusività dell'intero parcheggio multipiano e della annessa sala polifunzionale». La documentazione prodotta comprendeva anche il verbale di sequestro della Polizia locale eseguito su delega del procuratore aggiunto Paolo Filippelli.

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Lunga storia, quella del parcheggio della Siena, che negli anni ha provocato la rabbia dei residenti e degli operatori commerciali del caratteristico borgo marinaro. I lavori si bloccarono già poco dopo i primi lavori di scavo in quella che originariamente era un'area di sosta con annesse aiuole. A causare la sospensione furono problemi di natura idrogeologica. In pratica, il mare era «penetrato» nell'area trasformando il cantiere in un pantano.
Insomma, una storia di contrattempi e vicissitudini fino alla sentenza del Tar e all'ordinanza di sequestro e demolizione. 

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