«Ischia, la ricostruzione senza consumare suoli»

Parla il commissario Legnini: pronti a recuperare i ritardi del piano

Il commissario Legnini
Il commissario Legnini
di Adolfo Pappalardo
Martedì 22 Agosto 2023, 10:03
4 Minuti di Lettura

«I ritardi ci sono stati, inutile negarlo, ma oggi possiamo dire come la ricostruzione parte effettivamente e senza più intoppi», assicura Giovanni Legnini, commissario per la Ricostruzione di Ischia dopo il sisma del 2017 e dell'alluvione del novembre 2022, che ieri ha presentato, sull'isola con i sindaci, una relazione completa di quanto fatto e quanto resta ancora da fare.
Nel report della struttura che guida si parla ora di partenza effettiva e si riconosce come i ritardi ci siano stati. «Nelle 160 pagine della relazione abbiamo voluto restituire un quadro completo di tutto ciò che è accaduto, cosa è stato fatto e anche cosa non è stato ancora fatto. Un lavoro certosino senza nascondere nulla. Compresi i ritardi che sono sotto gli occhi di tutti, è inutile negarlo».

Come mai?
«Molti sono stati causati da ragioni oggettive e imprevedibili.

A cominciare dall'alluvione del novembre scorso che ha rallentato e complicato la ricostruzione in atto. Poi il nodo dei condoni e le incertezze del quadro normativo e regolatorio. Ma oggi possiamo dire che si riparte con 4 punti fondamentali».

Quali?
«La ricostruzione degli edifici pubblici, con cantieri avviati o di cui è stata ultimata la fase progettuale. E nei prossimi mesi il nostro impegno sarà proprio su questi edifici; sugli eventi franosi del 2022 abbiamo chiuso in pochi mesi 46 interventi, tra piccoli e grandi, e, finalmente, c'è un programma di messa in sicurezza del territorio che stiamo già attuando e che non c'è mai stato. Né per Casamicciola, né per gli altri comuni. Sulla ricostruzione privata invece su 65 cantieri avviati, 40 di questi sono dell'ultimo anno mentre abbiamo finalmente dal 7 agosto il nuovo piano dell'assetto idrogeologico, redatto dall'Autorità di bacino, propedeutico alla ricostruzione. In modo da capire anche dove si può costruire e dove, invece sarà necessario delocalizzare».

Un aspetto quest'ultimo delicato: le famiglie saranno disposte a spostarsi? E dove?
«Le domande si possono presentare da settembre ma già in questi giorni decine di famiglie stanno prendendo informazioni. In questa fase l'adesione è volontaria e molte sono disposte a farlo».

Duecento abitazioni non più ricostruibili nello stesso luogo.
«La nostra è una stima prudenziale: parliamo di un quinto rispetto ad un migliaio di edifici da ricostruire. Per chi decide questa opzione viene riconosciuto l'indennizzo del massimo contributo concedibile con una maggiorazione del 30 per cento: parliamo di una cifra che oscilla dai 2500 ai 3500 euro al metro quadro».

Ma ricostruire dove? A Ischia non c'è nemmeno più un metro quadro edificabile.
«Per la prima volta, nella storia delle ricostruzioni di questo Paese, è stata prevista una netta riduzione del consumo di suolo. Si possono acquistare edifici dell'isola o recuperare quelli dismessi per ricostruire in maniera sostenibile e senza consumare nuove aree. Sinora serviva il piano del Commissario, che c'è, poi quello dell'Autorità di Bacino mentre siamo in attesa di quello della Regione, su cui c'è grande intesa, per capire dove ricostruire.

A quali strutture dismesse si riferisce?
«A diversi edifici dismessi ma in particolare al Pio Monte Misericordia. Gli edifici fronte strada saranno destinati a finalità pubbliche che deciderà il Comune mentre la parte più interna sarà destinata ad abitazioni. Sarà il pubblico a realizzare le opere ma poi ne verrà ceduto il diritto ai cittadini danneggiati».

Il costo di tutta la ricostruzione è di circa 1,2 miliardi e servono oltre 900 milioni: ci sono le coperture finanziarie?
«Per adesso sono garantite sino a fine anno, poi servono nuovi stanziamenti nel 2024. Le risorse servono ma non sono preoccupato su questo punto».

Si accusa lo Stato per i ritardi ma lei ha lanciato l'allarme perché i privati non presentano progetti per ricostruire.
«I progetti arrivano con il contagocce: attualmente ne abbiamo in istruttoria appena 5-6».

Come mai?
«Non saprei dirle. Forse i tecnici sono pochi e non ce la fanno. E guardi che noi siamo velocissimi: se arrivassero domattina 50 progetti in tre mesi siamo in grado di chiudere tutto l'iter».

C'è anche il tema degli edifici pubblici da ricostruire, scuole comprese.
«Sono stati finanziati 30 progetti ed a breve partiranno alcuni cantieri. A cominciare dalle scuole che sono 13 ma ci sono 70 interventi sul dissesto a Casamicciola e alcune decine negli altri Comuni. I progetti sono stati tutti ultimati e 5 cantieri partiranno entro l'anno. Ma tutti, mi preme dirlo, stanno lavorando con impegno a cominciare dai comuni interessati e dall'Agenzia del Demanio coinvolta per il recupero di Santa Restituta a Lacco Ameno e altro. Inoltre abbiamo concluso un accordo con la Bei per gli interventi necessari per contrastare i cambiamenti climatici. Hanno offerto un supporto tecnico gratis, nelle prossime settimane si parte».

© RIPRODUZIONE RISERVATA