Napoli, case assegnate ai defunti: «Da vent'anni nelle mani dei clan»

Agli atti personaggi legati ai Moccia e al clan Amato-Pagano

Arzano, le case in via Tavernola
Arzano, le case in via Tavernola
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 23 Gennaio 2023, 23:55 - Ultimo agg. 24 Gennaio, 16:50
4 Minuti di Lettura

Ci sono case che si tramandano di padre in figlio o da nonno e nipote. Oppure da morto a vivo. Sono decine di mini alloggi, che spesso sono vuoti, nel senso che non sono abitati da nessuno, anche se appartengono alla disponibilità di questo o quello e parliamo di soggetti in odore di camorra. Spaccato poco edificante, quello che emerge dalle ultime verifiche condotte in materia di edilizia popolare. Arzano, via Tavernola, case post terremoto. E non solo. Stesso scenario in altre palazzine di edilizia popolare che legano la periferia a nord di Napoli con i comuni dell’asse mediano.

Ma restiamo ad Arzano, alla luce delle verifiche condotte in questi mesi dal comandante della polizia municipale Biagio Chiariello, da tempo in prima linea a rimuovere abusi e violenze sul proprio territorio. Anche ieri mattina, l’istruttoria condotta dalla polizia municipale alle porte di Napoli è andata avanti. Sono stati ascoltati alcuni inquilini di appartamenti dello Stato. Sono mini alloggi, per i quali c’è chi versa intorno alle 30 euro come canone mensile, secondo una liturgia che va avanti anche dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso.

Una procedura che finisce ora nel mirino, alla luce di un particolare che era evidentemente sfuggito nel corso di almeno due decenni. Quale? Sono decine gli appartamenti che sono stati assegnati a soggetti che sono deceduti anni fa. Morti da venti anni e formalmente assegnatari di case occupate da almeno tre generazioni.

Proviamo a fare chiarezza, sulla scorta di quanto sta emergendo dal capo della polizia cittadina. Una vicenda che va raccontata da una premessa: proprio per aver denunciato presunti sospetti nella storia delle occupazioni abusive delle case popolari nel territorio di sua competenza. Ricordate il clima di minacce registrato ad Arzano due estati fa? Manifesti affissi sui muri, violenza verbale, intimidazioni contro un uomo delle istituzioni. E non è caso che nei suoi confronti è scattato un livello di allarme, con tanto di scorta assegnata dal ministro dell’Interno. Ma torniamo agli esiti dell’ultima verifica condotta sulla questione dei mini alloggi: dall’esame della documentazione - concludono gli inquirenti - i decreti di assegnazione erano tutti “provvisori”, risalenti agli anni 1997 e 1998, alcuni dei quali intestati ad assegnatari deceduti da diversi anni. 

Altro capitolo riguarda gli alloggi cosiddetti di comodo, che potrebbero rappresentare una sorta di riserva sempre a disposizione per famiglie ritenute vicine ad ambienti criminali. Fatto sta che dagli accertamenti in corso, è venuto fuori che diversi intestatari dei decreti di assegnazione provvisoria erano morti da tempo. Eppure - hanno sottolineato gli inquirenti - erano deceduti mentre gli alloggi sono rimasti ai loro parenti, senza neppure uno straccio di voltura. E non è tutto. Anche alcuni contratti legati all’utenza idrica risultavano intestati anche a soggetti defunti, per non parlare di mancati versamenti di contributi comunali. Ce n’è per fare approfondimenti, in un fascicolo che probabilmente finirà sulla scrivania della procuratrice Maria Antonietta Troncone, a capo della Procura di Napoli nord. E non è tutto. Si tratta di materia destinata ad alimentare verifiche anche da parte del pool anticamorra, anche alla luce dei profili finora identicati. È così che agli atti ci sono personaggi ritenuti legati ai Moccia, ma anche a soggetti vicini ai cosiddetti esponenti del clan Amato-Pagano.

È il caso di nuclei familiari vicini alla famiglia di Pasquale Cristiano, fino a qualche mese fa boss indicato con il nomignolo di “pic stic”, oggi passato a collaborare con la giustizia. Contesto difficile, sul quale sono in corso accertamenti anche su un altro profilo. È il capitolo legato alle cosiddette omissioni da parte di esponenti degli staff tecnici e amministrativi che si sono avvicendati in questi ultimi due decenni e mezzo. Possibile che non ci sia mai stato un censimento su questo tipo di versante? Ed è possibile che interi pezzi di patrimonio immobiliare siano stati assegnati a persone scomparse anni fa? Un’inchiesta, quella dei mini alloggi attribuiti a cittadini defunti, destinata a scuotere non poco il mondo politico amministrativo alle porte di Napoli. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA