Nitrodi, sigilli alla fonte: abusi nel parco termale

Realizzate opere in completa violazione della normativa paesaggistica

Nitrodi, sigilli alla fonte: abusi nel parco termale
di Massimo Zivelli
Lunedì 20 Marzo 2023, 08:49 - Ultimo agg. 21 Marzo, 07:27
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Spuntano adesso anche lavori abusivi nell'area della fonte termale di Nitrodi a Barano, da tempo al centro di un intricato contenzioso fra Comune, gestore privato e una serie di proprietari che reclamano il bene o porzioni di esso. All'interno dell'area termale «Fonte delle Ninfe di Nitrodi», di proprietà del Comune e concesso in gestione alla società privata «Ischia Spae», i carabinieri della locale stazione hanno rilevato e messo sotto sequestro, opere edilizie realizzate in difformità alla Scia, in area ovviamente sottoposta a vincolo sismico, paesaggistico e ambientale.

Durante il sopralluogo i carabinieri hanno accertato l'esistenza di tre muri di contenimento in blocchi di lapillo di circa 21 mq circa, difformi in quanto maggiori rispetto a quelli originariamente previsti, in tufo e non in pietra locale. Il tutto sarebbe stato realizzato fra l'altro senza il preventivo deposito della pratica antisismica. E ancora, un manufatto di muratura di 14 mq, privo dei titoli abilitativi, sul quale era installato un impianto solare termico, in completa violazione della normativa paesaggistica. Le strutture abusive sono state sequestrate dai carabinieri che hanno denunciato a piede libero per reati ambientali due persone, l'amministratore delegato della società committente dei lavori e il direttore dei lavori.

L'episodio si innesta su una serie di vicende legali e giudiziarie, in un incredibile mosaico di rivendicazioni di proprietà o di porzioni di proprietà ancora indivise e sulle quali il Comune di Barano avrebbe operato a scavalco, assegnando la gestione del bene pubblico e privato alla società «Ischia Spae» che amministra la fonte da diversi anni.

Ancora poca chiarezza, alcuni cittadini di Barano imputano alle sanzioni che il Comune avrebbe erogato a carico della società di gestione per una serie di inadempienze contrattuali. Si parla di un errore commesso dall'ufficio Tributi che avrebbe calcolato solo 36mila euro di sanzione, quando - a quanto pare - il totale avrebbe invece sfiorato i 360mila euro.

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Ancora più intricata, è la questione della parcellizzazione della proprietà. Una recente sentenza ha acceso i riflettori sulla vendita di una porzione di terreno ricadente in parte all'interno dell'area della fonte termale. Nel 2008, l'architetto Giuseppe Barbieri, che era dirigente del servizio tecnico del Comune di Barano, acquistò un terreno confinante con la sorgente di Nitrodi (comprensivo di una grotta, anche di pregio ambientale), per 60mila euro da persone che si dichiaravano proprietari per «giusti titoli».

Dopo l'acquisto è venuto fuori però che l'area era comune a più proprietari e che soprattutto era indivisa. Ne è scaturito un giudizio nel corso del quale è emerso che i venditori non erano proprietari e alla luce di ciò il giudice, con propria sentenza di qualche settimana fa, ha dichiarato la inefficacia del contratto di vendita, ha condannato sia il Comune che la società che gestisce la fonte e ha riconsegnato il compossesso del bene ai legittimi proprietari. La sentenza per quanto ancora di primo grado, è però immediatamente esecutiva e il legittimo proprietario ha manifestato la volontà di metterla in esecuzione prendendo il possesso del fondo e ha anche una bella idea di destinare l'uso dello stesso alla libera fruizione dei cittadini di Barano così che chiunque possa andare a intrattenervi sia a prendere il sole sia a bere l'acqua di Nitrodi.
Altri procedimenti civili sono in corso e quindi, con il sequestro si complica la controversa storia di questa fonte un tempo pubblica e poi in qualche modo privatizzata.
 

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