Pasqua, si rinnova in penisola sorrentina la tradizione delle Palme di confetti

Mamme e nonne raccontano a figli e nipotini un’antica storia, risalente a cinque secoli fa

Tradizione
Tradizione
di Antonino Siniscalchi
Giovedì 30 Marzo 2023, 22:03 - Ultimo agg. 31 Marzo, 10:11
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Quelle preparate dalle nonne oramai sono una rarità, soppiantate dalla produzione in serie, ma la ricorrenza è ancora molto sentita. E le usanze si rinnovano. In penisola sorrentina la Domenica delle Palme è accompagnata da una tradizione secolare. Forse, pochi sanno che, a Sorrento e dintorni, le palme di confetti hanno una motivazione particolare. Difatti, mamme e nonne raccontano tuttora a figli e nipotini un’antica storia, risalente addirittura a cinque secoli fa. Una notevole abilità manuale che si sposa con la creatività personale. 

Alberelli, bouquet, rametti sempre diversi che, pur rispettando il solco della tradizione, presentano tante novità nell’uso dei materiali che abbelliscono la materia prima, il confetto. La leggenda tramanda che, durante una Domenica delle Palme del XVI secolo, mentre i sorrentni si preparavano a recarsi in chiesa per la benedizione dell'ulivo, risuonò l'allarme delle campane per l'ennesima invasione dei saraceni. Il prete, già rivestito dei paramenti sacri, uscì sulla soglia della chiesa con l'aspersorio, invitando non solo le donne, ma anche gli uomini per la benedizione delle palme, prima di correre ad armarsi.

Tutti entrarono in chiesa, tranne un giovane pescatore, il quale si fece il segno della croce e si recò sulla spiaggia, quasi attirato da un misterioso richiamo.

 

Mentre il prete benediceva i ramoscelli d'ulivo, scoppiò una tempesta che fece affondare tutte le navi dei saraceni. Si salvò soltanto una giovane schiava, trascinata dalle onde sulla spiaggia, dove venne raccolta dal pescatore. Il giovane la condusse in chiesa ed annunciò il miracolo dell'affondamento delle navi saracene. Si verificò, questo punto, un secondo miracolo. La fanciulla, gettatasi a terra, gridò piangendo di voler diventare cristiana, per ringraziare Dio d'averla salvata dalla morte e dalla schiavitù. Al prete, che le assicurva che avrebbe esaudito il desiderio, ella offrì l'unico bene in suo possesso. Da sacchetto legato al collo, tirò fuori una manciata di confetti bianchi, portati dalla sua terra. Dopo essere stati benedetti, i confetti furono distributi tra i presenti e, in seguito, i sorrentini ne appresero dalla bella saracena il segreto della fabbricazione. 

E così, come in tutte le favole, il finale è lieto perché la leggenda vuole che qui, da allora, le palme sono fatte con i confetti per ricordare il miracolo che salvò Sorrento dai pirati saraceni in quella domenica di cinque secoli fa. Nessuna sorpresa, quindi, per la sentita partecipazione popolare anche alla benedizione delle Palme in tutte le chiese e in tante piazze di Sorrento e dintorni.

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