Pomigliano, bomba carta sotto l'auto: è un «avviso» a un pregiudicato

L'attentato davanti a un edificio della 219

L'auto fatta esplodere
L'auto fatta esplodere
di Pino Neri
Giovedì 1 Giugno 2023, 07:34 - Ultimo agg. 11:25
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Camorra spregiudicata, camorra che non si ferma davanti a niente e a nessuno, che semina il terrore sfiorando la strage. Alle otto e venti della sera di martedì una potente bomba artigianale è stata fatta esplodere sotto un'auto parcheggiata davanti a un palazzo del parco Partenope, il rione della ricostruzione di Pomigliano, alloggi popolari. Un attentato che riporta a galla la polemica sulla presenza della camorra in città, che ha tenuto banco nell'ultima campagna elettorale, una presenza «negata» dal sindaco Raffaele Russo. Una polemica che aveva investito anche il comandante della polizia municipale Luigi Maiello.

L'esplosione, potentissima, ha fatto piombare le quattrocento famiglie che vi abitano in una cupa atmosfera di paura.

La bomba ha danneggiato le facciate degli edifici. I frammenti di metallo della vettura distrutta dall'ordigno sono schizzati dovunque. Un portone è stato divelto. Muri, finestre e balconi portano i segni del botto. Danneggiata anche la farmacia comunale, al pianterreno. Sul posto sono accorsi i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna, comandati dal maggiore Pietro Barrel, e i poliziotti municipali del comandante Luigi Maiello. La scena era di quelle da guerra civile: l'auto incendiata, le vetture parcheggiate accanto danneggiate, calcinacci, pareti e infissi dei palazzi scrostati. Solo per caso nessuno si è fatto male.

Si parla di un attentato messo a segno da una mano molto esperta, in grado di colpire per intimidire ma non per uccidere. L'auto sotto cui è stato piazzato l'ordigno appartiene a un giovane pregiudicato, un 26enne che abita proprio nel palazzo davanti al quale la vettura era stata parcheggiata. Il ragazzo graviterebbe nell'orbita del clan Mazzarella, il potente clan della camorra che dal centro storico di Napoli ha allungato i suoi tentacoli nei rioni della ricostruzione tra Pomigliano, Castello di Cisterna, Brusciano, Marigliano. I carabinieri intanto stanno dando la caccia all'autore dell'attentato nella 219 di Pomigliano, dove a gennaio si consumò un altro episodio del genere: una bomba artigianale esplose davanti alla stessa schiera di edifici.

Ora però scoppia anche la polemica. L'ha innescata il deputato di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, che ha tirato in ballo alcune affermazioni pronunciate in campagna elettorale dal sindaco Raffaele Russo, appena rieletto («A Pomigliano o la camorra c'è e va combattuta, e non è così, o la camorra non c'è, come non c'è, e allora dobbiamo togliere la camorra di mezzo», aveva detto). «L'esplosione che solo per caso non ha provocato una strage, deve far riflettere i negazionisti della camorra, tra i quali c'è il neo sindaco che ha sostenuto l'assenza dei clan a Pomigliano. Allora anche le bombe sono inesistenti?», la frecciata di Borrelli e del collega di partito Angelo Bonelli. «A Pomigliano c'è un chiaro ed evidente problema di sicurezza e controllo del territorio. Ho incontrato i vertici dell'Arma e presto incontrerò il sindaco», interviene Valeria Ciarambino, vicepresidente del consiglio regionale. 

Il sindaco puntò l'indice anche contro il comandante della municipale, Maiello, reo, secondo lui, di aver diffuso il falso teorema della camorra. «Se c'è una cosa che non potrò mai perdonare all'ex sindaco Del Mastro furono le parole di Russo - è il fatto di aver dato le chiavi della città a uno che non ha il cervello, il comandante dei vigili, il quale si è inventato la camorra per mettersi una medaglia di latta in petto». Ieri Russo, che ha stravinto le elezioni, ha annunciato la revoca del distacco part time di Maiello nel comune di Giugliano, dove da mesi dirigeva il comando di polizia municipale. Non potrà farlo più. «Non ho mai detto di voler cacciare Maiello. Anzi, non lo divideremo con nessuno ha spiegato Russo . La polizia municipale, in sottorganico, deve quadruplicare il suo impegno e per farlo è necessario che il comandante possa svolgere al meglio ciò che è di sua competenza». 

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